Sommario anno X numero 12 - dicembre 2001
I
NOSTRI PAESI -
pag. 07
monte
compatri
20a
Corsa dell’Angelo
di
Gelsino
Martini
l
1° novembre scorso oltre 300 atleti hanno partecipato alla “Corsa
podistica dell’Angelo” che, partendo da Monte Compatri, si snoda per
15 Km. anche attraverso i territori dei comuni di Colonna e Monte Porzio
Catone nel variegato panorama naturale ricco di colori dei vigneti e
boschi di castagno. La classica nazionale, giunta alla sua ventesima
edizione è stata organizzata dall’Associazione Sportiva “Atletica
Tusculum”, dal Comune di Monte Compatri, dalla Monte Compatri 2000
Pro-Loco, in collaborazione con “Beta 91” la sez. C.R.I. di Monte
Compatri ed il Patrocinio del Parco Regionale dei Castelli Romani e della
XI Comunità Montana.
L’atleta Erradi Rachid dell’Atletica Frosinone ha tagliato per primo
il traguardo percorrendo i 15 km del percorso in 48m
33s
alla media di 18,54 Km/h; al
2° posto si è piazzato, a 30 secondi dal vincitore, Foligni Luca
della Società Villa Aurelia; 3° Fioravanti Fabio, della Società Bancari
Romani, a 1m
02s.
Tra le donne partecipanti si è clasificata prima, con il tempo di 58m
25s,
Cetorelli Doriana che corre per i colori della Società Roma Road Runner
Club, seguita da Cianfarani Cristina della Atletica Amatori Velletri.
Tra le società partecipanti, troviamo al primo posto la World Track con
al seguito gli amici dell’Amatori Velletri, Podistica Ostia e Atletica
Roma 83. Con la corsa dell’Angelo, ultima delle quattro gare previste,
si è anche concluso il “1° Grande Slam Podistico Tusculum”
iniziato l’8 Aprile 2001 a Frascati con il “Giro delle Ville Tuscolane”
e seguito poi,
il 20 maggio, dalla
Prima Corsa del Narciso organizzata a Rocca Priora e dal “11°
Trofeo Vini Pallavicini” svoltosi il
29 settembre a Colonna.
Ricchi pacchi (in generi alimentari) hanno premiato i primi classificati
delle categorie amatori FIDAL maschili e femminili, e per tutti un
energetico ristoro con acqua, crostate, cornetti e dolciumi vari, offerti
dal “Circolo La Fraschetta” di Rocca Priora e dalla pasticceria
“Ranieri”.
monte
compatri
I
personaggi significativi della nostra storia
Ecco
altri due personaggi tratti dal lavoro “Da
Monte Compatri all’Europa”
delle classi V C-D dell’Istituto Comprensivo di Monte Compatri; un
progetto finanziato dalla Comunità Europea e dal Comune.
Don
Francesco Bassani
Fu il parroco del paese dal settembre del 1936 al settembre del 1953. A
lui è dedicata una via “della Cucca” la zona nuova del paese.
Durante la guerra salvò molti Monticiani, infatti era segretamente
informato delle intenzioni dei Tedeschi e così, quando c’erano i
rastrellamenti, lui suonava le campane per avvisare. Ai tedeschi diceva
che il suono delle campane serviva per chiamare tutti i cittadini, ma gli
uomini sparivano e rimanevano solo le donne, i vecchi e i bambini. Don
Bassani non era nato a Montecompatri, ma è sepolto nel cimitero del
paese. Tutti i Monticiani lo conoscono, anche i bambini perché, vicino al
vecchio lavatoio, c’è la “Casa Don Bassani”; nella grande sala del
centro si svolgono incontri culturali e anche ricreativi.
Noi quest’anno ci siamo andati con la scuola per parlare della
sicurezza e della protezione civile.
Giuseppe
Ciaffei
Giuseppe Ciaffei è nato a Montecompatri nel 1904.
Si è laureato in legge all’università di Roma. Durante l’ultima
guerra era ufficiale dei Carabinieri; ha avuto la medaglia d’argento al
valor militare. Dopo cinque anni di prigionia ha ripreso il suo lavoro
nella Pubblica Amministrazione, partecipando anche come delegato italiano
a Conferenze economiche internazionali.
Quando è andato in pensione si è dedicato agli studi storici. Ha
scritto: “Montecompatri profilo storico” stampato dal Centro Studi
Storici del Lazio, un libro utilissimo per chi, come noi bambini, vuole
conoscere la storia del nostro paese. Il libro non si trova più in
vendita, ma i nostri genitori e una maestra della scuola ce l’hanno
prestato. Abbiamo così trovato moltissime informazioni.
La via a lui dedicata prima si chiamava Via Campo Gillaro.
rocca
di papa
Piazza
Vecchia
di
Gianfranco
Botti
Cabum.
