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Sommario anno X numero 6 - giugno 2001

INTERNET - pag.23


Una finestra sul Web
Il ponte verso il nuove millennio

di Antonio Pisicchio    antonio.pisicchio@antoniosmail.com

Come visto nel numero precedente, ormai il fenomeno Internet era in netta fase di espansione, tanto che dal 1990 cambiò notevolmente il quadro demografico degli utenti. Non si tratta più, infatti, di accademici o professionisti ma anche di fisici, chimici, matematici e pian piano studiosi dell’area umanistica arroccati fino a quel momento su posizioni conservatrici e quindi lontani dal mondo informatico. I dati presenti sulla Rete aumentarono in modo esponenziale tanto che fu necessario sviluppare un software in grado di gestire in modo semplice e intuitivo la navigazione. Uno dei principali strumenti di interfaccia famosi per l’epoca ma destinati a breve vita, fu Gopher. Gopher nacque nel 1991 grazie a Paul Linder e Mark P.McCahill dell’università del Minnesota che svilupparono un prototipo di sistema di accesso alle risorse di rete interne al campus. La struttura grafica era basata su menu descrittivi con un’architettura client-server. Il successo arrivò immediatamente e non fu solo dovuto al nome (Gopher è un marmotta scavatrice simbolo dell’università) ma anche al fatto che i dati vennero liberamente diffusi in rete. In poco tempo, più di diecimila server utilizzarono questo sistema condividendo con la maggior parte dei nuovi utenti la sua interfaccia. La stangata giunse da Ginevra. Mentre Gohper sfoggiava le sue glorie il CERN sviluppò un sistema che apparve immediatamente più versatile: il World Wide Web. Fu la scommessa vincente di un gruppo di studiosi composti dal fisico Tim Berners Lee e dal suo collega Robert Cailliau. Lo studio diede i suoi primi frutti nel marzo del 1989 ma solo nel novembre del 1990 i due ricercatori firmarono un documento più dettagliato che descriveva il protocollo http, il concetto di browser e di server, rendendo pubblico il nome di questa creatura: WWW (World Wide Web). Mentre Berners Lee pensò a sviluppare un browser con un’interfaccia a caratteri, al di fuori del CERN nacquero altri server con le modalità descritte dal centro di Ginevra e alla fine del 1991 se ne contavano già cinquanta. La scarsa funzionalità del browser di Lee, spinse l’anno seguente alcuni giovani americani a ideare sistemi con interfaccia grafica. Il più conosciuto fu Mosaic (di Marc Andressen e Eric Bina) e la prima versione per Unix X-Windows fu rilasciata nel gennaio 1993. Mosaic attirò migliaia di utenti vecchi e nuovi e svincolò l’utilizzo dei servizi della rete dalla conoscenza di lunghi e complicati elenchi di indirizzi. Così Internet divenne uno spazio informativo ipermediale aperto e alla portata di tutti. A questo punto gli eventi si susseguirono in modo frenetico. Alla fine del 1993 Marc Andressen lasciò il NCSA e fondò una società per sfruttare commercialmente il successo di Mosaic. Onde evitare di pagare le royalties, Marc decise di chiamare il nuovo browser Netscape Comunicator e lo riscrisse da zero con l’ausilio dei vecchi compagni del NCSA che si spostarono nella nuova azienda. Netscape oltre a ereditare le vecchie caratteristiche di Mosaic, implementò funzioni innovative e pochi mesi dopo ne fu distribuita la versione beta. Intanto, il 25 maggio 1994 si tenne a Ginevra la prima WWW Conference. Si decise di fondare il W3 Consortium, un’organizzazione voluta da Berners Lee per gestire in modo pubblico e aperto lo sviluppo delle nuove tecnologie. Si contavano ormai venticinquemila server, cinque milioni di host con una crescita esponenziale ogni mese. Internet era pronto al passo successivo, ossia allo sviluppo commerciale dei servizi, un medium globale che avrebbe generato affari miliardari. Una visione di Internet contraria a quella accademica che si arrese il 30 aprile 1995 quando NSF decise di chiudere definitivamente il finanziamento della sua rete, ceduta a un privato. Intanto, molti gestori delle telecomunicazioni avevano iniziato a vendere connettività Internet per proprio conto, mentre il peso dei grandi investimenti iniziava a farsi sentire in particolar modo con l’entrata in campo della Microsoft e degli altri vecchi colossi dell’Information Technology. La risposta di Microsoft a Netscape arrivò un po’ in ritardo ma l’impatto fu dirompente. Nel 1995 la società di Radmond decise di integrare nel sistema Windows il browser Internet Explorer (scritto anche IE). Un sistema di navigazione ad interfaccia grafica simile a quella di Netscape. La forza di IE fu quella di divenire parte integrante del pacchetto Windows. Pertanto, la sua diffusione fu capillare e continua, compresi gli aggiornamenti che tentarono sempre più di superare in qualità Netscape. Il ritardo della Microsoft fu dovuto all’incomprensione da parte della società di Bill Gates del fenomeno Internet, inizialmente sottovalutato. L’anno di svolta e del recupero è stato, dopo la versione 1 e 2 di IE, il 1996. L’apparizione di IE 3.0 ha riequilibrato le divergenze tra i due browser. Anche la filosofia commerciale della società subì un cambio di rotta e iniziò a considerare Internet come il cardine dell’informatica personale, tanto da sviluppare i successivi applicativi in funzione della Rete. Nelle più recenti versioni, 4 e 5, Explorer ha progressivamente allargato il supporto tecnologico alle ‘Active X’ che permettono di integrare nelle pagine Web funzionalità interne di Windows e di migliorare l’interazione fra i vati tipi di risorse di rete. Inoltre, Explorer 5 permette di caricare pagine in Html dinamico e Xml.
