Problemi
clinici della 3° età: Osteoporosi ed Artrosi
(Relazione del dottor Vinicola al Rotary Club Castelli Romani)
Se
l’inizio della serata è stato sicuramente festoso per la presentazione
ed investitura di tre nuovi Consoci: Bronzini, Lapis e Nardi,
affettuosamente e “rumorosamente” accolti nel più sincero abbraccio
di quella particolare Amicizia veicolo unico ed insostituibile del nostro
“servire”, la conversazione del dottor Vinicola è stata ascoltata in
ben differente atmosfera e, su non pochi visi, si potevano leggere
...tensione e preoccupazione. Battuta a parte, il Relatore ha iniziato
dicendo che l’aumento dell’età media, di sopravvivenza e la
possibilità di usufruire di mezzi diagnostici strumentali sempre più
sensibili e precisi hanno portato le malattie caratteristiche della terza
età ad assumere proporzioni preoccupanti nell’ambito del panorama
sanitario italiano sia in termini di mobilità che di invalidità con
conseguente incremento dei costi sociali. Artrosi ed Osteoporosi
costituiscono due grandi capitoli della reumatologia ed hanno portato le
malattie reumatiche epidemiologicamente parlando al secondo posto in
graduatoria dopo le malattie cardiovascolari. L’Artrosi è considerata
la figlia scomoda del nostro tempo: in un’epoca in cui la ricerca medica
ha fatto passi da gigante questa malattia è stata sottovalutata forse
perché ritenuta una fisiologica involuzione della cartilagine legata
all’età. Oggi però sappiamo che non è cosi. Si è appurato che il
meccanismo patogenetico consiste nell’alterazione patologica del liquido
sinoviale contenuto nell’articolazione (un lubrificante articolare) che
perde le sue caratteristiche organolettiche con secondaria perdita della
viscosità e del potere ammortizzante. Si tratta quindi di una vera e
propria malattia dell’articolazione che accelera e aggrava il processo
di degenerazione della cartilagine a cui si associa spesso un
coinvolgimento infiammatorio dei tessuti articolari e periarticolari (osteoartrite).
Allo stato attuale è possibile prevenire o rallentare l’evoluzione del
processo artrosico con l’uso di galattosamino e glucosaminoglicani o
acido ialuronico, farmaci che ristabiliscono le proprietà ammortizzanti e
protettive del liquido sinoviale articolare. Inoltre si può contare su
nuove classi di farmaci antinfiammatori con scarso potere lesivo per
l’apparato gastrointestinale, renale e per la stessa cartilagine,
effetti indesiderati dei precedenti antiflogistici.
Nel protocollo terapeutico e preventivo è inserita la
fisiocinesiterapia, in particolare l’idrocinesiterapia (ginnastica in
acqua) che permette l’articolarità in assenza del carico ponderale.
L’Osteoporosi, forse anche per le nuove metodiche di screening sta
assumendo proporzioni di una vera malattia sociale tanto da essere
definita “l’epidemia silenziosa”. Anche questa patologia è stata
sottovalutata in passato ritenendola erroneamente un’involuzione
fisiologica dell’osso legata all’età. È invece una malattia
caratterizzata da perdita anomala di massa ossea a genesi multifattoriale,
primitiva o secondaria, i cui fattori più incidenti sono stati
individuati in una forma post-menopausale (tipo I), appannaggio esclusivo
della donna, per un calo senile (tipo II), caratteristica dell’uomo e
della donna dopo i 65 anni, per rallentato metabolismo osseo e deficit di
assorbimento intestinale del calcio e della vitamina D. La perdita della
massa ossea alla base di questa patologia, porta spesso a modificazioni
strutturali della colonna vertebrale fino ad eventi fratturativi che
possono interessare più frequentemente vertebre, coste, collo del femore
e polso. Manca purtroppo in Italia un osservatorio epidemiologico per il
monitoraggio della malattia, ma già dai dati rilevati sui ricoveri
ospedalieri per fratture da osteoporosi ci si può facilmente rendere
conto degli altissimi costi sociali diretti e indiretti in termini di
mobilità, mortalità e invalidità. Quali dunque i rimedi da adottare per
la prevenzione e la cura? È innanzitutto importante una diagnosi precoce
che può avvalersi dell’ausilio della Mineralometria Ossea
Computerizzata (M.O.C.), oltre che del supporto radiografico, clinico e
laboratoristico. Nuovi farmaci del gruppo dei difosfonati o l’utilizzo
di sensibilizzatori dei recettori degli estrogeni (SERM) o ancora la
stessa terapia sostitutiva a base di estrogeni, permettono oggi di poter
rallentare o fermare il processo osteoporotico, in alcuni casi anche
riguadagnare massa ossea. È importante l’attività fisica e il
movimento che permettono di sottoporre il segmento osseo a una
sollecitazione meccanica stimolante degli osteoblasti (cellule ad azione
costruttiva) a scapito degli osteoclasti (cellule ad azione distruttiva).
L’alimentazione dovrà contenere un giusto apporto di calcio e vitamina
D. Infine l’esposizione ai raggi solari (con l’accortezza di evitare
il sole di mezzodì) facilita la trasformazione in metabolita attivo della
vitamina D ed il conseguente assorbimento di calcio.
Come si prevedeva e dalla attenzione con cui è stata ascoltata la parola
del Relatore, questi, alla fine della sua relazione, ha indossato - si fa
per dire - il camice e per ogni...consulto non sono mancati pareri e
consigli terapeutici.
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