valmontone
La stazione ricostruita per un solo
giorno
(Luca
Ceccarelli) - Nel maggio del 1863 il Papa Pio IX, allora anche
sovrano, sia pure per poco, dello Stato della Chiesa, venne a visitare
Velletri e la zona limitrofa.
Il viaggio venne effettuato su un treno delle Ferrovie Romane, lungo la
linea inaugurata l’anno prima, dando il via alla tradizione di viaggi
ferroviari dei papi che, passando per il celebre viaggio a Loreto in treno
di Papa Giovanni XXIII, arriverà fino al recente viaggio ad Assisi che ha
intrapreso qualche mese fa Giovanni Paolo II per la preghiera ecumenica.
Su questo viaggio di Pio IX rende testimonianza il resoconto del canonico
Luigi Angeloni, autore del libro Viaggio di Sua Santità Papa Pio IX
nella città e provincia di Velletri.
L’Angeloni ci racconta della strepitosa accoglienza che ricevette il
Papa nella città di Velletri. Dopo aver visitato Velletri, il Papa
proseguì in treno lungo la ferrovia che allora collegava la cittadina dei
Castelli Romani con Colleferro (chiusa nel 1957), inaugurata anche questa
l’anno precedente (e c’è qualcuno che dice che durante il pontificato
di Pio IX le ferrovie venivano condannate e proibite nei territori dello
stato pontificio…). Scendendo con il treno per Colleferro il Papa
riceveva, a detta dell’Angeloni, un "plauso entusiastico"
sempre crescente, via via che il treno papale toccava le varie stazioni.
Da Colleferro il treno pontificale prese la via per Roma, lungo la
ferrovia che collega l’Urbe con Cassino e Napoli, e tra le altre
stazioni che toccò, era quella di Valmontone. Quest’ultima, che è
passata alla storia come quella da cui Cesare Pascarella fa iniziare la
prosa che racconta del suo viaggio in Ciociaria pubblicata su La
Tribuna e poi in volume (si tratta di pagine che riportano con
schiettezza il vernacolo valmontonese e l’allegria di un gruppo di
villani in gita di piacere) era un fabbricato a due piani dall’aspetto
dimesso, senza la minima pretesa di decoro.
Eppure, non così doveva apparire al Pontefice di passaggio, come rivela
una foto d’epoca in cui si vede la sagoma imponente di Papa Mastai
insieme ad un gruppo di prelati e di notabili, dirigenti delle Ferrovie
Romane e ministri del governo pontificio, davanti ad una facciata
dignitosamente decorata e molto più imponente di quella vera, bugnata
alla base, ornata di nicchie con le virtù teologali, e sovrastata da un
timpano.
Questa facciata era opera, nientemeno, che dell’architetto Andrea Busiri
Vici, progettista della chiesa di San Vincenzo de’ Paoli e dell’Arco
trionfale di Villa Pamphili.
Il racconto che fa l’Angeloni dell’accoglienza trionfale riservata a
Pio IX è manifestamente eccessivo, e poco credibile per il lettore di
oggi. Certo è, però, che la scenografia che si osserva nella foto, della
quale esiste un disegno di mano del Busiri Vici risalente a un anno prima,
riesce a dare alla stazioncina un aspetto ben diverso da quello di quel
modesto caseggiato che si vede ancora oggi scendendo dal treno a
Valmontone.
grottaferrata
Le Fortezze (in
particolare, San Nilo) terza
parte
(Massimo Medici) - Lentamente distogliamo lo sguardo dalla
Sardegna e, dalle onde del mare sferzate dal vento, vediamo sorgere a
volte lontane, a volte lontanissime, delle massicce costruzioni cinte da
alte mura merlate, intervallate da gigantesche torri. Tutto questo sembra
abbia lo stesso scopo: difendersi dai nemici, proteggere gli amici.
Il Mediterraneo, immenso bacino di acque sul quale si affacciano popoli
tanto dissimili fra loro, avrebbe potuto essere, nella storia, una via
solcata da una miriade di battelli per mettere in contatto fra loro tutti
quei popoli favorendo l’interscambio di culture, di merci e di filosofie
di vita e di pensiero, ma le molte fortezze che vediamo sorgere sulle sue
coste, ci provano che lungi da essere considerato qualcosa che unisce, il
mare fu anche troppo spesso usato come una liquida trincea da difendere
con un’infinità di torri e di alte muraglie. E di castelli e di
bastioni il Mediterraneo ne è pieno. Ad Ovest, la sua porta che lo separa
dall’Oceano, nota fin dall’antichità come le "Colonne d’Ercole",
è fortificata fin dai tempi di Carlo V, rafforzata durante il secolo XlX
ed anche nei primi decenni del XX, è ora una delle più potenti
piazzeforti del mondo. Occupata dagli inglesi durante la guerra di
successione spagnola fu assegnata, dal Trattato di Utrecht, appunto all’Inghilterra
sotto il dominio della quale è rimasta malgrado vari tentativi degli
spagnoli di tornarne in possesso.
Il territorio ispanico è collegato, attraverso un istmo basso e sabbioso
alla Rocca di Gibilterra che, improvvisamente, sale fino a 425 metri con
pendii ripidissimi di roccia molta dura, che ne facevano e ne fanno una
fortezza naturale. Ovvio che una tale posizione così imprendibile e tanto
elevata sul livello del mare proprio all’interno del Mediterraneo abbia
fatto e faccia tuttora gola a chi voglia controllare l’entrata di un
mare interno come questo. È quindi il caso di ricordare come contesa tra
gli arabi comandati da Tarik nel 711, che vi sbarcò iniziando la
conquista della Spagna, riconquistata da Pèrez de Guzman sei secoli dopo,
ripresa dagli arabi e successivamente tornata in mani cristiane ad
opera del Marchese di Medina Sidonia nel 1462, fu occupata dagli inglesi
nel 1704 e da allora, come s’è detto, ad essi è rimasta.
