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anno VIII n. 12 - dicembre 1999

  

 DOVE VIVIAMO?

Convenzione sui mutamenti climatici
Tutto rinviato agli esami di riparazione del 2000 all’Aja

di LIONELLO CENICCOLA

Bonn, 5 novembre 1999 – La Quinta Conferenza sui Mutamenti Climatici si è chiusa con un sostanziale rinvio delle decisioni cruciali al prossimo incontro, che si svolgerà all’Aja dal12 novembre 2000.
Una nota positiva viene dall’Unione Europea e dai suoi stati membri, che si sono impegnati per la ratifica e quindi l’entrata in vigore del protocollo di Kyoto entro il 2002, data del decimo anniversario del Summit sull’ambiente di Rio de Janeiro.
Ad oggi sono più di 60 i Paesi che si sono espressi a favore di una rapida entrata in vigore del Protocollo, ma, secondo Greenpeace, i problemi irrisolti rimangono ancora molti.
«Chi farà i controlli per sincerarsi del rispetto del trattato? Chi applicherà le sanzioni ai Governi non rispettosi degli accordi? E quali saranno le sanzioni?» Queste sono solo alcune delle domande che non hanno trovato risposta durante il negoziato di Bonn. Nessuno si è voluto assumere la responsabilità di far diventare il Protocollo di Kyoto una legge effetivamente vincolante per tutti i Paesi del pianeta.
Un altro argomento non adeguatamente affrontato nel corso dei lavori della Conferenza è stato quello della messa a punto dei meccanismi flessibili. Alcuni Paesi hanno operato in modo da poter eventualmente disattendere gli impegni che comporta la ratifica del Protocollo, non definendo criteri precisi per i  meccanismi flessibili.
«Il commercio delle emissioni», di cui non sono state fissate le regole, lascia, ad esempio, la possibilità di uno scambio selvaggio di «crediti all’inquinamento» tra Paesi ricchi (come gli Usa) e Paesi poveri (come la Federazione Russa e l’Ucraina). Ancora più pericoloso è il meccanismo della cooperazione internazionale tra stati circa il trasferimento delle tecnologie pulite ai Paesi in via di sviluppo, che potrebbe permettere la dismissione di impianti e di tecnologie obsolete  attraverso una semplice e redditizia esportazione verso i Paesi in via di sviluppo. Inoltre Giappone, Stati Uniti, Francia e Inghilterra intendono inserire nei sistemi di trasferimento delle tecnologie pulite l’opzione nucleare, come rimedio per l’effetto serra.
Tutto questo meccanismo rappresenterebbe un vero laccio al collo per l’economia di questi Paesi, che, in questo modo, si «svilupperebbero» secondo la convenienza degli stati ricchi del Nord del Pianeta.
Greenpeace ha redatto, in chiusura del negoziato di Bonn, una pagella che evidenzia il comportamento dei Governi alla trattative.
Tutti i Paesi sono comunque «rinviati agli esami di riparazione» all’Aja nel 2000.


 

  

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