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Sommario anno X numero 6 - giugno 2001

 I NOSTRI PAESI - pag.12


monte compatri

“Parole e Musica”: che successo ragazzi!

Organizzato da Link Scuola, Bravo Bravissimo Club e Villaggiomusica.it, si è concluso nel mese di maggio il Primo Concorso nazionale su Web di composizione canora per le scuole elementari (solo V° classe) e media inferiore. Le classi partecipanti (a febbraio erano già 700) hanno presentato, come da regolamento, o solo il testo o musica e testo; la giuria, presieduta dal celebre paroliere Mogol, ha premiato le 16 migliori composizioni a pari merito. Ed ecco la sorpresa: tra le vincitrici  è risultata la classe II A scuola media dell’Istituto Comprensivo di Monte Compatri che ha ricevuto come premio un soggiorno di 2 giorni, 26 e 27 maggio, presso il parco giochi Gardland dove si è svolta la cerimonia di premiazione, una copia del CD comprendente i sedici brani ad ogni ragazzo e ai docenti, una targa in argento alla classe. Il ricavato dalla vendita dei CD verrà devoluto in beneficenza per l’Associazione “Bambini in Emergenza” per la costruzione di una casa destinata all’accoglienza di bambini affetti da AIDS nel villaggio Singureni in Romania, dove opera la Fondazione.
“Notizie in… Controluce” si complimenta con i giovani compositori ed èè lieto di pubblicare qui sottoil testo della canzone premiata “Quello che non va”.
Il testo vuole affrontare il tema della pace raggiungibile attraverso il rifiuto della guerra e della violenza. I giovanissimi si rivolgono agli adulti esprimendo il loro disagio: che fare di fronte all’indifferenza e alle contraddizioni dei “grandi”? Non resta che lanciare un S.O.S. nello spazio, con la speranza che il messaggio sia ascoltato da qualcuno o che il futuro porti l’uomo ad una dimensione di vita più ragionevole.



Quello che non và

1° strofa
Lo sai che l’altro giorno ci ho pensato su / e ho capito subito che il mondo cade giù. / E Ratatatatà! E Ratatatatà! / Mi sveglio la mattina: “Che guerra ci sarà?” / Perché ci dite sempre : “Ragazzi siate buoni!” / quando pensate solo a lucidar cannoni? / Oh, oh, oh, oh, oh, oh! Che bella interferenza! / Non sai che noi dell’odio possiamo fare senza? / Smettetela voi “grandi” di sputacchiar sentenze / avete fatto un mondo che non ci piace niente! / Sei tu che hai fatto tutto, se tu la gran follia: / adesso vuoi insegnarci qual è la retta via?
Ritornello
S.O.S…. aiuto ai Marziani… HELP, HELP, HELP… quaggiù sono tutti strani… / lontano da un pianeta, dove c’è sempre guerra… S.O.S. … noi lo chiamiamo terra… / HELP, HELP, HELP… qui c’è una gran follia… S.O.S. … portateci un po’ via… / HELP, HELP, HELP… questa è una strana razza… S.O.S. … pure la mucca è pazza!
2° strofa
Volete che studiamo, volete che siam buoni:/ “Attenti alla grammatica, attenti anche ai pronomi… / studiare l’informatica, metter d’accordo i suoni…” / A che servirà poi? Per imparar la guerra un po’ meglio di voi? / E mbè, e mbè, e mbè! E adesso sai che c’è? / Che tu la soluzione la vuoi proprio da me! / Non so proprio che dirti: rinuncia a qualche cosa, / riscopri la natura, riscopri la tua sposa… / Prendiamoci per mano, giochiamo ancora insieme, / non rovinarti il fegato con l’odio e con le pene!  Ma non cercarti alibi col dar consigli a me, / perché la soluzione è solo dentro di te!
Ritornello


La battaglia di Monte Porzio
Decadenza della potente famiglia dei Conti di Tuscolo
di Mario Vinci di “B”

