monte
compatri
La
biblioteca di filosofia italiana
(Pietro Ciaravolo) - Rompere il silenzio è ormai opportuno
e forse anche una necessità. Troppe notiziole e qualche notizia sulla
“Biblioteca di filosofia italiana” per lo più inficiate da contenuti
approssimativi a volte enfatici in positivo a volte in negativo, hanno
percorso il “vociare della passeggiata, dei muretti e delle piacevoli
taverne”. Non è mancato il concorso un po’ distratto della stampa
d’informazione che troppo spesso trova sufficiente il “parlare per il
parlare” incurante del “parlare per dire”.
Una superficialità che aprendo vuoti e spargendo fuliggine nereggia il
linguaggio al punto da sottoporlo ad un inventato gioco interpretativo.
Qui è anche il motivo di questo intervento: L’obbligo di un’interezza
e di una chiarezza. Il centro per la filosofia italiana che per finalità
statutaria mira alla “valorizzazione della filosofia italiana in Italia
e all’Estero” e che in quanto ente associativo raccoglie diverse
centinaia di docenti universitari ed una numerosa rappresentanza di
docenti di Filosofia della Secondaria, si prepara con un’iniziativa
originale e prestigiosa, ad aprire al primo piano del palazzo
Annibaldeschi (sito nella zona storica di Monte Compatri) una grande
biblioteca di Filosofia Italiana (la previsione è verso i venticinque
mila volumi) d’autori italiani e stranieri. Possono accedere alla
consultazione studiosi di ogni parte del mondo sia attraverso
l’approccio diretto sia per via internet perché verranno mandati on
line il frontespizio e l’indice del libro. Nella fiera del sapere si
inserisce lo stand del filosofare geograficamente prodotto in ogni tempo
in Italia.Un evento da tempo atteso dai Dipartimenti di Filosofia di tutto
il mondo e che il Centro proprio qui a Monte Compatri ne fa una realtà.
Sono quasi sicuro che una pioggia di inatteso prestigio cadrà su questo
meraviglioso paese che nel suo popolo mette insieme la saggia naturalità
dell’agricolo e la pensosità problematica del cittadino. A questo
animus va il merito d’aver colto non solo il valore turisticamente
risonante della nostra istituzione ma va anche il merito intenzionale di
creare focolai di cultura (media-alta che sia) finalmente “facendo
giustizia” dell’aria d’indifferenza che accompagnò la salma di
Marco Mastrofini, un illustre compaesano dalle alte qualità intellettuali
profuse con genialità d’analisi e con ricchezza di solida competenza in
studi filosofici (eccellente la “Metaphisica sublimior de Deo Trino et
Uno” nella quale fornisce supporti razionali alla credenza in “Dio uno
e trino”); in studi psicologici (quale “L’anima umana e i suoi
stati, principalmente quello ideologico”) che – come si sa –
facevano a quei tempi parte della trattazione filosofica. Al civico 121 di
piazza Montecitorio a Roma si legge sulla lapide a lui dedicata una frase
che filtra con la felpatura del linguaggio indiretto l’indifferenza
di Monte Compatri: “…assai più grande che celebrato”. Più
chiaro e più accusatorio è quanto si legge sulla lapide tombale di San
Silvestro: “…dolenti di vedere negletta e senza nome la tomba di
tanto uomo sperando che un monumento più degno della gloria di lui venga
tra breve innalzato”. Non sfugga la gravità della “fossa
anonima”! Non vado oltre la tristezza di quest’esclamazione. Una
personalità di tale valore lasciata a marcire a mo’ di una qualsiasi
carogna d’animale (“negletta e senza nome”). Se si esclude
l’ipotesi di una presumibile “pena”, resta in campo la sconcertante
accusa ai compatresi d’insensibilità sociale. Ma oggi con l’evento
“Biblioteca” Monte Compatri pare riscattarsi scrollando di dosso la
“passata negligenza” che copre di vergogna questo periodo della sua
storia. Non è improbabile che abbiano operato latenti ed ignote concause
ma resta l’onta di tale negligenza e che comunque entra nella storia.
