Notizie in... Controluce Notizie in... Controluce
 Versione digitale del mensile di cultura e attualità dei Castelli Romani e Prenestini

sei il visitatore n.

 

home | indice giornali | estratti | info | agenda | cont@tti | cerca nel sito | pubblicità

 

Sommario anno XI numero 7 - luglio 2002

 I NOSTRI PAESI - pag. 09

valmontone
La stazione ricostruita per un solo giorno
Pio IX(Luca Ceccarelli) - Nel maggio del 1863 il Papa Pio IX, allora anche sovrano, sia pure per poco, dello Stato della Chiesa, venne a visitare Velletri e la zona limitrofa.
Il viaggio venne effettuato su un treno delle Ferrovie Romane, lungo la linea inaugurata l’anno prima, dando il via alla tradizione di viaggi ferroviari dei papi che, passando per il celebre viaggio a Loreto in treno di Papa Giovanni XXIII, arriverà fino al recente viaggio ad Assisi che ha intrapreso qualche mese fa Giovanni Paolo II per la preghiera ecumenica.
Su questo viaggio di Pio IX rende testimonianza il resoconto del canonico Luigi Angeloni, autore del libro Viaggio di Sua Santità Papa Pio IX nella città e provincia di Velletri.
L’Angeloni ci racconta della strepitosa accoglienza che ricevette il Papa nella città di Velletri. Dopo aver visitato Velletri, il Papa proseguì in treno lungo la ferrovia che allora collegava la cittadina dei Castelli Romani con Colleferro (chiusa nel 1957), inaugurata anche questa l’anno precedente (e c’è qualcuno che dice che durante il pontificato di Pio IX le ferrovie venivano condannate e proibite nei territori dello stato pontificio…). Scendendo con il treno per Colleferro il Papa riceveva, a detta dell’Angeloni, un "plauso entusiastico" sempre crescente, via via che il treno papale toccava le varie stazioni.
Da Colleferro il treno pontificale prese la via per Roma, lungo la ferrovia che collega l’Urbe con Cassino e Napoli, e tra le altre stazioni che toccò, era quella di Valmontone. Quest’ultima, che è passata alla storia come quella da cui Cesare Pascarella fa iniziare la prosa che racconta del suo viaggio in Ciociaria pubblicata su La Tribuna e poi in volume (si tratta di pagine che riportano con schiettezza il vernacolo valmontonese e l’allegria di un gruppo di villani in gita di piacere) era un fabbricato a due piani dall’aspetto dimesso, senza la minima pretesa di decoro.Val Montone Eppure, non così doveva apparire al Pontefice di passaggio, come rivela una foto d’epoca in cui si vede la sagoma imponente di Papa Mastai insieme ad un gruppo di prelati e di notabili, dirigenti delle Ferrovie Romane e ministri del governo pontificio, davanti ad una facciata dignitosamente decorata e molto più imponente di quella vera, bugnata alla base, ornata di nicchie con le virtù teologali, e sovrastata da un timpano.
Questa facciata era opera, nientemeno, che dell’architetto Andrea Busiri Vici, progettista della chiesa di San Vincenzo de’ Paoli e dell’Arco trionfale di Villa Pamphili.
Il racconto che fa l’Angeloni dell’accoglienza trionfale riservata a Pio IX è manifestamente eccessivo, e poco credibile per il lettore di oggi. Certo è, però, che la scenografia che si osserva nella foto, della quale esiste un disegno di mano del Busiri Vici risalente a un anno prima, riesce a dare alla stazioncina un aspetto ben diverso da quello di quel modesto caseggiato che si vede ancora oggi scendendo dal treno a Valmontone.


