nemi
Il
Trittico ligneo di Antoniazzo Romano
(Bruna
Macioci) - Pochi lo sanno, ma nella parrocchia di S. Maria del
Pozzo abbiamo un’opera d’arte: si tratta di un trittico ligneo della
fine del XV secolo raffigurante il Cristo al centro, s.Giovanni Battista
sullo sportello sinistro, e s.Giovanni Evangelista sullo sportello destro.
È opera di Antonio Aquili, detto Antoniazzo Romano. Di lui si conoscono
altri due trittici, conservati uno a Zagarolo e l’altro a Castelnuovo di
Porto. Questo artista fu richiestissimo dai committenti, tutti altolocati
(la sua prima opera certa, del 1464, è la cappella funeraria del cardinal
Bessarione ai Ss. Apostoli di Roma) che arricchì, il che indica che
soddisfaceva il gusto dell’epoca, con figurazioni di tipo medievale,
ancora leggermente bizantineggianti e splendidamente colorate. Sue sono la
Madonna col Bambino a Velletri, nella cattedrale di S. Clemente (è la
copia di un’icona medievale) e l’abside di S. Croce in Gerusalemme. Fu
tanto bravo da provocare scuola in alcuni pittori romani minori, che
infatti vengono detti gli Antoniazzeschi.
Il trittico conservato a Nemi può essere datato fra il 1497 e il 1501.
Con ogni probabilità, non esistendo ancora in quegli anni né la chiesa
parrocchiale né il Santuario del Crocifisso, fu commissionato per la
vecchia chiesa di S. Giovanni Battista sul Corso, che oggi, sconsacrata da
secoli, ospita il ristorante La Rosa. Nel 1796 il cardinal Gonzaga,
in visita a Nemi, era nella sagrestia di S. Maria del Pozzo e suggerì una
migliore collocazione. Seguendo il suo consiglio, fu posto sull’altare
della terza cappella a destra, e ci rimase fino ai primi del ‘900. Poi
per lungo tempo venne nascosto in una cella del convento. Dopo il restauro
(1996) è stato collocato nella terza cappella di sinistra, dove non ci
sono altari, per consentire una posizione che permetta anche la visione
del retro. Il trittico infatti è una forma d’arte sacra tutta
particolare. Nasce come materiale di scrittura, proprio come se fosse un
quaderno di legno, spalmato di cera per potervi scrivere incidendo la
superficie con uno stilo appuntito, e ripiegato per proteggere lo scritto.
Poi nel medioevo passa nell’arte figurativa e diventa una sorta di
quadro multiplo ripiegabile e godibile anche quando è chiuso, perché la
parte esterna viene decorata finemente. È quindi concepito per essere
trasportabile (richiudendolo resta protetto) e adattabile all’ambiente,
perché le parti mobili consentono di aggiustarne l’orientamento a
seconda del punto di visuale, a seconda della luce. A volte le figure
laterali vengono dipinte in prospettiva, e le ‘pagine’ vanno angolate
in modo prospettico. In questo tipo di opera lo spazio è più importante
che nel quadro: il trittico è un’opera tridimensionale, che si completa
con lo spettatore, come quinte di teatro, come uno specchio da atelier.
Le parti devono essere tre, perché il 3 è numero magico, numero divino,
numero perfetto. E la collocazione delle figure non è certo casuale.
Leggendo il trittico di Nemi, come in ogni libro, da sinistra a destra,
abbiamo prima il Battista (e cronologicamente il Battista viene prima di
Cristo e lo annuncia), poi il Cristo, poi l’Evangelista che ha divulgato
le cose predicate dal Cristo. Insomma, il trittico è tradizione sacra
scritta nel legno e non nella carta. È un ‘testo visivo’, come la
Colonna Traiana che racconta la guerra contro i Daci, come i portali delle
cattedrali gotiche, come la serie degli affreschi di Giotto sulla vita di
Gesù o di s. Francesco. Un liber ad usum fidelium: in un’epoca
in cui i fedeli per lo più non sanno leggere, l’arte serve a divulgare
la religione, come una predica; anche in assenza del sacerdote, la chiesa
parla ai credenti per mezzo delle immagini.
genzano
I
due volti dell’ambientalismo
(Luca Ceccarelli) - Dal 2 al 6 ottobre si è tenuta a
Genzano la manifestazione ecologica itinerante organizzata da RESEDA
Onlus,
su cui è stato dato conto nel numero di ottobre del nostro giornale. RESEDA
è
un’associazione ormai piuttosto conosciuta nei Castelli Romani. La sua
caratteristica peculiare, che la distingue da altre associazioni
ecologiste più o meno grandi, è che in essa è centrale la promozione di
uno stile di vita ecologicamente compatibile.
