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Sommario anno X numero 7 - luglio 2001

CURIOSITÀ STORICHE - pag. 22


Il Piccolo Duomo di Milano

di Luca Ceccarelli


La Chiesa del Sacro Cuore del Suffragio a RomaLa Chiesa del Sacro Cuore del Suffragio è stata innalzata per merito di padre Vittore Jouet, marsigliese, fondatore dell’associazione del Sacro Cuore di Gesù per il Suffragio delle anime del Purgatorio. Nel 1893 ottenne dal vicariato l’autorizzazione a costruire un terreno in via dei Cosmati, in Prati. Contemporaneamente acquistò un ampio terreno edificabile sul lungotevere Prati, dove l’anno successivo venne posta la prima pietra della più grande chiesa da dedicare al Sacro Cuore del Suffragio.
Caratteristica di tale edificio di culto, progettato dal bolognese Giuseppe Gualandi, è quella di essere interamente in simil gotico, tanto da aver meritato la definizione di "piccolo duomo di Milano". Interessante, in una città come Roma, in cui esiste un unico esempio di chiesa gotica, Santa Maria sopra Minerva, vicino al Pantheon (la cui facciata, peraltro, è quattrocentesca). Vi sono poi altri "casi" di simil gotico, mai accentuati come questo. Il gotico a Roma è sempre "allarmante": vediamo, in questo caso, cosa c’è sotto, anzi, a lato della chiesa.
A fianco della chiesa, troviamo il Museo delle Anime del Purgatorio. Un tempo, al posto del museo esisteva una cappella dedicata alla Madonna del Rosario. Il 15 settembre 1897 scoppiò un incendio, e quando questo venne domato i fedeli si accorsero che ai margini di una parete dell’altare era rimasta l’immagine di un volto, che, si disse, apparteneva ad un’anima del Purgatorio (tuttora presente in una riproduzione fotografica nel museo). Tale apparizione spinse padre Jouet a viaggiare attraverso l’Italia e altri paesi per cercare altre testimonianze sulle anime purganti. Il frutto delle sue ricerche è la raccolta che oggi si conserva.
Un museo di bizzarre e allucinate reliquie, senza dubbio affascinanti e conservate tuttavia con grande rispetto, stoffe, tavolette, libri, fotografie, corredate di scritte che ne illustrano la vicenda. Ne riportiamo qui alcune per la curiosità del lettore:
"Impronte lasciate su una tavoletta di legno, sul panno della manica della tonaca e sulla tela della camicia della venerabile madre Isabella Fornari, badessa delle Clarisse di Todi, dal defunto padre Panzini, Abbate olivetano di Mantova, il 1° novembre 1731".
"Impronte di fuoco di un dito lasciato dalla pia suor Maria di San Luigi Gonzaga, apparsa a suor Margherita del Sacro Cuore la notte fra il 5 e il 6 giugno 1894".

La relazione è conservata nell’archivio del monastero di Santa Chiara del Bambin Gesù di Bastia (Perugia) e racconta come la suddetta suor Maria di San Luigi Gonzaga, soffrendo da circa due anni di petto, con forti febbri, tossi e asma, fosse presa da scoraggiamento e quindi dal desiderio di morire subito, per non più soffrire. Però, essendo molto fervorosa, a una esortazione della sua superiora si rimise con calma alla volontà di Dio. Alcuni giorni dopo, la mattina del 5 giugno 1894, santamente spirò.
"Apparve a suor Margherita del Sacro Cuore la notte tra il 5 e il 6 giugno, vestita da clarissa, circondata da ombre ma riconoscibile, e alla meraviglia di questa rispose di trovarsi in Purgatorio, dove doveva rimanere venti dì per espiare il suo moto d’impazienza alla volontà d’Iddio. Chiese preghiere e per attestare sua reale apparizione posò l’indice sulla federa del cuscino e promise di tornare.
Riapparve alla medesima suora il 20 e il 25 giugno dello stesso anno per ringraziare e dare avvisi spirituali alla comunità, prima di volarsene al cielo".

"Impronta di fuoco lasciata su un libro di Margherita Demmerlé della parrocchia di Ellingen, nella Diocesi di Metz, dalla suocera apparsale trenta anni dopo la morte; 1814-15.
La defunta appariva in costume del paese come pellegrina, scendeva dalle scale di casa al granaio, gemeva e guardava con tristezza la nuora, quasi per chiederle qualcosa. Infatti Margherita Demmerlé, consigliata dal parroco, le rivolse un giorno la parola ed ebbe questa risposta:
"Sono tua suocera morta di parto trent’anni fa, va in pellegrinaggio al Santuario di Nostra Signora di Marienthal e quivi fa celebrare due sante messe per me".
Dopo il pellegrinaggio appare nuovamente la defunta per annunziare a Margherita la sua liberazione dal Purgatorio; e ad essa, che sempre per consiglio del parroco domandava un segno, lascia gemendo e posando la mano sul libro (L’Imitazione di Cristo) il segno delle bruciature. Poi tutta luminosa, sparisce per sempre".
"Impronta di fuoco che lasciò il defunto Giuseppe Schitz toccando con l’estremità delle cinque dita della mano destra il libro di preghiere in lingua tedesca di suo fratello Giorgio, il 21 dicembre 1838 a Stralbe (Lorena). Il defunto chiedeva preghiere di suffragio per riparare alla sua poca pietà in vita."
"Grande facsimile fotografico (l’originale si conserva a Vinnenberg) di una impronta di fuoco lasciata il sabato 13 ottobre 1696 sullo zinale di Suor Margherita Maria Herendorps, religiosa conversa del monastero benedettino di Vinnenberg, presso Warendorf (Westphalia), dalla mano della defunta suor Chiara Scholers, religiosa corista del medesimo ordine, morta di peste nel 1637".

