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Sommario anno XIII numero 3 - marzo 2004

 I NOSTRI PAESI - pagina 11

grottaferrata
Risorse idriche nel comune di Grottaferrata
(Franco Medici) - Quando si parla di risorse idriche si devono considerare due aspetti del problema: la gestione delle risorse idriche e la qualità delle acque superficiali. Sono due concetti ampiamente acquisiti, tanto che la legislazione nazionale li ha recepiti con la Legge 36/94, meglio conosciuta come la legge “Galli” , che riguarda le “disposizioni in materia di risorse idriche” e con il Decreto Legge 152/99 che riguarda le “disposizioni sulla tutela delle acque dall’ inquinamento”.
Una corretta pianificazione territoriale dovrebbe garantire un equilibrio tra offerta e consumo di acqua ed un accettabile standard di qualità per le acque superficiali.
Vediamo quali sono le quantità assolute e percentuali in gioco. In Italia nel suo complesso il consumo totale d’acqua è di circa 51.000 Mm3/anno (con M si intende ovviamente il valore 106 cioè milioni), ma al di là del numero assoluto, possiamo considerare le percentuali di utilizzazione della risorsa idrica, a seconda dei settori di utilizzazione. In Italia abbiamo per uso agricolo una utilizzazione pari al 50%, per uso industriale il 30%, per uso residenziale il 20%. Nell’ area Castelli Romani il consumo totale è di 65 Mm3/anno, con una’utilizzazione pari al 21% in agricoltura, del 27% nel settore industriale e del 52% nel settore residenziale, questi numeri mettono in evidenza la vocazione residenziale del nostro territorio. A Grottaferrata il consumo di acqua è spostato in maniera “patologica” verso il residenziale (66.6%), molto basso il consumo industriale (13.4%), il rimanente 20% è utilizzato nel settore agricolo.
Vediamo ora di analizzare alcuni dati forniti dall’Amministrazione Comunale di Grottaferrata. Leggendo l’opuscolo distribuito alla cittadinanza “Relazione sullo stato dell’ambiente 2002", emerge qualche aspetto preoccupante che è bene mettere in evidenza. L’ acqua erogata ai residenti per usi civili è stata circa 3,3 Mm3/anno, il valore medio pro capite 184 m3/anno è assai superiore a quello italiano che è pari a 102 m3/anno, questo vuol dire che ognuno di noi utilizza circa 504 litri di acqua al giorno: un numero elevatissimo, che ci mette in linea con i consumi delle zone ricche d’acqua del mondo che poi sono anche le zone ad alto reddito economico.
Vediamo le perdite nella rete idrica: nel sistema di “accumulo - adduzione - distribuzione”, secondo rilevazioni effettuate nel 1998, si evidenzia che le perdite sono circa pari al 39%, un valore estremamente elevato se confrontato con il valore medio in Italia che è pari a circa il 20%.  Cosa si nasconde dietro questa spaventosa perdita in rete?
Due fenomeni, o una elevata evasione del canone idrico o una scarsissima capacità tecnologica dei gestori delle rete idrica. Lascio al lettore le considerazioni conseguenti, cioè se pensare che non tutti i cittadini residenti pagano il canone idrico ed il Comune non effettua controlli incrociati con l’utenza ENEL e il pagamento dell’ICI, oppure congetturare che l’enorme perdita in rete sia da attribuire al gestore della rete idrica che non effettua una corretta ed efficace manutenzione.
L’acqua che entra nelle nostre case che origine ha?
L’ Amministrazione dichiara, e questo è un aspetto positivo, che i prelievi dai pozzi, ciò a dire i prelievi diretti dalla falda sono diminuiti dal 1998 al 2001 del 26,48%. La falda è più preservata, perché evidentemente c’è un apporto di acqua dall’esterno. Suppongo che l’Acea sia intervenuta negli ultimi anni con una sua distribuzione d’acqua all’interno del nostro Comune. Mi chiedo: è stato risolto completamente e per sempre il problema? Si sfrutterà di meno la falda acquifera avendo diminuito il prelievo dai pozzi? Facciamo il bilancio idrico ambientale, o meglio riportiamo l’ espressione matematica che descrive l’infiltrazione efficace per un sistema idraulicamente isolato come quello dell’area albana.