Il primo segno di riscatto si ebbe cent’anni dopo con l’innalzo di un
monumento se pur modesto per l’interessamento “elemosinato” di un
concittadino di cultura che l’astiosità del clima pre elettorale
m’impedisce di nominare. Oggi, dopo cinquant’anni, quel segnale assume
l’importanza di un’iniziativa istituzionale che porta la cultura
filosofica italiana in tutto il mondo partendo proprio da Monte Compatri,
il paese che ebbe indifferenza ed incuria per il “suo” Mastrofini. La
sensibilità culturale avvertita e spesa per il monumento cresce e cresce
con la Biblioteca raggiungendo quote prestigiose di merito.
Un’istituzione che funziona avvalendosi del volontariato del personale
offrendo in contemporanea ai compatresi programmazione ed organizzazione
di una ricca varietà di cultura (e non solo filosofica!) con la vitalità
del dibattito. E qui, pur incatenato all’agnostico albero
dell’assoluta neutralità, per la forza cogente del vero, dovrò
lanciare il mazzetto di rose a chi tanto permise.
rocca
di papa - colonna
Sportello
Mobile Immigrazione
(La redazione) - A seguito dell’approvazione da parte
della Giunta Regionale, avvenuta il 23 novembre dello scorso anno, del
progetto “S.M.I. - Sportello Mobile Immigrazione” presentato dai
comuni di Rocca di Papa e Colonna, è a disposizione di tutti gli
immigrati residenti, per informazioni e consulenze, lo “SMI”. Lo
sportello in particolare offrirà: - Conoscenza delle modalità operative
degli uffici della P.A., dei servizi di pubblica utilità (Banca, Posta),
delle scuole; - Indicazioni per completare e migliorare la formazione
professionale, la conoscenza della lingua italiana, le opportunità
lavorative; - Consulenza specifica in materia legale, assistenziale,
sociale.
Lo sportello rimarrà aperto tutti i giorni dal lunedì a venerdì,
rispettivamente 3 giorni a Rocca di Papa e 2 giorni a Colonna. Sarà
coordinato dalla Caritas Diocesana di Frascati, si avvarrà di 2 operatori
di cui uno italiano con conoscenza lingue e un mediatore culturale
albanese. Sarà disponibile, inoltre, un avvocato per due ore settimanali
per ogni comune e un assistente sociale per due ore a settimana per ogni
comune.
zagarolo
Il
ritorno di Monsignor Milingo
(Luca Marcantonio) - Di notte, in gran segreto, Monsignor
Emmanuel Milingo ha fatto ritorno presso la sua casa con parco di Zagarolo,
al civico ventinove di Via Colle Palazzola. All’ex Arcivescovo di Lusaka,
nello Zambia, la villa è stata donata da un benefattore che aveva scorto
proprio nel discusso esorcista la causa di guarigione del proprio figlio
da una malattia incurabile. Sono ben note le vicende che hanno portato
Monsignor Milingo fuori dalla Chiesa, mentre assai più apprezzabili sono
state le forze spese per permetterne il rientro. Il prelato, noto per le
messe nelle quali praticava esorcismi per liberare le persone possedute,
potrà riprendere appieno la sua attività ma con alcune precise
limitazioni stabilite dalla Chiesa. Intanto è giunto assai gradito un
omaggio di Papa Wojtyla, che a Milingo ha sempre voluto un gran bene,
dimostrato in questa occasione dai sacri arredamenti usati per adornare
una cappellina dell’edificio. Monsignor Milingo sarà comunque
affiancato da due sacerdoti appartenenti al movimento dei Focolarini e
seguito sempre con amorevole precisione dall’Arcivescovo Tarcisio
Bertone, che si è occupato sin dall’inizio della spinosa “questione
Milingo”. Per accogliere le centinaia di fedeli che si radunavano in
occasione delle messe è stato predisposto un apposito capannone con
parcheggio proprio nel terreno che circonda la villa dove Milingo risiederà.