Nel basso della fotografia c’è l’impronta di fuoco lasciata dalla stessa suora sopra una striscia di tela.
"Fotografia di impronta lasciata dalla defunta signora Leleux sulla manica della camicia di suo figlio Giuseppe nella sua apparizione nella notte del 21 giugno 1789 a Wodecq-Mos (Belgio)".
Secondo il racconto del figlio, la madre, che era morta da ventisette anni, gli apparve la notte del 21 giugno 1789 dopo che per undici notti di seguito egli aveva inteso rumori (che lo avevano spaventato e reso quasi malato), ricordandogli obblighi di sante Messe, come da legato paterno, rimproverandogli la vita dissipata e pregandolo di cambiare condotta e di lavorare per la chiesa.
"Quindi pose una mano sulla camicia lasciando un’impronta visibilissima. Giuseppe Leleux si convertì, fondò una congregazione di pii laici e morì in odore di santità il 19 aprile 1825".
Infine, una berretta con fiocco lunga 45 centimetri, forse il pezzo più affascinante della collezione, la cui storia è quella che si legge qui sotto:
"Apparizione del 1875 di Luisa Le Sénechal nata Chanviers, morta il 7 maggio 1873, a suo marito Luigi Le Sénéchal nella sua casa di Ducey (Manche: Francia) per chiedergli preghiere e lasciandogli come segno l’impronta di fuoco di cinque dita sul berretto da notte".
Secondo il racconto autenticato della apparizione, la bruciatura sul berretto da notte fu fatta dalla defunta signora Le Sénéchal perché il marito documentasse con un segno visibile, alla figlia, la richiesta celebrazione di sante Messe.


La Chiesa del Sacro Cuore del Suffragio a RomaLa Chiesa del Sacro Cuore del Suffragio è stata innalzata per merito di padre Vittore Jouet, marsigliese, fondatore dell’associazione del Sacro Cuore di Gesù per il Suffragio delle anime del Purgatorio. Nel 1893 ottenne dal vicariato l’autorizzazione a costruire un terreno in via dei Cosmati, in Prati. Contemporaneamente acquistò un ampio terreno edificabile sul lungotevere Prati, dove l’anno successivo venne posta la prima pietra della più grande chiesa da dedicare al Sacro Cuore del Suffragio.
Caratteristica di tale edificio di culto, progettato dal bolognese Giuseppe Gualandi, è quella di essere interamente in simil gotico, tanto da aver meritato la definizione di "piccolo duomo di Milano". Interessante, in una città come Roma, in cui esiste un unico esempio di chiesa gotica, Santa Maria sopra Minerva, vicino al Pantheon (la cui facciata, peraltro, è quattrocentesca). Vi sono poi altri "casi" di simil gotico, mai accentuati come questo. Il gotico a Roma è sempre "allarmante": vediamo, in questo caso, cosa c’è sotto, anzi, a lato della chiesa.
A fianco della chiesa, troviamo il Museo delle Anime del Purgatorio. Un tempo, al posto del museo esisteva una cappella dedicata alla Madonna del Rosario. Il 15 settembre 1897 scoppiò un incendio, e quando questo venne domato i fedeli si accorsero che ai margini di una parete dell’altare era rimasta l’immagine di un volto, che, si disse, apparteneva ad un’anima del Purgatorio (tuttora presente in una riproduzione fotografica nel museo). Tale apparizione spinse padre Jouet a viaggiare attraverso l’Italia e altri paesi per cercare altre testimonianze sulle anime purganti. Il frutto delle sue ricerche è la raccolta che oggi si conserva.
Un museo di bizzarre e allucinate reliquie, senza dubbio affascinanti e conservate tuttavia con grande rispetto, stoffe, tavolette, libri, fotografie, corredate di scritte che ne illustrano la vicenda. Ne riportiamo qui alcune per la curiosità del lettore:
"Impronte lasciate su una tavoletta di legno, sul panno della manica della tonaca e sulla tela della camicia della venerabile madre Isabella Fornari, badessa delle Clarisse di Todi, dal defunto padre Panzini, Abbate olivetano di Mantova, il 1° novembre 1731".
"Impronte di fuoco di un dito lasciato dalla pia suor Maria di San Luigi Gonzaga, apparsa a suor Margherita del Sacro Cuore la notte fra il 5 e il 6 giugno 1894".

