Sommario anno X numero 12 - dicembre 2001
STORIA
-
pag. 20
I
Farnese
di
Alberto Restivo
antefatto
Nel
sogno, Campo de’ Fiori appariva completamente deserta, inondata dal
caldo sole dell’estate che dardeggiava con accanimento il cappuccio
bronzeo di Giordano Bruno al centro della piazza.D’improvviso, l’ombra
che la statua del monaco proiettava sull’asfalto sembrò animarsi e
girandosi verso di me che faticosamente tentavo di attraversare la piazza,
con il suo accento nolano mi disse: ”Guagliò,
ma quando vi decidete a scrivere doje righe per me e per questa piazza
?“Rimasi immobile, freddo di sudore e nel sonno risposi: ”Mah,
veramente… avrei un mezzo impegno con i Farnese… vi dispiace se solo
la prossima volta mi dedicherò a voi? Ho fatto una promessa e stavo
andando proprio a vedere la piazza qui vicina..!“.Devo aver
farfugliato nel sonno queste parole, così che la legittima compagna che
mi dormiva a fianco si insospettì e la mattina dopo mi chiese, con fiero
cipiglio, con chi ce l’avevo la notte precedente e con chi avevo
appuntamento dai ...Farnese...
Recuperai una cartellina, gelosamente custodita, con tutti gli appunti,
ritagli, fotocopie di manoscritti e quant’altro potesse servirmi per la
ricerca, esibii il materiale all’inquisitrice e... fui salvo!
piazza
farnese
Ma
eccoci giunti sulla piazza: non possiamo non riconoscere che Roma vanta le
più celebri e grandiose piazze che adempiono a funzioni ben distinte.
Alcune sono sorte per essere destinate all’accoglienza del forestiero
proveniente dal nord (Piazza del Popolo) o sede di alberghi e di servizi
di accoglienza (Piazza di Spagna) per un turismo di alto livello; altre
come introduzione a Roma dell’espansione italiana dopo il 1870 (Piazza
Esedra) ed avvicinamento al Quirinale o come luogo di incontro dei
pellegrini con le maggiori Basiliche ed i luoghi delle più venerate
reliquie (S. Giovanni, S.M. Maggiore, S. Pietro) oltre che luoghi di
purificazione morale e raccoglimento. Ma anche come luoghi posti al
servizio delle corti della nobiltà romana (Piazza Colonna al servizio dei
Chigi, Piazza del Quirinale al servizio del palazzo omonimo sede del
potere pubblico della Chiesa, Piazza Navona “cortile“ del Palazzo
Doria Pamphili, Piazza Borghese e finalmente la
Piazza del Duca davanti al Palazzo dei Farnese, famiglia papale con
pretese di regnare.
i
farnese
Ma
chi erano questi Farnese? Dalle fonti sono descritti come una grande
famiglia italiana che regnò sul Ducato di Parma e Piacenza dal 1545 al
1731. L’origine è oscura: si hanno notizie di un Pietro,
console di Orvieto verso la fine del X secolo.
È certo comunque che i Farnese appartennero, tra l’XI ed il XV secolo,
alla piccola nobiltà feudale e guerriera della zona di Bolsena ed ebbero
importanti cariche pubbliche ad Orvieto e Viterbo, mentre talvolta furono
al servizio di Firenze a sostegno della parte guelfa contro i Ghibellini.
Tra i loro possedimenti originari, oltre al Castello e al Borgo, poi detto
Farnese, si ricorda il Borgo di Ischia di Castro, sempre nel Viterbese.
Un
Guido Farnese fu Vescovo
di Orvieto nel 1302, un altro, Pietro,
fu Capitano
generale di Firenze nella guerra contro Pisa (1362) e fu sepolto
nel 1363 in S. Maria del Fiore.
Quindi, tutti valorosi uomini d’arme, che consolidarono ed ampliarono i
loro possedimenti intorno al Lago di Bolsena, ma il primo personaggio con
il quale la famiglia si inserì nella vita di Roma fu Ranuccio
il Vecchio (1375-1460), senatore della città e difensore dello
Stato Pontificio con Papa Martino V Colonna ed Eugenio IV.