IE = Infiltrazione Efficace = P – E – R
P = precipitazione, E = evaporazione, R = ruscellamento
Il nostro obiettivo è aumentare l’infiltrazione efficace, vale a dire aumentare le riserve d’acqua e quindi ricaricare la falda. Se si continua a costruire cioè ad impermeabilizzare sempre più il terreno aumenterò i fenomeni di ruscellamento, cioè perderò acqua dal nostro sistema idraulico e non ricaricherò la falda. Facciamo un esempio estremo: se asfalto tutto il territorio comunale di Grottaferrata (18 Km2), il ruscellamento sarà totale pari al 100% della piovosità per cui non avrò infiltrazione efficace e ricarica naturale della falda.
Cosa posso fare per migliorare a lungo termine il bilancio idrogeologico del corpo idrico sotterraneo? È semplice: dovrò ripristinare il reticolo idrografico naturale, non cementificare più, anzi deasfaltare il territorio. Se non opero in tal senso, il risparmio immediato del 28.48%, non avrà effetti sul lungo termine, perché se impermeabilizzo progressivamente il territorio diminuirò l’infiltrazione efficace, cioè impoverirò le nostre riserve d’acqua.
Vediamo ora il secondo aspetto del problema quello della qualità delle acque superficiali. Nel corso dell’anno 2000 il Parco Regionale dei Castelli Romani ha affidato l’incarico al CNR IRSA (Istituto di Ricerca sulle acque) e all’Istituto Superiore di Sanità di controllare lo stato delle qualità delle acque superficiale nell’area dei Castelli Romani. Sono stati presi in esame alcuni fossati campione, in particolare a noi interessa il fosso dell’acqua Marciana, nei punti di campionamento P10 e P11, a monte e a valle dell’abitato di Grottaferrata. I dati proposti sono pubblici, tra l’ altro presentati in una conferenza che si è tenuta nel marzo del 2001 a Castel Gandolfo, cui erano stati invitati i Sindaci del nostro comprensorio.
Cosa ci suggerisce questo lavoro di ricerca? Se vedete i risultati del campionamento di dicembre 2000 si nota a valle dell’abitato di Grottaferrata una concentrazione elevatissima di Coliformi totali e Coliformi fecali, valori superiori ad un milione di UCF/100ml . Incrociamo i dati delle analisi biologiche con le rilevazione delle portate a monte e a valle del centro urbano di Grottaferrata si passa da 10 l/sec a 100 l/sec. Cosa accade? Si produce, forse, acqua dentro il rivo dell’acqua Marciana?
No, sta accadendo qualche cosa di diverso, non commento, riporto solo quanto scritto dalla dr.ssa L. Mancini (Istituto Superiore di Sanità): “Nella sezione 10 di monte (S. Nilo) le portate seguono il corso stagionale, passando da 15 l/sec a meno di 1 l/sec in estate, al contrario il forte incremento, ma soprattutto l’omogeneità temporale del deflusso pari a circa 100 l/sec alla sezione 11 (Colle Oliva) di chiusura indicano un apporto liquido non solo naturale ma legato a scarichi civili”.
Passiamo velocemente alle conclusioni, nel Comune di Grottaferrata:
· Il consumo delle risorse idriche è fortemente squilibrato verso la “vocazione” residenziale.
· C’ è un elevato consumo della “risorsa” acqua.
· Si rileva una scarsa capacità tecnologica nella gestione della rete idrica, evidenziata da perdite elevate (39%). Oppure si ha una forte evasione del canone idrico.
· L’ inquinamento dei fossati è elevato.
· È necessario un monitoraggio continuo del sistema idrico.
Un’ultima considerazione, perché la variante generale di piano regolatore, depositata e consultabile presso il nostro Comune, non recepisce concetti basati sulla corretta gestione delle risorse idriche e sul controllo della qualità delle acque? Esistono due leggi dello stato italiano (L 36/94 e D. L. 152/99) che regolano queste problematiche, quali Comuni del nostro territorio oltre Grottaferrata le ignorano?