A quei tempi - XI Secolo - il signore di Tuscolo era Ramo uno dei figli di Tolomeo II, defunto nell’anno 1153. La casa dei Tuscolani si avviava ormai verso la decadenza. Le numerose spartizioni del patrimonio, i debiti, le inimicizie coi vicini, la costituzione del Comune romano avevano fatto declinare questa potente casata.
Tuscolo già non gli apparteneva più; al tempo di Eugenio III Oddone Colonna l’aveva data in pegno a Oddone Frangipane e il Papa aveva poi rilevato la proprietà ipotecata; così i Papi avevano acquistato diritti su quel Castello dal quale per tanto tempo la Santa Sede era stata tiranneggiata.
In seguito, Adriano IV aveva concesso in feudo all’altro figlio Tolomeo II, Gionata, la parte di proprietà appartenente al Papa e lo aveva reso suo vassallo.
Il Senato, però, non vedeva di buon occhio il ruolo di protettrice assunto dalla Chiesa nei confronti di un Castello che negava obbedienza alla Città e vane erano state le proteste di Alessandro III che lo aveva diffidato di attaccare Tuscolo. Assediato dai romani, Ramo chiamò gli imperiali. Il cancelliere Rainaldo, che il 18 Maggio con l’aiuto dei Pisani aveva conquistato Civitavecchia, entrò a Tuscolo con i suoi Vassalli di Colonia. I Romani allora lo strinsero d’assedio e così il grosso della guerra si addensò contro Roma.
Le Milizie cittadine e tutti i vassalli fedeli al Senato o al Papa, sia in Etruria che nel Lazio, furono chiamate alle armi. Per la prima volta cittadini e Capitani si trovarono uniti insieme.
Rainaldo e Ramo, senza indugiare , chiesero aiuto al campo di Ancona da dove Cristiano di Magonza, raccolti 1300 mercenari Tedeschi e Brabantini, guidati dal Conte di Buch, uno dei migliori Generali di Federico, accorse per salvare i compagni. Egli si accampò prudentemente nei pressi di Monte Porzio, non lontano da Tuscolo, poi, per assicurare ai suoi soldati una giornata di riposo, mandò messaggeri ai Romani; questi ultimi risposero con disprezzo e, usciti con tutte le loro truppe, il Lunedì di Pentecoste lo attaccarono con forze che, come si disse, ammontavano a più di 40.000 uomini. Nessun cronista nomina il comandante di quello che era il più grosso esercito che da secoli i Romani facessero scendere in campo: forse era Oddone Frangipane, a quel tempo il più illustre magnate della Città.
Sebbene esiste coi Tedeschi un rapporto di venti a uno quest’ultimi non si persero d’animo; l’inno di guerra “Cristo tu che eri nato” rinfrancò lo spirito della piccola loro schiera; Cristiano di Magonza spiegò lo Stendardo Imperiale e la disuguale battaglia ebbe inizio. I Brabantini furono immediatamente respinti, ma il gruppo serrato della cavalleria Colonese usci in tempo da Tuscolo; una delle schiere di Cristiano colse di fianco le truppe nemiche; un urto irresistibile squarciò nel centro il fronte di battaglia Romano; la Cavalleria si diede alla fuga, la fanteria fu dispersa e i Brabantini piombarono sull’accampamento Romano. Le spade dell’inseguitore fecero strage dei fuggitivi o li costrinsero ad arrendersi. Appena la terza parte dell’Esercito Romano riuscì a riparare nella Città sgomenta, e soltanto la solidità delle mura e il sopraggiungere della notte, obbligarono i Tedeschi a sostare.
I Campi e le strade erano cosparsi di morti in armi; mille furono trascinati prigionieri a Viterbo, e tra loro si trovava anche un figlio di Oddone Frangipane per il quale il padre offrì invano un cospicuo riscatto. Coloro che quasi sotto gli occhi del Papa avevano riportato una vittoria così grande erano - caso straordinario!- due Arcivescovi tedeschi nobilissimi per nascita, per dote e per coraggio. Il loro piccolo Esercito era formato dai guerrieri più intrepidi del Mondo, gente che aveva appreso il mestiere della guerra in Lombardia; i Romani, abituati soltanto a combattere all’interno delle proprie mura o a effettuare sortite, persero la prima battaglia in campo aperto, come prova armata della forza recentemente acquisita.
In effetti, la costernazione che regnava in Città era grande quanto lo era stata dopo la vittoria di Annibale.
Vecchi e matrone percorrevano piangendo le strade o sostavano gementi aspettando i convogli che riportavano i morti dei quali il nemico aveva concesso la sepoltura. Il Papa pianse dal dolore. Diffidando dei Tedeschi si era rifugiato sotto la protezione dei Frangipane presso il Colosseo, ma nello stesso tempo provvide a fare arrivare nuove truppe alla Città. I tedeschi, che avevano ricevuto contingenti di rinforzo dai diversi luoghi della Campagna, erano accampati di fronte a Roma.
Uno spirito incline ai sogni avrebbe potuto credere di essere tornati ai tempi di Manlio Torquato o di Coriolano, quando Ernici, Equi, Latini e Volsci, muovevano contro Roma accampandosi presso l’Algido.
Erano sempre le stesse Città antiche di Tivoli, Alba, Tuscolo e Corbio (Rocca Priora) che assediavano Roma.
Questi piccoli Borghi speravano ora di scagliarsi sulla grande Città avvilita e stremata. Cristiano, intanto, sollecitava l’imperatore a dare a Roma il colpo di grazia e il 24 Luglio, conclusa con Ancona la capitolazione, Federico poteva piantare l’Aquila Imperiale nei pressi di Monte Mario.
Era il 29 Maggio 1167 quando si combattè fra Tuscolo e Monte Porzio questa memorabile “Battaglia di Pentecoste”, che ridusse la potente egemonia dei Romani, mettendo la città nello stato rovinoso e di prostrazione.