Fra tutte queste guerre, ogni conquistatore si è sempre preoccupato di
renderla inespugnabile fino a quello successivo. Ne consegue che oggi è
una grandissima fortezza dotata delle armi più moderne che, stando sulla
porta del Mediterraneo, sembra dire a chi entra e ricordare a chi esce che
questo mare (il nostro vecchio, caro, "mare nostrum") non è mai
stato molto tranquillo. O meglio, il mare sarebbe tranquillo salvo quando
s’alza forte il vento ed in quel caso è un magnifico spettacolo; il
fatto è che non sono sempre tranquilli gli abitanti che ne abitano le
coste, e meno lo diventa quando è solcato da navi da guerra i cui marinai
provengono da altri mari e da altre coste lontane e, spesso, lontanissime.
Quando, poi, il viaggiatore entrando si avvede che, sia a sinistra lungo
le rive della vecchia Europa, che a destra, lungo quelle della vecchia
Africa, si trovano fortezze quasi in ogni porto, forse gli potrebbe venire
a mente che il vecchio grido di "mamma li turchi" potrebbe
sicuramente essere bilanciato da quello di "mamma li cristiani"
certamente usato dai nostri dirimpettai in più occasioni. Quando si dice
"la reciprocità"!.
Oggi torri merlate e manieri imponenti si alternano ad alberghi eleganti
ed accoglienti. Gli uni impedivano ai nemici l’ingresso nel retroterra.
Gli altri ospitano i loro nipoti il più comodamente possibile. Un bel
progresso, non c’è che dire.
Ma come distinguere la bellica abbronzatura dei marinai dalla pacifica
tintarella dei turisti?
Il Sole brilla ugualmente per tutti e gli uomini continueranno ad
abbronzarsi ai suoi raggi. A loro scegliere per quale motivo. [continua]
frascati
L’informazione
nella nuova età globale
(Alessio Colacchi) - Sabato 1 giugno il Grottaferrata Social
Forum ha organizzato, presso le scuderie Aldobrandini di Frascati, un
incontro da titolo "Spazi e azioni dell’informazione nella nuova
età globale". La conferenza è iniziata alle ore 19:00, per
terminare, dopo due ore di discussione, alle 21:00.
Amnesty International (gruppo-Italia 140) ha aderito all’iniziativa
tenendo, durante il dibattito, un tavolino per la raccolta firme a
sostegno dell’azione per il rispetto dei diritti umani in Palestina ed
Israele.
All’incontro sono intervenuti: Lorenzo Guadagnucci, giornalista di
Bologna, il quale ha raccontato la sua esperienza a Genova, nei giorni
della riunione del G8 dell’estate scorsa e Raoul Mordenti, docente di
critica letteraria all’università di Tor Vergata. Il primo ha
presentato il suo libro, intitolato "Noi della Diaz" (edizione
Altraeconomia), breve cronistoria di quanto ha vissuto personalmente e ha
potuto osservare l’anno scorso a Genova; il secondo ha invece parlato
delle minacce che incombono nel campo dell’informazione.
Chiari riferimenti sono stati fatti, quindi alle agenzie di stampa,
considerate da Mordenti come i veri gestori e (in alcuni casi) i
"manipolatori" delle stesse notizie. Gli interventi hanno
suscitato molto interesse nel pubblico in sala, ma considerato l’orario
e il giorno, gli organizzatori hanno ritenuto opportuno non prolungare
ulteriormente l’incontro. Molte domande suscitate, probabilmente,
potranno avere risposta nella ricerca di informazioni da più fonti e da
una maggior senso critico nel riceverle, questo sfruttando anche i mezzi
che vengono dalla stessa globalizzazione, come internet. Questo sembra
essere il messaggio sostanziale dell’incontro.
colleferro
In quindicimila al concerto di Lucio
Dalla
(La redazione) - "Usa la testa, usa il casco", la
campagna sulla Sicurezza stradale, rivolta prevalentemente ai giovani e
promossa dall’Assessorato ai Trasporti e Mobilità della Provincia di
Roma, è terminata sabato 15 giugno a Colleferro con un concerto del
cantautore Lucio Dalla nell’Area Artigianale "Valle Settedue".
Il concerto dal vivo ha avuto un grande successo di pubblico. Erano oltre
quindicimila ad applaudire uno tra i più amati cantautori italiani, e per
tutti loro lo stesso Lucio Dalla ha voluto, di sua iniziativa, spendere
qualche parola sulla sicurezza stradale e sull’opportunità di usare il
casco.
Si è trattato di un bel momento musicale senza interventi politici, senza
patrocini partitici: doveva arrivare un messaggio, ed è sicuramente
arrivato... questo era importante.
"Per quanto riguarda il concerto - ha dichiarato l’on. Mario
Cacciotti - desidero ringraziare in primo luogo il Presidente della
Provincia di Roma Silvano Moffa che ha partecipato attivamente all’organizzazione
dell’intera campagna, Lucio Dalla per la disponibilità, il prof.
Francesco Riva dell’Istituto Odontoiatrico Eastmann di Roma, che è
anche intervenuto al concerto, come del resto Marcello Cirillo, ed altri
artisti, un ringraziamento è dovuto anche al Sindaco ed alla Giunta del
Comune di Colleferro per l’organizzazione ed ai sindaci del comprensorio
per la partecipazione.
Apprezzabile anche il lavoro delle Forze dell’Ordine, delle Guardie
Provinciali, dei Vigili Urbani e della Protezione Civile i quali hanno
consentito che tutto si svolgesse nel modo migliore possibile". |