L’anno di svolta è il 1999 quando la Microsoft ha superato su scala globale la quota di mercato della rivale Netscape. Determinante per la società di Radmond, è stato comunque aver creato un sistema operativo diffusissimo e degli applicativi orientati alla Rete come Excel, Word e Access. Inoltre, Internet Explorer è gratuito e spesso è attivato dal provider al momento del collegamento in Rete, nonché nei Cd-Rom allegati alle riviste del settore. Solo in questo modo la Microsoft ha potuto recuperare il gap iniziale.
Spesso quando si tenta di realizzare la cronologia di un evento si parte dall’anno di svolta ma proviamo a ribaltare il punto di vista pensando per un minuto come sarebbe oggi la vita di noi tutti senza Internet. Per molte persone sarebbe un danno enorme sia dal punto di vista lavorativo che da quello sociale. Infatti, l’informatica e la Rete non hanno solo creato posti di lavoro ma hanno cambiato la vita reale di milioni di individui. Con il passare degli anni Internet ha messo a disposizione degli utenti crescenti informazioni e guardare al 1995 è come fare un salto nella preistoria.
Qualche esempio è sufficiente a chiarire le idee: la possibilità di accedere ai notiziari (audio, video o testuali) sempre aggiornati; la possibilità di inviare Sms a qualsiasi gestore di telefonia mobile; ascoltare le stazioni radio in diretta, accedere alle banche dati di tipo amministrativo che hanno reso più snelle le file agli uffici publici (basta pensare alla dichiarazione dei redditi on line); la possibilità di prenotare un cinema, un teatro; inviare o ricevere lettere virtuali grazie alla posta elettronica; la possibilità di chiacchierate tematiche di gruppo attraverso le chat; il nascente e promettente settore del commercio elettronico; il mondo culturale umanistico che sta diffondendo on line biblioteche sempre più attrezzate e in grado di fornire anche parametri di analisi scientifici una volta impensabili; la prenotazione di viaggi (molto in voga sono quelli "last minute") e la possibilità di accedere a cataloghi sempre aggiornati con prenotazioni aeree e ferroviarie. Insomma tutto questo non sarebbe possibile e la nostra vita tornerebbe ai ritmi di un tempo, seppure cronologicamente non troppo lontano. Quello che è accaduto è solo l’inizio di un fenomeno che tendenzialmente continuerà la sua scalata, anche se è necessario non ripetere l’eccessiva euforia del 1998 che portò la Borsa mondiale al rigonfiamento economico sulla spinta appunto della New Economy. In Europa non si è avuta la stessa crescita economica e occupazionale degli Usa, anche se ora il Vecchio Continente sta recuperando. Questo lento boom è dovuto sia ai costi di navigazione troppo alti rispetto a quelli americani (mediamente un’ora di Internet, in Italia, può costare dalle 1900Lire alle 1000lire in base alla fascia oraria e all’operatore telefonico scelto) e sia a una mentalità più conservatrice. L’insicurezza che aleggia, inoltre, è dovuta all’effettiva inaffidabilità di alcuni mezzi di scambio via Internet.
La sicurezza on line soprattutto nel settore finanziario-commerciale è il tallone di Achille della Rete. Non che gli scambi siano totalmente insicuri ma un abile pirata informatico (hacker) può entrare in possesso di informazioni riservate sfruttandole in modo poco onesto. È quello che avvenne qualche tempo fa in America, quando un pirata riuscì a rubare virtualmente dei codici segreti di centinaia di carte di credito.
Ad oggi il Web rappresenta un infinito pozzo di informazione che ha permesso di alleviare la solitudine dell’uomo contemporaneo, sempre più vittima del proprio egoismo e sempre meno pronto a comunicare con il prossimo.
Internet ha dato all’umanità il mezzo per poter riaffermare la centralità dell’individuo come essenza e non come prodotto proprio perchè è stato sviluppato in sede scientifica. Purtroppo il rischio di far cadere anche la Rete nella voragine del consumismo più spietato è alle porte e i primi dati allarmanti giungono dai grandi portali americani che hanno deciso di mettere a pagamento alcuni servizi da sempre gratuiti, come ad esempio l’invio degli Sms.


Il vocabolario

Il vocabolario

Host: computer connesso alla rete in modo permanente in grado di ospitare risorse. Sinonimo di server


Sommario anno X numero 6 - giugno 2001