Con il figlio Pier
Luigi, che ebbe in sposa Giovanna Caetani duchi di Sermoneta, si
consolidò la posizione dei Farnese a Roma. Ebbero tre figli: Bartolomeo,
capostipite del ramo di Latera estintosi nel 1668, Alessandro
e Giulia, detta La
Bella per la sua avvenenza, amata dal Cardinale Rodrigo
Borgia con cui continuò la relazione anche quando questi, che
favorì le nozze di lei con il nobile Orsino Orsini (che trasse vantaggi
dal favore papale) diventò Pontefice con il nome di Alessandro VI. Su di
lui, Giulia ebbe non poca influenza che giovò soprattutto alla propria
famiglia, specie al fratello Alessandro
la cui ascesa al soglio pontificio con il nome di Paolo
III°, significò la definitiva fortuna della famiglia Farnese.Il
Ducato di Parma e Piacenza rimase comunque nelle mani dei Farnese con Pier
Luigi figlio di Alessandro, I duca, ma assassinato nel 1547 ad
opera di nobili Piacentini, appoggiati dalla Famiglia Gonzaga, nemica
irriducibile dei Farnese.Nel 1547 e fino al 1586, il ducato passò al
secondogenito
Ottavio, il duca, che aveva sposato Margherita d’Austria, figlia
naturale di Carlo V. Altri figli di Pier
Luigi furono Alessandro
e Ranuccio
cardinali.
Nel 1586, ad Ottavio successe il Gran
Capitano Alessandro e via via altri 5 duchi fino ad Antonia
Farnese con cui, nel 1731, si estinse la discendenza diretta dei
Farnese.
La nipote di Antonio Farnese, Elisabetta,
figlia di Odoardo, fu l’ultima discendente, sposa di Filippo V di
Borbone re di Spagna, ottenne per suo figlio don Carlos, la
successione.Senza assurgere a grande importanza nella storia d’Italia,
nonostante le ambizioni dei duchi Pier Luigi e Odoardo, i Farnese si
distinsero per il loro mecenatismo che consentì la realizzazione di
preziose raccolte d’arte e la costruzione di edifici grandiosi a Roma
come Palazzo Farnese, la Chiesa del Gesù, a Caprarola l’omonima villa e
a Parma la reggia ed il teatro.
alessandro
farnese
, papa e mecenate
La figura che rimane più vicina a noi è quella di Alessandro Farnese,
che spicca nelle vicende storiche della famiglia per gli impegni sostenuti
come Pontefice, la cui nomina, il 13 ottobre 1534, fu acclamata dai romani
con molta gioia e speranza.
La scelta del Conclave era stata saggiamente ponderata: le ferite inferte
alla città per un intero anno (maggio 1527- maggio 1528) ad opera dei
soldati di Carlo V, benchè fossero trascorsi sette anni, erano ancora più
che mai aperte. Perciò, per cancellare il ricordo di quel triste periodo,
causato dalla politica errata di Clemente VII, i cardinali d’accordo
proposero di eleggere al soglio pontificio un romano proveniente da una
illustre famiglia che aveva ormai da tempo piantato la sue radici in Roma
ed al servizio della cattedra di Pietro.
Assunto il nome di Paolo
III, Alessandro Farnese seppe come fare per non deludere i suoi
concittadini, con una efficace ripresa economica, provocata da una
ininterrotta serie di imponenti lavori edilizi e di ammodernamento della
città.
Per ovvii motivi di spazio e di tempo, non è possibile trattare di questo
vasto programma, tuttavia, va ricordato il progetto di cui, appena
nominato papa, Paolo III volle occuparsi e che concerneva un centro della
città di eccezionale valore anche simbolico, dove stabilire la propria
residenza: il Palazzo Venezia ed il sovrastante Campidoglio, concepiti
come unità
residenziale fortificata.
Fonti documentate menzionano il Palazzo S. Marco (più tardi intitolato a
Venezia in quanto sede dell’ambasciatore veneto) fu fatto costruire da
Paolo II (1464-71) nel cuore della città: Alessandro Farnese lo scelse
come abitazione estiva, nella quale sfuggire all’aria malsana del
Vaticano (il Quirinale doveva venire più tardi) e poi per la sua
vicinanza al colle del Campidoglio.
Questo secondo fattore fu di enorme importanza dal punto di vista pratico
poiché veniva ripetuto il modello della cittadella fortificata al di là
del Tevere (palazzi Vaticani, passetto del Borgo, Castel S. Angelo),
infatti Palazzo S. Marco, con il suo annesso palazzetto, veniva unito
mediante un corridoio pensile, ad un torrione appositamente costruito sul
fianco sinistro della Chiesa della Aracoeli (torrione che venne distrutto
alla fine del 1800 per dare spazio al Vittoriano).
In caso di pericolo, il Pontefice avrebbe potuto mettersi agevolmente in
salvo nel torrione.
Inoltre, il Campidoglio aveva anche un valore simbolico e cioè il valore
della libertà
repubblicana antagonista del potere
ecclesiastico; le due fazioni come noto, si scontrarono per secoli
in una vera e propria guerriglia urbana: l’una libertaria comunale,
repubblicana, l’altra filo papale, di solito sostenuta da forze estranee
a Roma (l’Impero ed altri principati italiani).
Nel
prossimo numero terminerà la storia dei Farnese ripartendo dal ritorno
dei Papi da Avignone e dal loro insediamento in Vaticano.
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