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Sommario anno XI numero 12 - dicembre 2002

L'ANGOLO DELLA POESIA - pag. 17
Fotografia – Poesia
Le foto riposte negli album sorridono sempre,
sorprendono e fermano volti e momenti passati;
in ogni quadretto c’è, immobile, l’attimo il tempo
e quando lo guardi, ogni volta ripensi e racconti.
            Se vedi ricordi felici, ammicchi e sorridi,
            e come un maestro disegni arabeschi nell’aria,
            ed indichi, e spieghi i più piccoli particolari
            e quando la guardi tu reciti, e calchi la scena.
Sfogliando la mano accarezza un’immagine triste,
è lei che ti guarda, e ti fermi un momento soltanto;
c’è un fuoco nel cuore, e ogni volta il bruciore è diverso
e quando la guardi, ti accende la malinconia.
            La foto che ti meraviglia, l’ha fatta un artista
            paesaggi e montagne ti sembrano favole e gemme,
            è l’unico modo perché un bacio duri per sempre,
e quando la guardi, l’amore ti spinge alle spalle.
Riccardo Simonetti

Pensieri d’amore
Non ci s’innamora della banalità ,
di ciò che si può avere facilmente e stabilmente.
            Ci s’innamora di ciò che è strano, difficile,
            di ciò che ci tormenta,
            di ciò che è la negazione della certezza e della ripetibilità.
Ci s’innamora dell’arte, che è irripetibile;
della scienza, per il suo essere ricerca dell’ignoto;
degli sguardi e dei gesti dei figli che crescono,
perché si crede di cogliere in essi il nostro passato e il nostro futuro.
            Ci s’innamora delle sensazioni
            affidate all’aria fredda e tersa di una mattinata d’inverno.
Ci s’innamora delle note di una mandolinata,
che si rincorrono, ora meste ora allegre,
sullo specchio immobile del mare di una notte d’estate,
di una di quelle notti  magiche,
nelle quali tutto è avvolto dall’aria dolce,
sotto l’incanto dei mille sguardi ammalianti delle stelle,
degli indefiniti profumi
di una natura misteriosa e sottilmente provocante.
            Ci s’innamora di un gesto, di una parola pronunciata in un certo modo,
            di un sorriso, di un modo di camminare, di un progetto che forse mai si realizzerà.
Non ci s’innamora del reale,
ma si vuole che i sogni siano realtà
e ci si accanisce contro l’effimero dell’immaginario.
Luca Nicotra



di società fatta da dio
che di scambiar gl’avvii
ad ignorar come si fa
attesi appello

ad aspettar d’esser chiamato
e a valutar le mie destrezze
di me
m’ho fatto indovino

la società dell’uomo fatta d’idee
che d’animare
fluttuan le mosse

e poi
la biologia del corpo
e il contener l’idee
e me ch’assisto

e d’operar
sembra non serva
se non a mantener
vita del corpo
antonio


Tra il tempo e l’eternità
Novembre
Piange novembre
lacrime di pioggia
su foglie morte.
Melodie di ricordi:
si rianimano voci
e carezze perdute.
            Sorda è la terra
            ai segni del cielo.
L’affanno ci opprime
in una corsa
senza meta,
senza speranza.

Vivono
Hanno amato
goduto
sofferto
come noi
sulla terra
e ora vivono
alla luce di Cristo.
ci seguono
i nostri cari,
ci aspettano
per un abbraccio
sterno.
Il ricordo
invita alla fede.
Nicola Bottari


Pan
Furia, sei dei boschi il sovrano,
animalesco per metà, cerchi invano
la pace per i tuoi sensi sfiniti
riposando sotto gli alberi stupiti
dalla melodia della tua amata Siringa.
Speri ancora che tua madre finga
d’accettarti? Tu figlio di Mercurio,
 Tu il Tutto, sei d’ augurio,
tu il nulla, sei natura,
tu immonda
CREATURA! 
Stefano Tiglio


Forse un sogno
Soli nella notte
Come pipistrelli che gridano
E non si trovano,
eppure siamo così vicini
e non ci vediamo,
accecati da noi stessi
la nostra unicità ci fa sfiorare
ma mai incontrare,
se un giorno apriremo
gli occhi scopriremo di
assomigliarci dentro,
di avere l’arte che ci unisce.
Manuela Olivieri


Un penziero pe’ te
Io te ricordo co’ quer vestito grigio chiaro,
mentre sorseggiavi er vino, e intonavi er “Palaro”
1).
Portavi sempre ‘na borsa pe’ ‘na mano,
tu nun lo dicevi, ma se vedeva ch’eri romano.
Io a quei tempi ero un regazzino,
e tu me ordinavi sempre mezzo litro de rosso rubino.
E mentre sur tavolino fumava la zuppiera,
tu zitto zitto te aggiustavi la dentiera.
Scherzavi co’ Michele, Flavio e Giovanni,
quanno ciaripenzo, ne so’ passati de anni.
Nun penzà che sia ‘no scherzo de carnewvale,
ma la tua poesia più bella resta er “muratore manovale”.
Io non so’ su quale treno sei finito,
ma fra tutti i poeti romani, rimani er mio preferito.
Dedicata al poeta Amilcare Pettinelli.
Saturno Ganassa
er “Palaro” = una sua poesia


Se proprio non ci credi
Uomo dall’aria stralunata
combatte con il sole che tramonta
fiume di pietre aguzze trapanano il cervello della figura
lastricato di morte dov’egli cammina
telo di risate lo accompagna
Meta
        sole sempre più vicino s’allontana
distrazione concessa, pagata amaramente
l’uomo non ha coraggio, no
con sé porta una cosa chiamata convinzione
          (forse certezza)
Vita gli sfugge a poco a poco senza che possa porvi rimedio
Il senso giusto è quello contrario al resto
giro di pochi gradi
giro per vivere
           andare laddove nessun altro potrebbe sperare.
Alessandro Mannina


Guardavo la Natura
Guardavo la Natura...l’altro giorno
Spontanea e giocosa mi sorrideva
Autentica nel mescolare le forze
Passione in un’onda – mi sferzava il petto –
Il vento della sera si posava sul viso
Immaginavo l’amore di una donna
Il suo ardore che si smorza come il mare all’alba
I sentimenti come sassolini alla deriva
-            Scelgono altre rive –
Marco Saya


Oggi
Gli anni trascorsi
son persi dietro noi.
Ne il presente
ne il futuro
vi darà nuova vita.
Ed i miei giorni
a cosa son serviti?
Ad illudere me stesso,
chi mi è vicino,
o a raggiungere l’oggi
di una vita vissuta?
Gelsino Martini


Il folle
Cerca senza trovare
Cerca e non si abbandona
Anche questi occhi cercano-
Cerca…
Cerca la mente e già nell’anima
Un posto c’è –
Mario Ceccacci


Poeta
Immagini nella nebbia.
Nel buio, paura
Nel cuore, amore
Nell’anima del poeta
Situazioni  e umori
Emozioni e paure.
Valentina Bovi


Bambine
Bambine giocano a fare le donne
con le loro bocche freschissime.
Scuotendo i loro piccoli seni
impregnano l’aria
dei loro acerbi sapori.
Un filo opalescente
segna il tragitto nel prato
laddove si sono posate.
Salvatore Celeste

 L'ANGOLO DELLA POESIA - pag. 17

Sommario anno XI numero 12 - dicembre 2002