grottaferrata
Le Fortezze (in particolare, San Nilo) terza parte
(Massimo Medici) - Lentamente distogliamo lo sguardo dalla Sardegna e, dalle onde del mare sferzate dal vento, vediamo sorgere a volte lontane, a volte lontanissime, delle massicce costruzioni cinte da alte mura merlate, intervallate da gigantesche torri. Tutto questo sembra abbia lo stesso scopo: difendersi dai nemici, proteggere gli amici.
Il Mediterraneo, immenso bacino di acque sul quale si affacciano popoli tanto dissimili fra loro, avrebbe potuto essere, nella storia, una via solcata da una miriade di battelli per mettere in contatto fra loro tutti quei popoli favorendo l’interscambio di culture, di merci e di filosofie di vita e di pensiero, ma le molte fortezze che vediamo sorgere sulle sue coste, ci provano che lungi da essere considerato qualcosa che unisce, il mare fu anche troppo spesso usato come una liquida trincea da difendere con un’infinità di torri e di alte muraglie. E di castelli e di bastioni il Mediterraneo ne è pieno. Ad Ovest, la sua porta che lo separa dall’Oceano, nota fin dall’antichità come le "Colonne d’Ercole", è fortificata fin dai tempi di Carlo V, rafforzata durante il secolo XlX ed anche nei primi decenni del XX, è ora una delle più potenti piazzeforti del mondo. Occupata dagli inglesi durante la guerra di successione spagnola fu assegnata, dal Trattato di Utrecht, appunto all’Inghilterra sotto il dominio della quale è rimasta malgrado vari tentativi degli spagnoli di tornarne in possesso.
Il territorio ispanico è collegato, attraverso un istmo basso e sabbioso alla Rocca di Gibilterra che, improvvisamente, sale fino a 425 metri con pendii ripidissimi di roccia molta dura, che ne facevano e ne fanno una fortezza naturale. Ovvio che una tale posizione così imprendibile e tanto elevata sul livello del mare proprio all’interno del Mediterraneo abbia fatto e faccia tuttora gola a chi voglia controllare l’entrata di un mare interno come questo. È quindi il caso di ricordare come contesa tra gli arabi comandati da Tarik nel 711, che vi sbarcò iniziando la conquista della Spagna, riconquistata da Pèrez de Guzman sei secoli dopo, ripresa dagli arabi e successivamente tornata in mani cristiane ad opera del Marchese di Medina Sidonia nel 1462, fu occupata dagli inglesi nel 1704 e da allora, come s’è detto, ad essi è rimasta.
Fra tutte queste guerre, ogni conquistatore si è sempre preoccupato di renderla inespugnabile fino a quello successivo. Ne consegue che oggi è una grandissima fortezza dotata delle armi più moderne che, stando sulla porta del Mediterraneo, sembra dire a chi entra e ricordare a chi esce che questo mare (il nostro vecchio, caro, "mare nostrum") non è mai stato molto tranquillo. O meglio, il mare sarebbe tranquillo salvo quando s’alza forte il vento ed in quel caso è un magnifico spettacolo; il fatto è che non sono sempre tranquilli gli abitanti che ne abitano le coste, e meno lo diventa quando è solcato da navi da guerra i cui marinai provengono da altri mari e da altre coste lontane e, spesso, lontanissime.
Quando, poi, il viaggiatore entrando si avvede che, sia a sinistra lungo le rive della vecchia Europa, che a destra, lungo quelle della vecchia Africa, si trovano fortezze quasi in ogni porto, forse gli potrebbe venire a mente che il vecchio grido di "mamma li turchi" potrebbe sicuramente essere bilanciato da quello di "mamma li cristiani" certamente usato dai nostri dirimpettai in più occasioni. Quando si dice "la reciprocità"!.
Oggi torri merlate e manieri imponenti si alternano ad alberghi eleganti ed accoglienti. Gli uni impedivano ai nemici l’ingresso nel retroterra. Gli altri ospitano i loro nipoti il più comodamente possibile. Un bel progresso, non c’è che dire.
Ma come distinguere la bellica abbronzatura dei marinai dalla pacifica tintarella dei turisti?
Il Sole brilla ugualmente per tutti e gli uomini continueranno ad abbronzarsi ai suoi raggi. A loro scegliere per quale motivo. [continua]


