Sommario anno XI numero 1 - gennaio 2002
I
NOSTRI PAESI -
pag. 04
I suoi misteri
(Pino D’Agostini).
Questo tranquillo paesetto, costruito
sul lato settentrionale del grande vulcano laziale, su di un cono di
scorie, offre a chi si inerpica tra le sue stradine, uno spettacolo a
volte veramente affascinante.
I suoi ampi panorami che abbracciano dai monti al mare e che spesso ci
fanno assistere a dei tramonti eccezionali (anche delle albe spettacolari
a chi è mattiniero), danno sicuramente un senso di potenza e di profondità
unici. Le stradine, spesso sporche e quasi dimenticate, riportano a
momenti di altre epoche. Nelle sere d’inverno rumori lontani affievoliti
dal freddo e dal vento si uniscono a odori che solo Monte Compatri
riesce a dare. E i pensieri vagano tra i mille ricordi vicini e quelli di
altre epoche lontane.
Qua e la “pezzi” di epoca romana, appiccicati sui muri, sembrano voler
parlare di qualcosa, sembra che vogliano indicare una strada a chi è
disposto ad ascoltare. Una colonna su via P.Martini, sembra fare da porta
ad un mondo sconosciuto, di un altra dimensione. E poi la famigerata via
della cordonata o condannata che riporta alla memoria
Caterina la zoppa, arsa viva per amore e tacciata dalla santa
inquisizione come strega.
Ancora affiorano in quei luoghi massi di sperone facendo intuire come le
tecniche di costruzione assecondavano l’aspetto morfologico del paese.
Un po’ più su, alla Mandra, l’antica strada di accesso al castello
degli Annibaldi e li su di un muro un marmo bianco, rappresenta la catena
della vita. La salsiccia del DNA, simbolo caro ai massoni.
L’antica strada d’accesso è stata chiusa forse a simboleggiare un
passato che non c’è più se non agli iniziati. Altri simboli come la
bilancia, il compasso, la nave ecc. si possono osservare praticamente
ovunque nel paese e soprattutto sui portali delle case. Una lapide ricorda
un “philargivo” un seguace degli argivi dunque e proprio da questo
mitico popolo gli Argonauti, sembra che nascano le più belle storie
esoteriche, è il mondo del mistero.
Continuando a camminare si arriva al vertice del paese, ove come è
consuetudine costruttiva da millenni, si innalza il grande tempio, ora
chiesa dell’Assunta. L’ingresso è, come nella migliore tradizione
massonica e templare, tra due colonne le mitiche Jachin e Boaz. Il
canonico Crampon spiega così i nomi delle due colonne: Jachin sta a
significare “egli stabilirà”; Boaz, invece, “nella forza”. Le due
parole riunite significano dunque: Egli stabilirà nella forza, solidamente, il tempio e la
religione di cui egli stesso è il centro. – Rappresentano quindi Jod
il maschile-attivo e Beth il femminile-passivo (dalle iniziali dei
nomi). J è considerato dagli ebrei il simbolo della mascolinità per
eccellenza mentre B. è il simbolo dell’utero, della casa, della
caverna.
Sugli stipiti del portone un’altra curiosità
attira una riflessione: due croci greche scolpite. Le croci si
differenziano dai crocifissi e per forma e per simbolismo. È infatti
questa la copia della croce che i Templari portavano disegnata sui
mantelli. I Templari finirono la loro vita ufficiale quando fu giustiziato
Ugo de Paynes come eretico. Si racconta che, in quel preciso momento,
tutti i portali delle chiese dei Templari si ruppero e guarda caso, anche
il nostro portale è spezzato. Mi fermo qui per una questione di spazio ma
molte altre cose si potrebbero raccontare di Monte Compatri e dei suoi
misteri. Dimenticavo: la chiesa prima di essere dedicata all’Assunta era
intitolata a Santa Brigida che è la patrona d’Irlanda di chiara cultura
celtica. Ed è la chiesa più grande dei Castelli.
Le fantasie
dell’Assessorato all’Ambiente
(Circolo
Legambiente “La Spinosa”).