La relazione è conservata nell’archivio del monastero di Santa Chiara del Bambin Gesù di Bastia (Perugia) e racconta come la suddetta suor Maria di San Luigi Gonzaga, soffrendo da circa due anni di petto, con forti febbri, tossi e asma, fosse presa da scoraggiamento e quindi dal desiderio di morire subito, per non più soffrire. Però, essendo molto fervorosa, a una esortazione della sua superiora si rimise con calma alla volontà di Dio. Alcuni giorni dopo, la mattina del 5 giugno 1894, santamente spirò.
"Apparve a suor Margherita del Sacro Cuore la notte tra il 5 e il 6 giugno, vestita da clarissa, circondata da ombre ma riconoscibile, e alla meraviglia di questa rispose di trovarsi in Purgatorio, dove doveva rimanere venti dì per espiare il suo moto d’impazienza alla volontà d’Iddio. Chiese preghiere e per attestare sua reale apparizione posò l’indice sulla federa del cuscino e promise di tornare.
Riapparve alla medesima suora il 20 e il 25 giugno dello stesso anno per ringraziare e dare avvisi spirituali alla comunità, prima di volarsene al cielo".

"Impronta di fuoco lasciata su un libro di Margherita Demmerlé della parrocchia di Ellingen, nella Diocesi di Metz, dalla suocera apparsale trenta anni dopo la morte; 1814-15.
La defunta appariva in costume del paese come pellegrina, scendeva dalle scale di casa al granaio, gemeva e guardava con tristezza la nuora, quasi per chiederle qualcosa. Infatti Margherita Demmerlé, consigliata dal parroco, le rivolse un giorno la parola ed ebbe questa risposta:
"Sono tua suocera morta di parto trent’anni fa, va in pellegrinaggio al Santuario di Nostra Signora di Marienthal e quivi fa celebrare due sante messe per me".
Dopo il pellegrinaggio appare nuovamente la defunta per annunziare a Margherita la sua liberazione dal Purgatorio; e ad essa, che sempre per consiglio del parroco domandava un segno, lascia gemendo e posando la mano sul libro (L’Imitazione di Cristo) il segno delle bruciature. Poi tutta luminosa, sparisce per sempre".
"Impronta di fuoco che lasciò il defunto Giuseppe Schitz toccando con l’estremità delle cinque dita della mano destra il libro di preghiere in lingua tedesca di suo fratello Giorgio, il 21 dicembre 1838 a Stralbe (Lorena). Il defunto chiedeva preghiere di suffragio per riparare alla sua poca pietà in vita."
"Grande facsimile fotografico (l’originale si conserva a Vinnenberg) di una impronta di fuoco lasciata il sabato 13 ottobre 1696 sullo zinale di Suor Margherita Maria Herendorps, religiosa conversa del monastero benedettino di Vinnenberg, presso Warendorf (Westphalia), dalla mano della defunta suor Chiara Scholers, religiosa corista del medesimo ordine, morta di peste nel 1637".

Nel basso della fotografia c’è l’impronta di fuoco lasciata dalla stessa suora sopra una striscia di tela.
"Fotografia di impronta lasciata dalla defunta signora Leleux sulla manica della camicia di suo figlio Giuseppe nella sua apparizione nella notte del 21 giugno 1789 a Wodecq-Mos (Belgio)".
Secondo il racconto del figlio, la madre, che era morta da ventisette anni, gli apparve la notte del 21 giugno 1789 dopo che per undici notti di seguito egli aveva inteso rumori (che lo avevano spaventato e reso quasi malato), ricordandogli obblighi di sante Messe, come da legato paterno, rimproverandogli la vita dissipata e pregandolo di cambiare condotta e di lavorare per la chiesa.
"Quindi pose una mano sulla camicia lasciando un’impronta visibilissima. Giuseppe Leleux si convertì, fondò una congregazione di pii laici e morì in odore di santità il 19 aprile 1825".
Infine, una berretta con fiocco lunga 45 centimetri, forse il pezzo più affascinante della collezione, la cui storia è quella che si legge qui sotto:
"Apparizione del 1875 di Luisa Le Sénechal nata Chanviers, morta il 7 maggio 1873, a suo marito Luigi Le Sénéchal nella sua casa di Ducey (Manche: Francia) per chiedergli preghiere e lasciandogli come segno l’impronta di fuoco di cinque dita sul berretto da notte".
Secondo il racconto autenticato della apparizione, la bruciatura sul berretto da notte fu fatta dalla defunta signora Le Sénéchal perché il marito documentasse con un segno visibile, alla figlia, la richiesta celebrazione di sante Messe.


Sommario anno X numero 7 - luglio 2001