L’esposizione era corredata da una vendita di prodotti di commercio
equo e solidale (cartoline prodotte con carta riciclata, borse provenienti
da manifatture di paesi del Terzo Mondo) e da un “eco-bar” dove si può
bere caffè e the prodotti da agricoltura biologica (altro settore in cui
è impegnata RESEDA
).
Se nel mondo non ci fosse più bisogno del petrolio, e delle centrali a
fissione nucleare, e le fonti energetiche ecocompatibili fossero estese su
larga scala, e anziché spendere cifre esorbitanti per i refrigeratori si
provvedesse a dotare le pareti degli edifici di una zona stagna per
isolare l’ambiente interno dagli eccessi del caldo e del freddo, come
nella Casa EcoLogica di RESEDA , al di là dei costi che queste innovazioni
potrebbero avere nell’immediato, il guadagno sarebbe alla lunga
assicurato, in primo luogo sul piano della salute.
Qualche giorno dopo, il 10 ottobre, su iniziativa del locale circolo di
Legambiente «La Spinosa» è stato presentato in un’affollatissima sala
conferenze della Biblioteca comunale di Velletri un Manuale di
autodifesa ambientale del cittadino, scritto da Luca Ramacci,
magistrato presso la Procura della Repubblica di Venezia. Questo volume
vuole essere un aiuto a muoversi con efficacia nel dedalo della
legislazione in materia ambientale per i cittadini che, trovandosi di
volta in volta a subire inquinamento elettrico, fumi di stabilimenti
industriali, esalazioni delle discariche, assalto agli spazi verdi e
speculazione edilizia, per inesperienza non riescono a trovare dei punti
di riferimento giuridici che pure ci sono a loro tutela.
Un ambientalismo fondamentale, quest’ultimo, che negli ultimi decenni
è in costante crescita nel corpo della comunità sociale, e senza il
quale sarebbero inesistenti, o minime, la preservazione dei boschi, la
limitazione della caccia, la lotta alla speculazione edilizia, l’adozione di misure di contenimento del traffico
automobilistico, e lo sviluppo (ancora troppo ridotto, c’è da dirlo)
della raccolta differenziata dei rifiuti. Ma anche un ambientalismo di
carattere spiccatamente difensivo, votato ad opporsi alle minacce
ambientali e a difendere l’esistente. Importante, ma insufficiente se
davvero si vuole mettere in discussione il modello di sviluppo dominante,
ancora decisamente incompatibile con l’ecosistema, e dimostrare con
un’attività di insegnamento e con l’esempio pratico, che un mondo
diverso è possibile. Appunto quello che fa RESEDA.
rocca
priora
Cantando…aspettiamo
il Natale
(G. C.) - Il Coro Polifonico Alessandro Moreschi,
dell’Associazione Culturale omonima, nato nel febbraio 2001 per
iniziativa del Maestro A.Borghi e di alcuni cittadini di Monte Compatri
amanti della Musica e della Cultura in genere, le tappe le sta bruciando
davvero nel panorama della Musica Polifonica dei Castelli Romani.
Le finalità, sono quelle di far crescere il proprio senso musicale ma
anche e soprattutto far uscire fuori i lati migliori della propria umanità,
l’amicizia, il gusto di fare insieme cose senza antagonismi e nella
migliore armonia.
Attualmente conta un organico di circa 40 elementi nella classica
formazione a quattro voci misteed ha già all’attivo una serie di
concerti tenuti a Roma e nei Castelli Romani.
In questi due anni di attività il Coro ha studiato molto, sotto la guida
attenta e paziente del Maestro Borghi; e man mano che cresceva
musicalmente iniziava l’attività concertistica pubblica riscuotendo,
ovunque, consensi ed inviti a continuare la strada intrapresa.
Questo Natale vogliono porgerci gli auguri a modo loro.
Siamo tutti invitati al CONCERTO DI NATALE domenica 15 dicembre alle ore
17,00 presso l’Auditorium della Banca di Credito Cooperativo del Tuscolo
in Rocca Priora, via della Rocca 18.
Nel periodo delle festività, siamo presi dai regali, dalle spese, dalle
cene e dai cenoni; fermiamoci un attimo, andiamo ad ascoltarli sono sicuro
che faranno del tutto per darci un momento di sollievo e di serenità.
frascati
Troppa
grazia…
(VaMar) - Venticinque lampioni in 200 metri di strada,
francamente sembrano un po’ troppi. Ma questa è la nuova realtà del
rettilineo viale Candido Galli. Se proporzionalmente verranno piantati
tanti alberi, in sostituzione di quelli abbattuti 2 anni fa, dovremmo
aspettarci…una foresta! Intanto la vicina via L. Bonaparte è spesso al
buio e con un marciapiede sempre più disastrato, e non certo per le
radici degli ippocastani!. Intanto da un po’ di tempo viene rifatto il
selciato di diverse vie cittadine. E affinché
si conservi la ‘memoria storica’, vi si riproducono in forme
leggermente diverse i…precedenti avvallamenti.
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