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Sommario anno X numero 6 - giugno 2001

 I NOSTRI PAESI - pag. 09


zagarolo

Pendolari, ogni viaggio un’avventura
di
di Luca Marcantonio

Negli anni tutto o quasi tende al miglioramento, o perlomeno all’attenuazione dei problemi e dei disagi. L’unica cosa che sembra sfuggire a questa regola è la situazione in cui versano da anni e anni i pendolari della linea ferroviaria Roma-Cassino. Sono loro, quelli che ogni mattina prendono il treno per recarsi al lavoro nella Capitale, a doversi confrontare, nel nuovo millennio, con condizioni di viaggio da terzo mondo. La puntualità in effetti non è più affidata al Cielo come in passato, ma ancora molto c’è da fare per quanto riguarda i convogli delle fasce di utenza più affollate. La frequenza dei treni è insufficiente, il tempo di percorrenza a volte esasperante, e spesso a complicare la situazione ci si mettono intoppi di vario genere come, ad esempio, le fermate quasi obbligate nei pressi della stazione di Roma Casilina, una specie di imbuto che ruba ogni giorno preziosissimi minuti. Inoltre, Zagarolo è diventata una stazione sempre più frequentata, vuoi per l’enorme parcheggio di cui finalmente è stata dotata, vuoi per l’eccezionale caffè del Bar Europa, vuoi per l’accresciuta capacità del bacino di utenza cui si rivolge, ma a tutto questo non ha corrisposto un adeguamento del servizio offerto. Treni fantascientifici e demenziali spot pubblicitari, con personaggi assurdi che vorresti strozzare mentre stonano canzoncine ancora più assurde, rubano solo risorse a tratte come la Roma-Cassino, che invece necessita di un adeguato potenziamento. È inconcepibile infatti come, considerato l’elevato numero di utenti giornalieri che fruiscono del treno, le condizioni di viaggio siano decisamente non all’altezza di un paese civile. Treni che arrivano già pieni a Zagarolo, dove centinaia e centinaia di persone salgono, ritardi accumulati e disagi di varia natura, rendono un’odissea il viaggio verso Roma nelle prime ore della mattina. Non è certo il modo migliore di iniziare la giornata…


zagarolo

Fiori in mostra
di
di Carlo Marcantonio

Piazza Santa Maria, trasformata in una tavolozza sorprendentemente viva di colori con una scenografia realizzata grazie ad un impulso cromatico come mai è avvenuto, è stata l’importante teatro della 1° Mostra Mercato di fiori e piante ornamentali. La mostra è stata voluta da due donne ricche di vitalità e di amore per la natura, Anna Maria Petrassi e Marinella Capoleoni, rispettivamente presidente e segretaria dell’Associazione Pro-Loco di Zagarolo, che ha assunto la paternità dell’organizzazione, patrocinata dall’amministrazione comunale. Molti gli espositori, provenienti da vivai della zona e di alcuni centri viciniori, che hanno fatto a gara nel presentare varie connotazioni tipologiche sia per le piante ornamentali sia per quelle da giardino. I molti visitatori sono stati affascinati dalle varie forme dei fiori, alcuni dei quali a petali giganti con varie sfumature ottenute da esperimenti lunghi e faticosi, o più piccoli a velature suggestive. In questa bella cittadina, antico ducato dai singolari vicoli medievali, quella domenica in omaggio ai fiori sarà ricordata con intenso piacere non soltanto dagli appassionati di floricoltura e dagli addetti ai lavori, ma anche da tutti coloro che amano la vitalità del fiore in tutte le sue gamme cromatiche.


montecompatri

I personaggi significativi della nostra storia
Presenteremo uno o due personaggi alla volta, tratti da un lavoro delle classi V c e V d dell'Istituto Comprensivo di Monte Compatri "Da Monte Compatri all'Europa", un progetto finanziato dalla Comunità Europea e dal Comune di Monte Compatri.

Marco Mastrofini
Marco Mastrofini è nato a Montecompatri nel 1763, in Via della Scaletta.
Fin da giovane si dedicò agli studi scientifici, matematici e filosofici. Va a Frascati per entrare in seminario, che è la scuola per diventare sacerdoti. Era così bravo che a 23 anni era già sacerdote e professore di matematica e filosofia; cominciò ad insegnare proprio nel seminario di Frascati, poi anche a Roma. Oltre ad insegnare scrisse libri d’economia, scienze, letteratura, filosofia e teologia e il Papa Pio VII gli concesse una mensilità di 12 scudi per i suoi meriti di scrittore. Dopo la morte del padre si trovò in difficoltà economiche e così fu ospitato nella casa di Roma del nipote Leandro Ciuffa. Qui continuò a studiare e scrivere numerosi libri. Sulla casa, che è in Piazza Montecitorio, c’è una lapide che ricorda che lì visse Marco Mastrofini. Nel 1845 morì a 82 anni. È sepolto nel Convento di San Silvestro come aveva chiesto lui. Dopo 100 anni dalla sua morte, i Monticiani lo hanno onorato mettendo “in passeggiata” una stele di marmo con il suo ritratto. A lui è dedicata la piazza che è fra il palazzo del Comune e la Fontana dell’Angelo


