frascati
- castelli romani
Grande
spazio riservato per un tema importante: la Patrimonio Spa
Italia
nostra?
(Loredana Ceccacci) - Cosa si intende quando si parla di
valorizzazione e tutela del patrimonio artistico e ambientale?
Ho avuto occasione per riflettere sull’argomento partecipando al
dibattito organizzato dall’Associazione “Italia Nostra” il 16
Novembre nell’Auditorium delle Scuderie Aldobrandini a Frascati. La
discussione è nata da una recente decisione del governo che, fra i
provvedimenti previsti nel
decreto “salva-deficit”, ha introdotto la creazione della
“Patrimonio dello Stato Spa“, una società che avrà come scopo la
messa in redditività dell’immenso patrimonio artistico e ambientale
dello Stato Italiano: l’obiettivo è quello di “salvare” il deficit
pubblico e di trovare nuove risorse per avviare gli ambiziosi progetti di
rilancio dei grandi lavori infrastrutturali. Finora lo Stato si è sempre
occupato in prima persona di gestire i beni culturali e ambientali di sua
proprietà e questa “esclusività” non era mai stata messa seriamente
in discussione. Oggi, con la Patrimonio Spa, siamo di fronte a un nuovo
scenario che ha suscitato non poche perplessità, anche all’interno
della maggioranza: la nuova società, infatti, permetterà ai privati
cittadini di acquistare i beni patrimoniali dello Stato, per gestirli in
piena libertà, purché rimangano comunque fruibili da tutti. Non si
tratta soltanto di beni culturali e storico-artistici, ma anche di beni
demaniali quali il lido del mare, i fiumi, i laghi ecc. Siamo chiaramente
di fronte a una nuova interpretazione del concetto di “universalità dei
beni culturali e ambientali” che fino ad oggi aveva contribuito a
rafforzare il senso di appartenenza al territorio e l’orgoglio di un
patrimonio sentito come proprio da ogni singolo cittadino. Mi sembra di
capire che al posto di “universalità” potrebbero comparire termini
non proprio tranquillizzanti quali “vendita” e “alienazione” dei
beni. Il condizionale è d’obbligo in questo caso perché il dibattito
sociale e politico intorno al
provvedimento è tutt’altro che pacifico: molte fra le più note
associazioni di tutela del nostro patrimonio culturale e ambientale
(Italia Nostra, ma anche WWF
e
Legambiente solo per citarne alcune presenti al dibattito) sembrano più
che decise a dar battaglia contro questo decreto,
percepito come una “svendita” dei beni della collettività. Al
dibattito di Frascati era presente anche l’on. Bordon, ex ministro
dell’Ambiente, che ha posto l’attenzione sulla scarsa visibilità del
problema e sulla preoccupante sottovalutazione delle conseguenze di questa
decisione, che rappresenta a suo parere una concreta minaccia al
patrimonio di tutti. Bordon sperava che un tema come questo facesse
indignare i cittadini almeno quanto hanno fatto altri grandi temi come la
giustizia e la scuola, ma nessuno ha ritenuto necessario organizzare una
manifestazione di piazza per la salvaguardia dei beni culturali e
ambientali. Del resto a lottare insieme a lui sono ancora in pochi, forse
per indifferenza, forse perché, strano e preoccupante a dirsi, la maggior
parte dei cittadini pensa che questi temi in fondo non li riguardino
direttamente. Purtroppo al
dibattito era presente solo il coro dei no, rappresentato soprattutto dal
segretario generale di Italia Nostra Gaia Pallottino: peccato, poteva
essere una buona occasione per sentire anche la voce di chi crede
nell’utilità e magari anche nella necessità di questo provvedimento e
arricchire di una dimensione dialettica una discussione rimasta ahimè su
toni eccessivamente autoreferenziali. Aspettando i futuri sviluppi della
vicenda dobbiamo accontentarci per il momento delle dichiarazioni di
Tremonti e di Urbani: hanno assicurato che il Colosseo e La Fontana di
Trevi non sono in vendita come accade invece in un famoso film di Totò….bontà
loro.
Prospettive
per i beni culturali
(Luca Ceccarelli) - Italia Nostra è l’aristocrazia
dell’ambientalismo. Alle sue manifestazioni pubbliche si incontrano
signore abbigliate con eleganza discreta e signori in trench. L’età
media è piuttosto alta, il livello socio-culturale piuttosto elevato. Al
numero di aderenti, che forse non raggiunge quello di altre associazioni
come Legambiente o il WWF, Italia Nostra sovviene con la qualità, e con
le buone relazioni con le classi dirigenti locali e nazionali.
Indubbiamente, i meriti di questa associazione sono innumerevoli, e tra
gli altri la nascita del Ministero dei Beni Culturali e Ambientali nacque,
molti anni orsono, sotto il suo
impulso.
Nel pomeriggio di sabato 16 novembre, si è tenuto alle Scuderie
Aldobrandini di Frascati un convegno dal titolo Quale futuro per i beni
culturali?, in cui, oltre ad esponenti dell’associazione, ha parlato
il sindaco di Frascati Posa e il senatore Willer Bordon, ex ministro
dell’ambiente.