Sito
Dovendo parlare del sindaco quando primavera è vicina e i tempi si vanno
facendo elettoralmente sospetti, serve una premessa. Verso Ponzo non ho
nessun motivo di riconoscenza. Chi è addentro alle cose comunali lo sa,
chi non lo sa si fidi. Mi angustierebbe assai venir sbugiardato. Ciò
dichiarato mi rifaccio a quanto scritto qui a ottobre su “Roma Regione e
Area metropolitana” quale argomento delicato e decisivo per il futuro
assetto castellano e per lo sviluppo dei paesi circoscritti. Perciò
bisognevole di attenzione e impegno forti per non restar isolati e
penalizzati. Il giorno successivo all’uscita del giornale un politico di
zona, vecchia conoscenza di partito ancora in attività, mi ha telefonato:
“Stai tranquillo e tranquillizza,
con Ponzo Rocca di Papa è ben rappresentata. Non solo è attento a quanto
succede e sta sveglio, ma prende iniziativa, ha stabilito collegamenti, è
energico, si fa rispettare”. Poi, occasionalmente, ne incontro un
altro, che dopo i convenevoli, mi fa: “Ponzo è bravo, ha passione, amor proprio, ci tiene a far bene. Non
sarà rifinito, ma è tosto, ha personalità, capisce, è concreto. E
stimato è rispettato. Con una squadra buona farebbe tanto”. Questo precisamente mi hanno detto i due amici, di partito
diverso da quello di Ponzo, uno romanista, l’altro interista. Di mio
metto solo la punteggiatura. E lo riporto per due motivi. Perché chi
scrive disinteressato sa essere obiettivo, nella critica e nell’elogio;
e perché il sindaco, piaccia o no, ci rappresenta, e venir rappresentati
da uno bravo fa piacere.
MusiCabum
Con altri appassionati vorremmo costituire MUSICABUM. Come Cabum, villaggio del Latium Vetus da cui deriva Rocca di
Papa. Cabum, che dovrebbe per noi essere quello che Tusculum è per
Frascati. Dove tutto viene chiamato tuscolano, mille locali, attività,
imprese, aziende. Da noi niente si chiama cabense. Per ignoranza e per
insensibilità. Musica, come
musica classica, valore eterno, universale. Se non esiste progresso senza
cultura, così non esiste cultura senza la musica classica. Che parla
all’anima, porta a esigenze non materiali. Quando si approda alle sue
rive, si perviene a una dimensione nuova, un intreccio di spirito ed
estetica. Arte tanto ricca di contenuti, quanto misconosciuta. Perché non
è violenta, non aggredisce. Per gustarla serve essere introdotti o
affinati. È percezione, emozione.
Stabilito il contatto, inevitabilmente prende, si fa godimento. Che non ha
costi particolari, compact disc e cassette. Della musica classica quello
che costa è l’avvicinamento, l’introduzione. Servono eventi,
concerti. Con artisti, strumenti, locali. Solo il Comune può accollarsene
la realizzazione, come con la magnalonga.
Noi ne abbiamo fatto richiesta, ma per quest’anno i soldi sono finiti.
Li hanno promessi per il prossimo esercizio. Vogliamo crederci. Comunque,
ci risentiamo.
Detto che chi ha visitato la mostra sul Rinascimento alle Scuderie del
Quirinale ha trovato, fra l’altro ben di Dio, anche un’icona di
Antoniazzo Romano, il pittore della Madonna del Tufo, altro spazio non ho
per augurare a tutti Buon Natale e Buon Anno.
Uno che valeva
Primo novembre, Ognissanti. Muore Giuseppe Lupardini, 80 anni,
rocchiggiano del Binzu. Uno che valeva. Dopo Gabriele Cocciarelli, un
altro da cui ho imparato. Apparteneva a quella classe che nel dopoguerra
avrebbe dovuto porgersi dirigente del paese. Invece, quella classe,
dirigente non divenne. Si tirò indietro, restò appartata, e lasciò
spazio a preparazioni e moralità diverse, non migliori. Peppe, in proprio
si impegnò. Mediano canarino tosto dei tempi poveri, nella Montecavo
organizzò e personalmente guidò i ragazzi federali, non solo tenendo di
vista l’aspetto economico del vivaio giovanile, ma anche, da convinto
villasoriano, il loro tempo libero e la loro valorizzazione. Fu presidente
della Pro Rocca, che con lui visse gli ultimi anni di fulgore. Dopo di lui
sprofondò, e non mi pare essersi mai ripresa. Eletto consigliere comunale
nel 1956, prima vittoria della Lista Civica, non divenne sindaco lui
laureato. E non lo divenne nemmeno nel ’59, quando, per le lotte interne
alla Democrazia cristiana, destinate a ripetersi nei decenni, si sostituì
Carlo Brandani con Carlo Ticconi, persone ineccepibili, ma, per
l’ordinamento statale cui tutti e tre appartenevano, non qualificate
come Lupardini, funzionario del Ministero degli Esteri, di li a qualche
tempo in giro per il mondo a rappresentare l’Italia.
Bravi, complimenti!
Angelo Guerrieri, Vanda Middei, Vanda Romei, Licinia e Viviana Vitali,
cinque persone meritevoli. Per una settimana sono stati a Lourdes con
invalidi e ammalati, al loro servizio, con l’UNITALSI, organizzazione
cattolica di volontariato. Non basta, per servire hanno pagato
settecentomila lire a testa. Che lo si scriva a loro dispiacerà pure. Non
è la prima volta che si prestano, sono di lungo corso, e certamente non
si spendono per vanità. Ad animarli è un altro spirito. Perché lo
scrivi allora? Se la malizia parla da sola, il bene è muto, va
raccontato. E per misurare aridità e grettezza, a cominciare dalle mie.
Così scrivevo esattamente un anno fa, cosi meritano che si riscriva
adesso le stesse persone. A ottobre sono ripartite, con in più Maria
D’Amico. Bravi, complimenti.
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