Anno
IX numero 9 - settembre 2000
SATIRA E COSTUME
Eureka!
di Francesco
Barbone
"Ho trovato!"
esclamò Archimede uscendo dal bagno nudo ed esultante per aver scoperto la legge sui
corpi bagnati che porta il suo nome. Se un vigile lo avesse multato per oltraggio al pudore, gli avrebbe risposto
che uno scienziato non bada a simili sciocchezze.
La stessa risposta mi avrebbe dato il professor Boborskj, mio misterioso condomino, se gli
avessi fatto rilevare che era uscito con una scarpa marrone e una nera.
Alto, magro, ieratico, lunghi capelli precocemente imbiancati, sguardo perso dietro grosse
lenti, di origine polacca (forse), lavorava come fisico ricercatore a Frascati (credo).
Era sempre immerso nei massimi sistemi e interagiva curiosamente col suo prossimo, di cui
facevo, purtroppo, parte.
Dopo la terza volta che, in pochi giorni, l'amministratore aveva fatto cambiare la
serratura del portone che trovavamo regolarmente scassinata, noi condòmini stavamo
all'erta per scoprire l'autore del gesto vandalico. Finché la verità saltò fuori.
Il professore dimenticava regolarmente le chiavi; risolveva pertanto il problema di aprire
sia il portone condominiale che il portoncino del suo appartamento, scassinando abilmente
le serrature con un temperino che (quello sì!) portava sempre con sé!
Un'altra volta, dallo scambio di informazioni tra condòmini, risultò che non era
possibile attingere acqua dai rubinetti durante la notte. Di giorno però l'impianto
idrico funzionava regolarmente!
La chiave del mistero fu ancora il prof. Boborskj. Scoprimmo che lo scienziato,
insofferente del rumore notturno dell'autoclave, si avventurava nelle tenebre fra i
meandri sotterranei del palazzo e, scassinata la porta della fontana col solito temperino,
chiudeva l'acqua, placando così i suoi nervi e assetando i condomini nottambuli.
Una volta una scampanellata lunga e improvvisa mi fece accorrere alla porta del mio
appartamento e me lo vidi davanti, agitatissimo: "Avvocato! -mi urlò- Lei
deve fare qualcosa, ho fatto l'incidente!" Dall'affannoso racconto risultò che
il professore, dovendo uscire d'urgenza con la macchina, aveva trovato il vialetto
d'ingresso sbarrato dall'auto di un condòmino; ergo, al fine di rimuovere l'ostacolo, si
era gettato a tutta forza con la sua macchina contro l'auto in sosta sul passo carrabile!
In un giorno di pioggia vedo Boborskj avanzare a larghi passi sul marciapiede, centrando
varie pozzanghere con abbondanza di schizzi fangosi. Ad un tratto il professore si ferma
e, rivolgendo in basso uno sguardo al fulmicotone, esclama: "Pozzanghera! Non mi
bagnare!!!"
Un bel giorno il professore sparì. Si mormorò di un incarico ad Harvard. Chissà, forse
un giorno lo scienziato prenderà il Nobel per la fisica.
Forse, per ritirare il premio, si presenterà davanti al Re di Svezia. In mutande.
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