ARCHEOLOGIA
Proswpon, Fersu, Persona
Phersna LIndividuo e la Maschera (terza parte)
di MARIO GIANNITRAPANI
Lindividuo umano è quindi solo un aspetto dellessere in un
determinato stato contingente di manifestazione, così una conoscenza limitata alla
facoltà mentale quale forma determinata (ahamkàra, coscienza umana dellio) non è
che semplice conoscenza per riflesso, analoga a quella delle ombre che vedevano i
prigionieri della caverna simbolica di Platone, quindi indiretta ed esteriore.
Lintuizione intellettuale si pone oltre questi limiti, non appartenendo
allordine delle facoltà individuali, si realizza con la trasposizione del centro
della coscienza dal cervello al cuore ed in virtù di questo
trasferimento sappiamo che ogni speculazione ed ogni dialettica
non possono evidentemente esser più usate. 8 Nellassociazione ragione = mentale,
quali principi riflettenti lanalogia e la rifrazione del principio universale
nellordine mentale umano, si assiste alla consequenziale differenza tra mentale ed
intelletto puro. Lintelletto puro realizza la coscienza nel passaggio
dalluniversale allindividuale, ma questultima appartenendo
allordine individuale appunto non si può identificare col principio intellettuale
stesso, nonostante proceda direttamente dal medesimo. La conoscenza di cui si tratta non
è però contraria od opposta alla conoscenza mentale in ciò che questultima ha di
valido e di legittimo nellordine relativo, nel dominio individuale. Proprio il piano
di intersezione del principio intellettuale con il dominio specifico di determinate
condizioni desistenza produce la individualità considerata. 9 Il gnwsei auton
(conosci te stesso) socratico, la verità araba haqiqah, lessenza nel significato di
Edh-Dhat implicano il passaggio dal molteplice alluno, dalla circonferenza al
centro, a quel punto unico ove è possibile allessere umano restaurato nelle sue
prerogative primordiali, elevarsi agli stati superiori e ritornare ad essere quello che
potenzialmente è dalleternità, la conoscenza come intuizione intellettuale stessa,
secondo locchio del cuore (aynul-qalb). Non si tratta quindi di idealizzare un mondo
passato, nè di estrapolare teorie dai pochi indizi che questultimo ci fornisce,
bensì constatare come sia un senso differenziato ed antitetico al moderno che da questi
documenti promana. Nulla nellantichità, dagli insegnamenti dei saggi alle
documentazioni materiali, a parte alcuni particolari periodi che segnano la decadenza e la
corruzione del costume, era inutile, eccessivo, sfarzoso, gratuito; ogni minimo
particolare, dallansa di una scodella ai più bei metri della poesia, sottolineavano
una visone del mondo organica, armonica, una vita che nella elementarità e semplicità
del carpe diem oraziano aveva il suo più genuino fondamento.
Dal mito di Giano Bifronte a quello di Narciso, lidea del doppio, dellaltro
che è dentro di noi, dello specchio, della maschera - interessanti per la remota
antichità le maschere neolitiche raffigurate nella statuina di Canne e nel collo
ceramico di Porto Badisco - pervade e compenetra la vita delluomo antico. La
maschera ha il potere di scacciare i demoni e quello di proteggere chi la porta ; è
appannaggio degli iniziati e generalmente dei soli uomini. In sintesi la maschera è uno,
tra laltro, degli emblemi della cultura tradizionalista africana, ed il suo ruolo
principale è quello di riaffermare a intervalli regolari, la verità e la presenza
immediata dei miti nella vita quotidiana ; si riaggancia così allordine
cosmogonico, rigenerando il tempo e lo spazio (Vigorelli 1991). Pallidi e spesso
degenerati riflessi della percezione atemporale dellio cosmico li ritroviamo in
quelle poche ma significative opere che nel teatro, nella letteratura, nellarte
ancora inebriano luomo contemporaneo (Dr. Jekyll e Mr. Hyde, il ritratto
di Dorian Gray, le intuizioni freudiane, il doppio e linconscio, e molte altre
ancora) svelandogli echi di conoscenze remote, perdute nella notte dei tempi quando si era
ancor coscienti di esser maschere ridenti di un nume immortale.
(fine III parte)
Note:
8 Il passo del Guènon, Considerazioni
cit., pp. 280-81, rimanda a sua
volta ad una importante disamina dellEvola in La dottrina del Risveglio,
1973, quella in particolare relativa alla distruzione del demone della dialettica, cap.
IV, pp. 56-61, dove il pensiero speculare, il semplice opinare, le molteplici teorie, dice
lautore, riflettono una inquietudine fondamentale di chi non ha ancora trovato in se
stesso il proprio principio. Il solo intelletto discorsivo, vitakka, non può, appunto,
che avere valore di opinione, di doxa. E lafhle panta, il togli
via tutto dellascesi buddista non ha nemmeno il senso di un sacrificio
dellintelletto a favore della fede, come in certo misticismo cristiano. E
piuttosto una catarsi preliminare, lopus purgationis giustificantesi in vista di un
superiore tipo o criterio di certezza, quello che si radica in una effettiva conoscenza,
assimilata analogicamente, come nella tradizione vèdica, ad un vedere ; il video
latino, loida greco. E quindi lo stesso cuore, preso
simbolicamente per rappresentare il centro dellindividualità umana, considerata
nella sua integralità, ad esser messo in corrispondenza sempre con lintelletto
puro, da tutte le tradizioni. La via della conoscenza diviene la via
dellidentificazione il cui raggiungimento è oltre il dominio individuale, ma
possibile poiché lindividuo in cui alberga lessere è parimenti anche altra
cosa. Proprio la rinunzia al mentale, allimpotenza della facoltà discorsiva che non
può superare i limiti della natura medesima, è il primo gradino verso lEgo sum,
lIo sono, Je suis, meglio noto come Gesù. Nel non attaccarsi al
ragionamento, nel non rimanere prigionieri della forma, è il preliminare lavoro per
passare dalla molteplicità allunità, dalla circonferenza al centro, in quel punto
unico ove è possibile superare il ciclo indefinito della manifestazione e quindi
consentire la restaurazione di quelle prerogative dello stato primordiale
delluomo con il quale accedere agli stati superiori dellessere e realizzare la
propria essenza. Così colui che conosce se stesso nella verità dellessenza eterna
ed infinita, conosce e possiede tutte le cose in se stesso e per se stesso, essendo
pervenuto allo stato incondizionato che non lascia fuori di sè alcuna possibilità, ed è
appunto colui che non chiacchiera molto e ascolta poco, (Discorsi di
Ermete Trismegisto, ed. cons. 1965, pp. 94-95) poiché chi perde il suo tempo
nel discutere e nellascoltare chiacchiere, vibra pugni contro il vuoto. Infatti la
divinità, il bene, non si conoscono né parlandone né ascoltandone parlare.
9 Fondamentali distinzioni operate dal Guènon in Gli Stati molteplici
dellessere, pp. 71-78, Id. Considerazioni cit., (ed. cons. 1988)
pp. 276-282, anche per comprendere laccezione specifica del termine
intellettuale ben diverso da quello in voga attualmente nelloccidente
post-moderno. L. Vigorelli et al. 1991, Immagini dellinvisibile. Figure e maschere
dellAfrica sub-sahariana, Bergamo.
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