Brigate Rosse e dinosauri
(Vincenzo Andraous - tutor della Comunità “Casa del Giovane” -
Pavia)
Da giorni le televisioni ed i quotidiani ci inondano di immagini, di
notizie, ci informano degli avvenuti arresti e della soluzione dei casi
D’Antona e Biagi.
Le Brigate Rosse sono nuovamente pancia a terra, le prime linee al gabbio,
le bocche di fuoco finalmente spente. Ma di quali Brigate Rosse si tratta?
Di quelle di ieri? Provengono dallo stesso retroterra, da quel retaggio,
soprattutto le motivazioni sono quelle di allora? Di quali terroristi
dobbiamo avere timore? Di quelli che premono il grilletto in nome di una
giustizia proletaria oramai sconosciuta persino ai più vecchi e incalliti
rivoluzionari?
Di che uomini stiamo discutendo: “degli uomini delle Brigate Rosse” così
chiamati tempo addietro da un Uomo accostato ad una mitica finestra?
Qualcuno può pensare che ci sia una interazione tra quella guerra da poco
conclusa e una reinterpretazione a misura del nostro tempo.
Qualcuno potrebbe osare questa rilettura dei recenti fatti, ma ritengo sia
destinato al fallimento se non all’esilio della ragione già prossima.
Ciò che ha attraversato il nostro paese per un decennio sotto l’egida
della stella a cinque punte, non è stata un’azione che può definirsi
duratura, essa non ha concepito modi significativi da consegnare alla
nostra coscienza, idealità o sentimenti profondi per trovare o ritrovare
un senso tra noi e il mondo o di Dio che fa giustizia delle parole spese
male.
Rimembranza che non muore per impavidi alienati.
Oggi è gia futuro, ma queste domande divengono pressanti per la necessità
di non essere replicanti di noi stessi, evitando di sostenere spiegazioni
superate da un’attualità non più riconducibile a contesti passati… o
meglio trapassati.
Ho conosciuto le BR del gruppo storico, dei comitati di campo, quelli dei
pollici mostrati in alto e quelli dagli occhi bassi nascosti, le ho
conosciute al tempo dello scontro “ duro e puro”.
Gli anni di piombo sono trascorsi come un uragano e in tanti non ci siamo
accorti di una intera generazione che andava al macero, stessa cosa per i
tanti morti mal riposti, impolverati, nelle pagine di un libro dapprima
disperso, poi ritrovato e infine dimenticato; quale è la vita.
Ma nonostante la tragedia di una eredità che peserà secoli a venire,
quelle Brigate Rosse erano comunque frutto di una società protestataria e
contestataria, nata sui libri di storia, dove ogni pagina è stata
sfogliata aggredendola con slogans scambiati per ideali irrinunciabili.
Esse si abbeveravano dentro un’identità di società in rivolta, la quale
sebbene implodente, non correva il pericolo di salti nel vuoto alle
spalle, poiché è parente prossima di una storia tristemente conosciuta.
Quelle colonne di uomini in armi, si passavano i messaggi nelle bocche
degli studenti, degli operai, delle casalinghe, così come delle prostitute
e dei malavitosi.
Erano parte di una brutta storia, ci stavano dentro al grido “colpire al
cuore dello stato”, nell’azione di proselitismo di piazza, raggruppati
nelle galere polveriera, ammassati nelle celle e accomunati dalle grida
silenziose, ben allineati alle sbarre delle finestre, devastati nelle
rivolte a perdere, illusoriamente-beceramente liberi nei tanti ergastoli a
seppellire colpe e rimpianti.
Sotto il peso delle pallottole che fan paura, bisogna forse prendere atto,
e limitarci a pensare: amaramente uccidevano e maledettamente morivano
ieri……………….. proprio come fanno adesso?
Discernere di ciò con una sorta di venerazione religiosa per istanze di
terrore e di sofferenza non è solamente arbitrario, è da irresponsabili.
Proprio in questo momento difficile ci viene in aiuto la forza della
memoria, compagna di viaggio attraverso cui è possibile decifrare
l’atteggiamento sclerotizzato di qualche unità decentrata dalle aree
protette della ragione, le quali senza più visione della realtà vera, non
s’accorgono che non c’è una sola classe di studenti, una sola catena di
montaggio di operai, un solo nucleo famigliare giovane o anziano, un solo
Dio eretto a delirio di potenza, ad affiancarne la disturbante
rappresentazione; lucida nel prendere la mira, ma ancora più folle
“dell’altro ieri” nell’assaporare gli applausi… completamente assenti.
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