Sommario anno XI numero 4 - aprile 2002
I
NOSTRI PAESI -
pag. 11
Allarme
per i Laghi dei Castelli Romani
(Reseda
Onlus) -
L’abbassamento del livello dei laghi diventa sempre piu preoccupante.
Ormai la situazione idrica dei Laghi dei Castelli Romani è oltremodo
preoccupante, i livelli dei Laghi sono scesi sotto i tre metri rispetto al
livello normale. Il fenomeno è conosciuto ormai da anni, e principalmente
è causato dall’enorme sfruttamento delle falde da parte dei centri
urbani e dalle zone industriali.
Nel 1995 il servizio idrico della Provincia di Roma calcolò che, senza
tenere conto del prelievo di acqua da parte delle industrie, il deficit
idrico tra quello che la natura ci offre e quanto prelevano i comuni era
di 5 milioni di mc
all’anno. Osservando le foto è piu che evidente quello che sta
succedendo. Nelle foto si possono, infatti, osservare i piloni per le
corsie di gara delle canoe, nel 1988 erano quasi del tutto sommersi, ora
nel 2002 sono completamente fuori dell’acqua.
I laghi essendo di origine vulcanica sono approssimativamente a forma di
cono, per cui la maggior parte dell’acqua è nei primi metri, più passa
il tempo e più velocemente si svuoteranno. Lo stato delle risorse idriche
è molto grave anche perché, oltre al consumo non sostenibile delle
risorse idriche, inizia a farsi sentire la siccità dovuta all’aumento
dell’effetto serra. Entrambi gli effetti non sono naturali ma causati
dall’azione dell’uomo.
È
ora di lanciare seriamente la sfida della sostenibilità e chiedere ai
Comuni e al Parco dei Castelli Romani di:
- bloccare ogni ulteriore cementificazione del territorio;
- ripristinare fossi e valloni con opere di ingegneria naturalistica;
- riforestare le aree degradate e disboscate;
- realizzare azioni volte alla diminuzione del consumo idrico.
Come Organizzazione Non Lucrativa d’Utilita Sociale, Reseda stà
cercando di sensibilizzare la popolazione ad un minor consumo d’acqua e
alla difesa delle risorse idriche e degli ambienti umidi, questo in
collaborazione ad esempio con la XI Comunita montana del Lazio. La
campagna di sensibilizzazione stà portando oltre duemila studenti a
conoscere i laghi e le zone umide piu importanti dei Castelli Romani, gli
studenti osserveranno la vita acquatica, faranno rilievi e campionamenti
dell’acqua. È da rilevare, infatti, che anche la fauna e la flora
acquatica stanno diminuendo a causa dell’abbassamento dei laghi. I
cannucceti sono rimasti a secco, così anche gli alberi d’Ontano e di
Salice con l’evidente mancanza di luoghi dove nidificare per gli uccelli
e i pesci. Rilievi sulla flora hanno dimostrato una diminuzione del 50%
della presenza di plancton e di piccoli invertebrati. La diminuzione della
base della catena alimentare porterà successivamente alla diminuzione
delle specie superiori. Ricordiamo che il Lago Albano è stato inserito
per la sua importanza naturalistica nell’elenco dei siti di importanza
comunitaria.
Chiunque voglia contribuire alla difesa dei laghi puo contattare il CREA
Centro di Riferimento per l’Ecologia e l’Ambiente Tel. 06 9368027, ci
si puo rivolgere al CREA sia per denunciare fatti o situazioni sia per
aiutare come volontari alla difesa dei laghi. Inoltre, il mondo della
scuola e le amministrazioni pubbliche sensibili al problema
dell’ambiente, possono rivolgersi al CREA per organizzare campagne
educative e di sensibilizzazione per gli studenti e la cittadinanza e
realizzare azioni di recupero naturalistico.
“Il
convento di Palazzolo sul Lago Albano”
(Silvia
Cutuli) -
Il Giornale Controluce è stato invitato dal Soprintendente per i Beni
Architettonici e il Paesaggio del Lazio Costantino Centroni, alla
presentazione del volume “Il Convento di Palazzolo sul lago Albano”
curato dall’Architetto Marina Cogotti, edito da Gangemi Editore- Roma.
La presentazione si è svolta Martedì 5 marzo a Roma, in un salone del
Palazzo di Via Cavalletti, che ospita la sede della Soprintendenza per i
Beni Architettonici e il Paesaggio del Lazio. Hanno partecipato
all’evento: Roberto Cecchi - Direttore Generale per i Beni
Architettonici e il Paesaggio, Pio Baldi - Direttore Generale per
l’Architettura e l’Arte Contemporanea, Marcello Fagiolo - Direttore
del Centro Studi sulla Cultura e l’Immagine di Roma, presente l’On.