Abbiamo letto con non poca sorpresa la
notizia diffusa dall’Assessorato all’Ambiente del Comune di Velletri
che “mercoledì 21 novembre, realizzando l’auspicata definizione dei
termini del Monte Artemisio, l’Assessore Nardini presenziava all’infissione
dei paletti di confine sui quali verranno sistemate le apposite tabelle di
perimetrazione del Parco dei Castelli Romani…”.
A leggere quanto sopra scritto, si evince che il Piano di Assetto e la
relativa Perimetrazione siano state adottate dalla Regione Lazio, con
conseguente arretramento dei limiti sulla cresta dell’Artemisio rispetto
alla proposta presentata dall’allora Amministratore Straordinario Arch.
Ravaldini. Nulla di tutto ciò. A sedici anni dalla costituzione del già
Parco Suburbano dei Castelli Romani, il Piano di Assetto non è stato
ancora ratificato, neanche negli ultimi giorni del novembre di
quest’anno. Né convalidando il Piano Sciarrini (9000 ettari) né quello
Ravaldini (13.000 ettari). Per di più ci risulta che, le sbandierate
tabelle, siano state affisse proprio dal Parco per l’esigenza di
delimitare visivamente la zona ancora purtroppo consentita all’attività
venatoria ed evitare così sconfinamenti nell’area protetta. Alla fine
dunque, nulla di nuovo e solo grossi titoli su settimanali locali, sponsor
e sostenitori dell’antiambientalismo più becero. Ci è impossibile
comprendere inoltre come “la difesa della natura”, venga attuata
mediante il restringimento di un’area tutelata!! Una contraddizione in
termini. Evidentemente è la stessa “difesa” della natura che
legittima centinaia di case abusive, premia i loro costruttori passando i
terreni a zona “L” e ne consente perciò di costruirne altre con
altissimi coefficienti di edificabilità. È la stessa “difesa” della
natura che rende possibile la costruzione di una strada che taglia la
montagna dalla Via dei Laghi a Via Lata passando e dividendo magari decine
e decine di proprietà private (vedi ultima variante PRG del Comune di
Velletri). È la stessa “difesa” della natura che fa vagheggiare
amministratori pubblici sulla costruzione di un bacino artificiale sul
Monte Artemisio…!!! Ci risulta inoltre completamente estranea la
polemica ed i riferimenti a certa conflittualità politica. Ci piace solo
ricordare che in un recente passato di elezioni comunali a Velletri,
entrambi gli schieramenti si sono battuti per il ridimensionamento del
Parco Regionale, nella continua ed esasperata “caccia” al voto,
dimenticando scelte e posizioni ambientaliste (di comodo) adottate
precedentemente.
I sostenitori dei paradisi dell’Est o del Liberismo più sfrenato
dunque, riuniti dietro ad una unica bandiera: quella antiambientalista.
Vorremmo terminare citando alcuni brani dal messaggio del Presidente della
Repubblica in occasione del Convegno organizzato dalla Federparchi sul
decennale della Legge quadro 394 sulle aree protette: “l’allargamento
della tutela del territorio italiano”, dice Carlo Azeglio Ciampi, “è
un risultato dell’impegno che l’Italia, in linea con gli altri paesi
europei, ha dedicato alla conservazione del suo ricco patrimonio boschivo
e naturale”; “i Parchi sono laboratori a cielo aperto, ecosistemi
delicati e complessi, essenziali per la salvaguardia dell’ambiente e
della salute dell’uomo”; “le aree protette rappresentano modelli di
integrazione delle varietà naturalistiche con il contesto storico e
culturale del nostro territorio, legato ad antiche tradizioni”; “lo
sviluppo in settori come il turismo, l’agricoltura, l’artigianato, la
gestione dei beni culturali, è oggi sempre più legato alla realizzazione
di progetti promossi da soggetti istituzionali pubblici e
dall’associazionismo privato, impegnati nelle politiche di
valorizzazione del territorio.” Ricordiamo in ultimo all’Assessore
all’Ambiente del Comune di Velletri Francesco Nardini, che il Monte
Artemisio, proprio per quei boschi originari ancora presenti sul versante
sud, versante che si vorrebbe sottrarre al Parco Regionale, è stato
inserito dalla Comunità Europea tra i Siti di Interesse Comunitario.
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