Da parte dei cittadini le reazioni al ritorno sono disparate, da chi ne è
entusiasta a chi non è affatto interessato alla notizia. Il Vescovo di
Palestrina, S.E. Mons. Eduardo Davino, si è detto felice di questo nuovo
stato di cose e della presenza di Milingo, ma soprattutto in quanto, da
uomo di chiesa, non può non essere soddisfatto per aver assistito ad un
ritorno e non ad una fuoriuscita.
rocca
di papa
Buon
proseguimento
(Gianfranco Botti) – Gli anni passano, i bimbi crescono,
le mamme imbiancano… e anche i medici vanno in pensione. Capita a
Francesco Fondi (1937), che dopo 38 anni lascia l’ambulatorio di piazza
(Margherita) della Repubblica, proprio da lui aperto nel 1964. Parroco don
Luigi De Angelis, sindaco Nestore Vitali. Fino a dicembre. Dopo le
elezioni di quell’autunno venne sostituito da Tito Basili, che aveva ben
alimentato le vive speranze popolari di amministrazione seria. Nella
storia di Rocca repubblicana era la prima volta di un sindaco
democristiano. Non finì bene. Tornando al dottore, qualcuno troverà
eccessivo che si saluti uno che per età lascia l’attività. Capita a
tanti. Ed è vero. Però il rapporto che si stabilisce col medico di base
se si definisce particolare non è eccessivo. Implica fiducia, intimità,
talvolta complicità. Realizza un imbuto entro cui si riversano non solo
disturbi del corpo, anche di cuore, anche d’anima. Fino a una ragnatela
fitta d’umanità, difficilmente possibile in altri contatti. Amicizia a
parte.
Chi è interessato alle cose di paese, nel salutare Francesco Fondi non
contempla solo i 38 anni di attività medica. Per curiosità civica
farebbe salti mortali (sempre più improbabili) per vederlo schierato
nelle elezioni, per registrare il trattamento che riceverebbe una
candidatura sicuramente di qualità.
Campa cavallo! Frattanto, tanti saluti, dottore, e buon proseguimento.
Con la famiglia, con gli amici e perché no? Con la Roma.
frascati
Vino
e ristoranti DOC: l‘accoppiata vincente
(Tarquinio
Minotti) - Presentata in anteprima, alle Scuderie Aldobrandini di
Frascati, il 15 novembre scorso la manifestazione “L’appetito vien
bevendo…Il Frascati DOC nei ristoranti DOC”. L’iniziativa,
promossa dalla “Promozione Castelli Romani S.p.A.” con il contributo
della Provincia di Roma, dal comune di Frascati e dal Consorzio Tutela
denominazione vini Frascati DOC, già da domenica 17 novembre, e fino al
20 dicembre, sta portando “in missione” nei migliori ristoranti di
Roma e del circondario, i vini del Consorzio Frascati per cementare un
rapporto storico che lega il più famoso vino dei Castelli alla tradizione
culinaria romana.
Hanno illustrato l’iniziativa i sindaci di Frascati, Franco Posa, di
Monte Porzio Catone, Sergio Urilli, il presidente del Consorzio, Umberto
Notarnicola, e il Vice presidende della P.C.R. S.p.A. Mario Silo.
Nei vari interventi, tutti, hanno tenuto a sottolineare l’importanza
che il vino ha per l’economia della nostra zona, e l’impegno che le
aziende produttrici stanno mettendo, per migliorare la qualità delle
produzioni, nel tentativo ormai riuscito (visti i riconoscimenti che
sempre più spesso vengono assegnati a vini prodotti nel nostro
comprensorio), di rilanciare un marchio, che tra i primi in Italia ad aver
ottenuto il riconoscimento di qualità era, poi, stato superato in campo
nazionale da altre più agguerrite realtà. Nei ventitré ristoranti
aderenti all’iniziativa, vengono presentati gustosi menù della
tradizione gastronomica laziale e romana che ben si “sposano” con le
caratteristiche organolettiche e con la qualità del “Frascati”. Il
vino viene offerto gratuitamente ai clienti da sommelier, appositamente
inviati dalla P.C.R. S.p.A.
Lo scopo dell’iniziativa è quello di promuovere nei templi della
ristorazione della capitale, il vero vino di Roma, con la consapevolezza
di essere ormai pronti, grazie alla qualità e alla genuinità del
prodotto, alla riconquista del mercato romano per secoli sbocco naturale
del vino dei Castelli Romani.
Nelle serate di degustazione vengono predisposti tavoli di esposizione
per permettere ai clienti di conoscere la gamma completa della produzione
delle, ventuno, aziende associate al Consorzio tutela vini Frascati e le
ultime novità commerciali.
E Per concludere, in alto i calici, un brindisi è d’obbligo a nuovi e
meritati successi. |