Vittorio Sgarbi -Sottosegretario per i Beni e le Attività Culturali.
La realizzazione del volume è testimonianza del restauro eseguito sul
Convento di Palazzolo, nell’ambito del programma di interventi per il
Giubileo, denominato “Lazio Ritrovato”, attraverso il quale la
Soprintendenza per i Beni Architettonici e il Paesaggio del Lazio, ha
curato il recupero di venti monumenti laziali.
Nell’introduzione dell’Architetto Cogotti, riscopriamo la storia di
Palazzolo, il cui nome si fa derivare da Palatiolus, una costruzione
romana, probabilmente una villa, sulle cui rovine furono edificati un
convento e una chiesa già in epoca medievale (secoli XII e XIII). Allora
il convento faceva capo alla più importante abbazia delle Tre Fontane a
Roma; con il trasferimento della sede apostolica in Avignone all’inizio
del ‘300 e le conseguenti difficoltà economiche, il convento cadde in
decadenza. Fu rilevato per un periodo dai Certosini e da essi affidato nel
1449 ai frati minori Francescani. Da Onorio III, Palazzolo fu dichiarato
Abbazia e nel 1773 iniziarono i lavori di ristrutturazione affidati al
portoghese francescano Fonseca da Evora. Oltre ad un restauro generale
della chiesa, fu
costruito un grande muraglione per contenere un giardino pensile,
venne riedificato il chiostro ed aumentati i locali del convento. Con la
rivoluzione del Portogallo del 1910 l’abbazia di Palazzolo venne
confiscata e nel 1912 i frati dovettero lasciare la residenza.
Oggi il complesso di Palazzolo è sede di un collegio religioso inglese,
luogo di villeggiatura e di esercizi spirituali per gli studenti.
Riviviamo il fascino di questo angolo tra i più belli dei Castelli
Romani, nelle diapositive che scorrono ritraendo lo specchio del lago
Albano, sul quale si affaccia il complesso di Palazzolo, costituito da una
chiesa con fasce bianche di marmo che solcano orizzontalmente la facciata,
da un chiostro articolato su uno spazio quadrato e da un giardino pensile
che conserva i resti della fontana di Gian Domenico Navone del XVIII
secolo. Le immagini ritraggono poi, l’area del terreno circostante
Palazzolo, mostrando sul costone il sepolcro rupestre con la facciata
monumentale scolpita nella roccia, attribuito a Gneo Cornelio Scipione
Hispalo morto nel 176 a.C.; al di sopra del convento domina la Villa
Colonna, detta anche Villa del Cardinale. Seguendo una strada che
costeggia il bacino lacustre al di sotto del convento, sono visibili
alcune grotte, una delle quali detta di Gasperone, dal nome del noto
brigante che si suppone vi trovò rifugio. Scendendo più in basso verso
la riva del lago si trovano i resti del romitorio di Sant’Angelo in Lacu.
I lavori di restauro commissionati dalla Soprintendenza, hanno tenuto
conto degli aspetti storico-artistici, archeologici, paesaggistici che
caratterizzano la storia del convento, accettando il monumento cosi come
oggi è. Pio Baldi testimonia come l’intervento abbia aumentato la vita
dei materiali, andando “delicato” sul paesaggio circostante; non si è
trattato solo di risolvere problemi tecnici, ma di dare
un’interpretazione attendibile di tutte le modifiche che hanno mutato
nel corso del tempo l’immagine del convento, restituendolo come oggi ci
appare. Si è lavorato collocandosi nel flusso del tempo, cercando di
cogliere nella stratificazione storica, il senso del luogo. Il lavoro
dello storico e quello del ricercatore/restauratore sono stati organizzati
in equipe: si sono rivisitati i luoghi attraverso i personaggi chiave
degli interventi restauratori, si è recuperato il contesto dei Castelli
Romani consultando il materiale degli Archivi Aldobrandini di Frascati e
di Palazzo Chigi di Ariccia.
Gli interventi eseguiti sono illustrati con fotografie raccolte nel
volume, si è prestata notevole attenzione alla sostituzione di eventuali
pezzi, documentando il materiale sostituito, è stato ripulito dai rovi il
giardino pensile, piantando dei cipressi. Particolarmente meritevole è il
lavoro eseguito su una meridiana presente su una parete del convento, sono
stati effettuati da esperti i calcoli necessari e si è proceduto a
riposizionare l’orologio solare, con grande gioia del rettore del
collegio di Palazzolo, che originario dell’Inghilterra, non è abituato
a vedere il sole.
Nel volume dell’Architetto Cogotti è scritta la storia di un monumento,
del Convento di Palazzolo sul lago Albano ritrovato
e restituito in tutto il suo valore storico e artistico, grazie al lavoro
di ricerca e restauro curato dalla Soprintendenza per i Beni
Architettonici e il Paesaggio del Lazio.
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