frascati
L’informazione nella nuova età globale
(Alessio Colacchi) - Sabato 1 giugno il Grottaferrata Social Forum ha organizzato, presso le scuderie Aldobrandini di Frascati, un incontro da titolo "Spazi e azioni dell’informazione nella nuova età globale". La conferenza è iniziata alle ore 19:00, per terminare, dopo due ore di discussione, alle 21:00.
Amnesty International (gruppo-Italia 140) ha aderito all’iniziativa tenendo, durante il dibattito, un tavolino per la raccolta firme a sostegno dell’azione per il rispetto dei diritti umani in Palestina ed Israele.
All’incontro sono intervenuti: Lorenzo Guadagnucci, giornalista di Bologna, il quale ha raccontato la sua esperienza a Genova, nei giorni della riunione del G8 dell’estate scorsa e Raoul Mordenti, docente di critica letteraria all’università di Tor Vergata. Il primo ha presentato il suo libro, intitolato "Noi della Diaz" (edizione Altraeconomia), breve cronistoria di quanto ha vissuto personalmente e ha potuto osservare l’anno scorso a Genova; il secondo ha invece parlato delle minacce che incombono nel campo dell’informazione.
Chiari riferimenti sono stati fatti, quindi alle agenzie di stampa, considerate da Mordenti come i veri gestori e (in alcuni casi) i "manipolatori" delle stesse notizie. Gli interventi hanno suscitato molto interesse nel pubblico in sala, ma considerato l’orario e il giorno, gli organizzatori hanno ritenuto opportuno non prolungare ulteriormente l’incontro. Molte domande suscitate, probabilmente, potranno avere risposta nella ricerca di informazioni da più fonti e da una maggior senso critico nel riceverle, questo sfruttando anche i mezzi che vengono dalla stessa globalizzazione, come internet. Questo sembra essere il messaggio sostanziale dell’incontro.

colleferro

In quindicimila al concerto di Lucio Dalla
(La redazione) - "Usa la testa, usa il casco", la campagna sulla Sicurezza stradale, rivolta prevalentemente ai giovani e promossa dall’Assessorato ai Trasporti e Mobilità della Provincia di Roma, è terminata sabato 15 giugno a Colleferro con un concerto del cantautore Lucio Dalla nell’Area Artigianale "Valle Settedue". Il concerto dal vivo ha avuto un grande successo di pubblico. Erano oltre quindicimila ad applaudire uno tra i più amati cantautori italiani, e per tutti loro lo stesso Lucio Dalla ha voluto, di sua iniziativa, spendere qualche parola sulla sicurezza stradale e sull’opportunità di usare il casco.
Si è trattato di un bel momento musicale senza interventi politici, senza patrocini partitici: doveva arrivare un messaggio, ed è sicuramente arrivato... questo era importante.
"Per quanto riguarda il concerto - ha dichiarato l’on. Mario Cacciotti - desidero ringraziare in primo luogo il Presidente della Provincia di Roma Silvano Moffa che ha partecipato attivamente all’organizzazione dell’intera campagna, Lucio Dalla per la disponibilità, il prof. Francesco Riva dell’Istituto Odontoiatrico Eastmann di Roma, che è anche intervenuto al concerto, come del resto Marcello Cirillo, ed altri artisti, un ringraziamento è dovuto anche al Sindaco ed alla Giunta del Comune di Colleferro per l’organizzazione ed ai sindaci del comprensorio per la partecipazione.
Apprezzabile anche il lavoro delle Forze dell’Ordine, delle Guardie Provinciali, dei Vigili Urbani e della Protezione Civile i quali hanno consentito che tutto si svolgesse nel modo migliore possibile".

 I NOSTRI PAESI - pag. 09

Sommario anno XI numero 7 - luglio 2002