frascati
I ragazzi del “flusso di coscienza”
(Sandro Gatti-Emanuela Pompili) - A Frascati ci sono 3 pelliccerie, 5 estetiste, 9 negozi di telefonia, 10 profumerie, 11 sartorie, 12 gioiellerie, 20 istituti di bellezza, 31 parrucchieri, 73 negozi per l’abbigliamento (Dati riportati da “Frascati mia, annuario 2004”). I numeri parlano da soli: sono il riflesso dello stile di vita della maggioranza di noi, nulla da obiettare. Ma anche un invito per molti di noi ad un’umana riflessione. Guardiamoci attorno: camminando in questo centro storico siamo ancora persone normali, dei cittadini? No, siamo i clienti del “Centro Commerciale Naturale” di Frascati.
             circa 20000  CITTADINI                           circa 0  BIBLIOTECHE
Da oltre due anni la biblioteca adiacente al comune è stata chiusa. Migliaia di testi ancora riposano in comodi scatoloni. E non importa che adesso la nuova sede sia quasi terminata. È stato comunque un bel segnale. Per il cartello del cantiere in Via G. Matteotti 26/28, luogo ove sorgerà la nuova biblioteca comunale, in cui da oltre un anno siamo costretti a camminare in fila indiana per non essere urtati dalle automobili, i libri sono già tornati sugli scaffali. Quel cartello infatti informa “FINE LAVORI: 09/07/2003”...
Credendo di aver capito il sottile problema creato da una biblioteca in cittadine come Frascati, ecco la nostra proposta al Comune: durante l’orario di apertura al pubblico, metà dei posti a pagamento con tariffa di € 0,50 l’ora, con tanto di strisce blu sul pavimento e “studiometro” a forma di libro gigante con su scritto “la cultura si paga”. In cambio però chiediamo la fine (vera) dei lavori entro marzo. Del 2004, s’intende.
Vi scriviamo con il sorriso sulle labbra, un sorriso amaro; e vi invitiamo a fare una riflessione. Purtroppo sappiamo che a molti di voi l’argomento non interessa. Ma ci rivolgiamo lo stesso a coloro che, figli sì ma anche genitori, sono spesso costretti a sopravvivere con gli occhi che oscillano tra buste paga, spese e bollette ammazza-sogni. Avrete capito che l’esempio della biblioteca è solo uno dei mille segnali, a volte indiretti, che la società trasmette. Questa società basata sull’apparire, vendere e comperare, che stiamo sempre più assecondando, rispecchiando; comunque costruita da tutti noi. E se ci guardassimo negli occhi, se guardassimo di più i nostri figli? Crediamo davvero che i bambini e adolescenti di oggi amino passare giornate in compagnia di computer, televisioni e cellulari? Per una volta chiudiamo la televisione mentre si è a tavola e parliamo con loro: è così che vogliono davvero giocare, crescere, vivere? Molti di loro diranno “sì”, ed è giusto che la pensino così. Ma almeno parliamo con loro, ascoltiamo cosa hanno dentro e crediamo in chi ci è accanto. Chiediamoci PERCHÈ la società li vuole così: confusi e omologati, differenziati solo dalla suoneria del cellulare. Agli adolescenti il massimo che viene offerto sono palestre, complessi riguardanti il proprio corpo, cos’è bello e cosa no; per questi ragazzi la “realtà” che non viene filtrata dal tubo catodico è lontana, non li riguarda.
I libri per loro sono degli estranei, la lettura è una perdita di tempo. Ma se la scuola anziché aiutarli in tal senso li danneggia ed il Comune mostra di avere interessi un po’ differenti, ancor di più sta a noi stimolare il loro criticismo verso ciò che leggono, ciò che li circonda, il loro interesse verso ciò che è sconosciuto, verso la loro stessa fantasia, che vale molto più del mondo fittizio in cui sono immersi, di cui volontariamente (o non) li circondiamo.
Noi, come piccolo gruppo di ragazze e ragazzi non più adolescenti, “a metà” tra figli e futuri genitori, crediamo che le piccole differenze vadano sottolineate e non ignorate. Dar voce alle minoranze, essendone forse noi stessi una. Sappiamo che la nostra vita sociale non scivola dentro un’urna assieme ad un voto ogni cinque anni, e non si alimenta solo delle righe di un testo universitario o delle serate chiusi in uno dei ventidue pub che ci offre Frascati. Essa si nutre di tante piccole, invisibili lotte quotidiane contro l’indifferenza e gli egoismi. Contro le nostre stesse indifferenze e i nostri stessi egoismi. E questo è stato un piccolo, invisibile tentativo.
«La letteratura è una difesa contro le offese della vita» - Cesare Pavese

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Sommario anno XIII numero 3 - marzo 2004