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anno IX n. 1
gennaio 2000

indice di gennaio

 SATIRA E COSTUME

’Ndo sta via dei Cocomeri?
di FRANCESCO BARBONE

È questa (più o meno…) la domanda che mi aspetto mi venga rivolta dall’automobilista che rallenta affiancandomisi, mentre passeggio per le strade del più alto dei Castelli Romani. Peggio per me che mi ostino in questa attività deambulatoria, illudendomi che sia possibile rilassarsi e ossigenarsi, passeggiando nel verde di un paese che punta sul turismo: so’ proprio un Cajano! Faccio invece parte di una sparuta specie in via di estinzione, rigorosamente NON protetta e vittima predestinata di automobilisti e motociclisti pazzi, di cani randagi, nonché di cani da guardia ai quali i padroni aprono premurosamente i cancelli delle ville onde mandarli in mezzo alla strada per il bisognino. E peggio per chi non va in macchina!
Al pedone, poi, tocca inesorabilmente la mansione dì stradario. Per assolvere a disegno di Roberto Proiettiquesto compito, nel più alto dei Castelli, occorrerebbe una laurea in scienze naturali e una specializzazione in toponomastica.
Toponomastica! Da piccolo credevo che fosse una festa per l’onomastico del topo… e immaginavo che un biglietto di invito a tale trattenimento fosse il desiderio proibito di ogni gatto! La toponomastica è misteriosa: a Roma qualunque pellegrino avrebbe il diritto di trovare Piazza Cavour in fondo a Via Cavour… E chi conosce un po’ di storia, passeggiando per i Prati di Castello si chiede che ci azzeccano Crescenzio e Cola di Rienzo con gli illustri Romani titolari delle vie ortogonali, nati 1.500 anni prima e praticanti tutt’altra professione (Orazio, Boezio e compagni).
E vengo al dunque. Nel vastissimo verde territorio del mio paese d’adozione le vie si chiamano per lo più con nomi di fiori, frutti ed erbe. Ma, in omaggio alla misteriosa toponomastica, può accadere che via della Fava si trovi a venti chilometri da via del Pisello e via dei Salici vicino a via dei Cedri. E per me passeggiante: Ciak! Si rigira sempre la stessa scena. Esterno giorno: auto che rallenta, navigatore che si sporge: «Ndo sta via dei Cocomeri? (ovvero via delle Thuje, ovvero via dei Ciclamini, ovvero via delle Margherite?)». Io comunico la mia ignoranza; la delusione (con un pizzico di schifo) si dipinge sul volto del navigatore; l’auto riparte con un gioioso sbuffo di diesel rigorosamente NON revisionato. E così la mia passeggiata continua in simbiosi con l’automobilista ignoto. Suoi Cocomeri, mia ignoranza, sua delusione, suo sbuffo diesel. Suoi Cocomeri, mia ignoranza, sua delusione, suo sbuffo diesel. AMEN!


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