Il tema centrale del convegno era la legge promulgata qualche mese fa dal
governo in carica, che prevede la fondazione di una società dal nome
“Patrimonio dello Stato S.p.a.”, a capitale azionario del Ministero
dell’Economia, e una società dal nome “Infrastrutture S.p.a.”,
finalizzata alle opere pubbliche, anche questa a capitale pubblico, ma con
la possibilità di partecipazioni azionarie di minoranza da parte di
privati. E’ un provvedimento controverso che, com’è noto, ha
suscitato molte critiche, le dimissioni del sottosegretario Sgarbi e le
riserve del Presidente della Repubblica. Si è parlato di questo
provvedimento, e dei suoi aspetti più rischiosi e potenzialmente
controproducenti. Ma la conferenza è diventata, anche, un’occasione
importante per un excursus sulle vicende della gestione dei Beni
culturali negli anni più recenti, e, non ultimo, un’occasione per fare
il punto su alcune emergenze ambientali che investono i Castelli romani.
Particolarmente toccante e accorata è stata, sotto quest’ultimo
aspetto, la testimonianza dell’ex sindaco di Nemi, Vairo Canterani, che
aveva promosso l’approvazione di un Piano Regolatore che rendeva
inedificabile la conca del lago. L’attuale amministrazione ha approvato
una variante che lo annulla in gran parte, permettendo edificazioni quasi
illimitate, fino a spingere le associazioni ambientaliste a fare ricorso
al TAR per farla annullare. L’edificazione in una zona come quella del
Lago di Nemi, ha fatto notare l’ex sindaco Canterani, comporterebbe la
svalutazione di un paesaggio così prezioso, e rischierebbe di ridurre
Nemi nella condizione di altre località dei Castelli Romani che si stanno
trasformando, poco a poco, in borgate romane, facendo tabula rasa
di ogni attività turistica.
Senza dubbio l’ambiente oggi, in Italia, è sottoposto a serie minacce:
sembra che, addirittura, si
stia arrivando ad una legge delega sull’ambiente che, a detta dei
rappresentanti di Italia Nostra, allargherebbe le maglie delle garanzie
ambientali a tutela del paesaggio e della salute dei cittadini,
all’insegna di una deregolamentazione quasi totale.
Ma nella conferenza sono state criticate anche le scelte dei passati
governi in materia di gestione dei Beni culturali. A cominciare dalla
decisione, nella riforma federalista di Bassanini, di affidare la gestione
di questi ultimi alle regioni, che non hanno gli strumenti per farlo, e
anche la decisione di modificare il titolo 5 della Costituzione separando
la tutela dei beni culturali (che resta al settore pubblico) dalla gestione
(che viene affidata ai privati). Ma si è rimarcato come il governo
attuale si stia spingendo ben oltre, riprendendo e amplificando gli errori
di quelli precedenti: stabilire il principio che un museo, o un qualunque
altro bene culturale, debba essere economicamente autosufficiente,
significa far passare il principio che lo stato non sia tenuto a sborsare
una lira per esso: una ben singolare idea del ruolo del settore pubblico,
in cui le preoccupazioni esclusive sono di carattere ragionieristico. A
rischiare non sarebbero, in tal modo, i monumenti più visitati: insomma,
il Colosseo non sarà mai venduto. A rischiare, secondo gli esponenti di
Italia Nostra, sono monumenti minori, meno conosciuti ma non meno
preziosi.
Si è messa molta carne al fuoco, e c’era indubbiamente bisogno di una
conferenza come questa. Ci sia permesso, tuttavia, esprimere a titolo
puramente personale qualche perplessità su alcune delle enunciazioni che
si sono ascoltate.
Sembra che nel pensiero degli esponenti di Italia Nostra il passato era
comunque migliore, e che la decadenza dei beni culturali, e soprattutto
museali, in Italia, sia cominciata con l’affidamento dei servizi museali
ai privati durante i governi a maggioranza ulivista. Sta di fatto che a
Roma, fino a dieci anni fa, nel pomeriggio era impossibile visitare un
museo. I musei erano luoghi dimessi, custoditi da un personale spesso
piuttosto “andante”. Oggi tutti o quasi i musei di Roma sono diventati
luoghi dotati di ogni comfort, dove è piacevole stare anche al di là
della visita di una collezione o di una mostra. In secondo luogo, forse ci
vorrebbe, oltre alla battaglia civile, un po’ più di ottimismo. “Che
ne sarà del più antico mosaico di Giotto custodito a Boville Ernica, in
mezzo alle montagne? Chi si occuperà degli affreschi rupestri delle
chiese pugliesi, con la legge recentemente promulgata?” ci si è chiesti
nella conferenza con tetro pessimismo. Forse ci vorrebbe
un po’ più di fiducia nell’amore del popolo italiano per i
suoi monumenti, e nel dinamismo dei soggetti pubblici e privati.
frascati
- grottaferrata - ciampino
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Psicolinguistica all’Università di Roma “La Sapienza” e Presidente
dell’Associazione Universale di Esperanto – esso supera di gran
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affermano che dalla disuguaglianza linguistica consegue disuguaglianza nella comunicazione a tutti i livelli, compreso il livello
internazionale. Il movimento esperantista si definisce un movimento per la
comunicazione democratica. Ogni lingua etnica è legata a una determinata
cultura e a una determinata nazione (o gruppo di nazioni). Per esempio
l’alunno che studia l’inglese, scopre
la cultura, la geografia e la politica dei Paesi di lingua inglese,
specialmente gli Stati Uniti d’America e la Gran Bretagna. L’alunno
che studia l’esperanto scopre un mondo senza frontiere, dove nessun
Paese gli è straniero. Gli esperantisti affermano che l’educazione
realizzata per mezzo di una lingua etnica, quale essa sia, è legata a una
definita visione del mondo, mentre il movimento per l’esperanto è un
movimento per l’educazione transnazionale”. Va ricordato che i
corsi di lingua esperanto sono gratuiti e si tengono nelle città di
Frascati (ogni martedì dalle 18 alle 19, presso la sala parrocchiale del
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