rocca di papa

Il mondo dell’arte a Rocca di Papa
di Florentina Pagnejer

Le fatiche del giorno, la durezza dei fatti, il seguire di un cammino che ognuno di noi vorrebbe benefico per se stesso, fa sì che ci scordiamo facilmente che la vita non è solo seguire progetti, sgomitare quasi per affermare quel pezzo di personalità che ci distingue e che ci rende unici per definizione in quella vita attorcigliata intorno a noi . Gli aspetti mondani e le iniziative culturali in questo contesto irrompono, travolgono la monotonia. Incontri tipo: dialoghi con psicologi sui temi della vita (“il difficile mestiere di genitore” - La Spiga); la riscoperta delle proprie tradizioni con l’incontro tra “L’Antico e il Moderno” (artefice Comitato di Quartiere “Le Vigne Sacramento” con impegno meritevole della dott.ssa Spaccia S., organizzatrice anche della maratonina per bambini del 29 aprile scorso presso il Convento dei P.P Passionisti ed altri incontri sportivi); il concerto per flauto e pianoforte organizzato dal Comune il 21 Aprile, presso l’Auditorium del Sacro Cuore ai Campi d’Annibale, con Mario Alberti (flauto) e Patrizia Servi  (pianoforte) e il recente “Concerto per la festa dei lavoratori” avvenuto il 1° Maggio nell’Aula Consiliare (organizzatore sempre il Comune tramite l’Assessorato alla Cultura - con la partecipazione dei bravissimi: Sara Dilena - soprano -, Corrado Amici - tenore-, Piero Giovanetti -pianista-). Sono tutte iniziative piccole in se ma di un grande valore morale che da ai suoi organizzatori il merito incontestabile di aprire alla gente comune  l’ingresso in un mondo che pur averlo covato dentro di noi non lo tiriamo quasi mai fuori; il mondo dell’arte...
È augurabile quindi un’estate con sere roccheggiane piene del risuono delle note musicali con tradizioni rispecchiate nei giochi, mostre etc... Con gite e attività sportive che coinvolgono grandi e piccoli, che danno un impegno ai ragazzi che nei lunghi pomeriggi estivi non sanno come riempire le ore; è augurabile la diversità nelle iniziative specialmente dall’Assessorato alla Cultura.
Rendere il mondo dell’Arte a Rocca di Papa possibilmente più tangibile alla portata di tutti i bambini, i giovani e gli anziani. Per questo ci vuole l’impegno di tutti, Comune, Associazioni, senza nessun velo politico per darci la possibilità di rendere un grazie a tutti per averci reso un po’ come Schopenhauer descriveva nel suo libro  “L’Arte di essere felici” …  tutti veniamo al mondo pieni di pretese di felicità e di piaceri e nutriamo la folle speranza di farle valere


Sommario anno X numero 6 - giugno 2001