frascati

Viaggio in Italia o, più modestamente… a Frascati
di VaMar

Raccontare Frascati nelle sue bellezze artistiche ed architettoniche è spesso piacevole esercitazione cui molti si sono dedicati, copiando o semplicemente prendendo ispirazione magari da scritti o ricerche che altri più competenti han fatto e pubblicato in precedenza si tratti di secoli andati o di più recenti. Molto meno si approfondisce e si va ‘dietro’ quello che ‘appare’. Dalla ‘facciata’ di una chiesa ad esempio si può trarre spunto per una ricerca ben più vasta sui ‘fedeli’ che hanno fatto la storia di quella ‘chiesa’, così come da un edificio comunale, si potrebbe trarre spunto per una storia degli ‘inquilini’ che lo hanno abitato (leggi: amministratori) e dall’architettura e dall’estetica di certe abitazioni si può risalire al ‘gusto’, all’intelligenza o al fine economico che ha ispirato il costruttore e le commissioni edilizie che hanno dato il ‘placet’, e così via.
Di Frascati è stato detto molto e naturalmente al turista che deve essere ‘attratto’ perché porti qualche soldino all’economia turistica locale, non si possono non decantare le ‘bellezze’ nostrane. E così si perpetua a volte una realtà che forse in qualche caso da tempo potrebbe anche essere scomparsa!
Pensiamo al vino di Frascati, che, nonostante si chiudano osterie e cantine sociali o si taglino vigne a favore di strade, lottizzazioni e…varie, sembra ancora resistere sulla breccia con la fama di un tempo Il tutto però grazie alla tenacia dei pochi autentici vignaroli rimasti a difenderne la …storia, più che alla responsabilità di certi personaggi ‘passati e…futuri’, pur delegati a tal compito. Fra poco forse, se le cose non cambiano, il vino di Frascati potrebbe essere solo ‘oggetto’ da museo. Ma sopra l’argomento, torneremo in seguito; per ora ci limitiamo a percorrere un tratto di strada alla scoperta, non delle ‘bellezze’ tuscolane, ma di quello che tali bellezze nasconde o deturpa più che un po’.
Il turista che prende il treno da Roma, già da Ciampino si impatta con un ‘panorama’ notevolmente diverso da quello di solo due o tre decenni fa. Asfalto e cemento sono penetrati in modo barbaro tra vigneti ed uliveti, ormai diventati ‘ex’. Avvicinandoci a Frascati per fortuna il panorama cambia, più di qualche vigneto ed oliveto lo incontriamo ancora, e ci si chiede quanto dureranno ancora perché i segni del ‘degrado’ e dell’assalto al verde non mancano. Certo tutto nella norma, con tanto di permessi delle amministrazioni che si sono susseguite, ma certamente, passo dopo passo, Frascati resiste sempre più debolmente all’assedio. E in questi casi non c’è una Madonna di Capocroce che dica, ‘indietro questa terra è mia!’. I lanzichenecchi odierni sono più striscianti e suadenti, e l’invasione è ‘soft’. Naturalmente qui non si parla di nuovi arrivati o extracomunitari, perché non è questo il pericolo, ma dell’invasione del degrado, dell’assalto (‘discreto’ ma costante nel tempo) al verde e alla vivibilità, così come un pericoloso aumento di maleducazione contraddistingue buona parte dei nostri Castelli.
Ma proseguendo il nostro percorso col treno e avvicinandoci a Frascati, ci imbattiamo in una delle tante (e in espansione) concessionarie di automobili, mentre poco più avanti osserviamo, ammirati dal finestrino, cataste (oggi relativamente più nascoste per la crescita primaverile degli arbusti circostanti) di cartoni ammonticchiati su una scarpata da un mobilificio; cartoni regolarmente e periodicamente dati alle fiamme, alla faccia della raccolta differenziata tanto pubblicizzata dalle ditte raccoglitrici della nettezza urbana. (E a proposito di nettezza urbana, avete mai fatto caso che nonostante siano stati collocati in molte vie cittadine due o più raccoglitori allineati, in genere la gente scarica le proprie immondizie - col sacchetto o meno - nell’unico raccoglitore che trova già aperto e stracolmo, pur di non aprire uno degli altri due sono completamente vuoti !?).
Ma, ritornando al nostro viaggio in treno, eccoci arrivati finalmente alla stazione. Manco nel Terzo mondo! Scalo ferroviario con sporcizia cronica, sterpaglie, bagni (eufemismo) inservibili, orologi massacrati più volte, scritte ‘graffitare’ su muri, insegne e tabelle, tanto da rendere illeggibile la denominazione della località in cui si è arrivati. È Frascati ?     (Continua)


Nozze d’oro

La famiglia Laganà è lieta di annunciare che il 23 aprile 2001 è stato festeggiato il  cinquantesimo anniversario delle nozze tra Laganà Renzo e Polentini Cesarina. La cerimonia delle nozze d’oro è stata celebrata nella chiesa “San Gregorio Magno” a Monte Porzio Catone, allietata dai brani del repertorio religioso, della Polifonica “San Gregorio Magno” di cui la signora Cesarina fa parte.
Nozze
Il 28 aprile 2001,  il nostro amico e collaboratore, Marco Primavera si è unito in matrimonio con Raffaella Carcereri. Dalla redazione i più sinceri auguri ai novelli sposi.


Sommario anno X numero 6 - giugno 2001