IL RACCONTO
Cattus Sapiens
Sentire le unghie penetrare e le zampe stendersi, far forza e
contrarsi le dava molto Piacere, per cui continuò in fretta, dimenando la coda per
rendere il Piacere ancora più forte, fino ad arrivare a MOLTO SU
La pietra era ancora calda di Sole ma la Sera ormai era vicina.
Si sollevò pigramente, rammaricandosi di dover interrompere il Piacere di
aderire perfettamente a quella superficie piena di Energia. Puntò le zampe sul terreno ed
inarcò la schiena, stirando con forza tutti i muscoli. Anche questo era piacevole, molto
piacevole. Le permetteva di apprezzare tutta lelasticità del suo corpo. Un fremito
la percorse tutta e la coda si mosse a frusta nellaria per segnalare la sua totale
soddisfazione. Un ottimo pomeriggio era appena terminato. Unottima serata stava
iniziando. Con Fastidio si sentì in disordine. Peli arruffati, polvere, parassiti.
Iniziò a lisciarsi, con metodo, meticolosa. Con la lingua ruvida leccò via peli staccati
e polvere, pettinò la pelliccia, lasciandola lucida e pulita. Dove non arrivava con la
lingua (dietro le orecchie, ad esempio) si aiutò con la zampa, fino ad aver passato ogni
centimetro del suo corpo.
Stava meglio, ora, il Fastidio era passato. Ora, cosa cera da fare? Sentì il
mormorio di un Simile maschio. Non era per lei, non oggi. Era presto, per lei. Qualche
altra Simile nei dintorni doveva essere pronta. Annusò laria e captò con Fastidio
la lieve fraganza. Si mise in posizione a soprammobile, guardandosi attorno, con la coda
avvolta attorno alle zampe. La punta della coda si muoveva rapida per segnalare
Nervosismo. QuellOdore la irritava. I maschi ne erano attratti, naturalmente,
perdevano la testa, ma per lei era segnale della presenza di una rivale. Non era vicina,
non era nel suo Territorio, ma era pur sempre una potenziale minaccia. Le creava brutte
Immagini nella mente. Si sentì aggressiva quanto, poco prima, era stata pacifica.
Un ottimo pomeriggio e, adesso, una serata di nervosismo. Non le piaceva. Un brontolio
di disapprovazione le nacque in gola e questo accentuò il suo stato danimo. Cercò
di rilassarsi. Annusò la pietra calda dove era stata sdraiata fino a poco prima.
Cera ancora il suo Odore, sulla pietra, aveva una forma allungata, con le zampine
profumate che sbucavano dal corpo centrale più grosso. Per un attimo pensò di sdraiarsi
lì di nuovo, ma provò ancora Fastidio. La temperatura non era giusta, cera poca
Energia, ormai, la Sera stava incombendo.
Guardò SU. Cera Sole, SU, anche se tutto attorno cera Sera. Questa era una
delle magie che succedevano SU. Non sapeva se poteva andare a SU, quella Sera. A volte
poteva, altre no. Bisognava chiedere molto, per andare dentro SU. Pregare, lamentarsi, far
capire che era proprio importante. Cera molto Sole e molto Odore. Le tremò la gola.
Forse era il momento di chiedere. Cominciò ad andare a SU, ma si fermò a metà strada.
Provò Fastidio. Cerano altri Odori, oltre a quello del Cibo e dei Caldi che stavano
dentro SU. E Rumore. Adesso non provava più solo Fastidio, cominciava ad esserci anche
Paura. Ancora sopportabile, non tanta da tornare a GIU. Si fermò per stabilizzarsi,
mentre il cuore che prima batteva forte rallentava un poco. Era un effetto che le facevano
le cose nuove e strane. Dentro SU cerano altri Caldi oltre a quelli che conosceva e
tutti assieme facevano Rumore e Odore. Paura si calmò e venne Curiosità. Pian piano
riprese a salire e arrivò DAVANTI A SU. SU era chiuso. Pensò che non era il caso di
lamentarsi e chiamare. Seguì lOdore e il Rumore fino ad un finestrino aperto.
Saltò sul davanzale ma non osò entrare. Si lasciò investire dalle sensazioni. Erano
tante, doveva analizzarle, occorreva tempo.
Poteva vedere i Caldi, ora, erano parecchi, disposti attorno a molto Sole e molto Cibo,
poteva capirlo dallOdore. I Caldi facevano molto Rumore fastidioso. Gli occhi le si
spalancarono di Desiderio e di Timore. Di nuovo nella gola le nacque un tremito che venne
fuori prima che riuscisse a fermarlo. Potè solo smorzarlo un poco, così il miagolio non
fu troppo forte, per fortuna, non voleva richiamare lattenzione di tutti, solo di
Calda Buona, che forse le avrebbe portato un po di Cibo. Miagolare le diede Sollievo
e la stabilizzò un poco. Ne aveva bisogno perchè troppe emozioni venivano da SU. Allora
lasciò che il tremito si sfogasse e miagolò ancora. Calda Buona se ne accorse e fece dei
Rumori che lei riconobbe, per chiamarla, mescolati a tutti gli altri che non conosceva.
Questo le diede Felicità e per dimostrarlo sfregò il fianco contro uno spigolo della
finestra e agitò la coda. Il tremito nella gola non poteva più diventare un miagolio, un
miagolio non era adatto ai sentimenti di quel momento. Cominciò il suo Messaggio di Pace,
che le scuoteva i polmoni, la gola e il muso e le dava molto Piacere.
Una forza la spingeva ad entrare, seguendo il richiamo di Calda Buona, ma unaltra
forza la respingeva, soprattutto perchè non conosceva gli altri Caldi.
Poi riconobbe lOdore di Calda Fuori e questo la convinse definitivamente a
tornare a GIU. Calda Fuori le dava Cibo, non era male come Calda, ma aveva questo
difetto, di fare un Rumore strano e fastidioso che suonava proprio come FUORI
e lei non lo sopportava e per il Fastidio di solito usciva da SU e andava a GIU.
Quando fu a GIU', si guardò intorno in cerca di qualcosa da fare.
Fiutò laria cercando unImmagine per la sua mente e ne arrivò subito una
molto bella, che veniva da MOLTO SU.
Le piaceva, MOLTO SU, la faceva sentire forte e quando ci arrivava non succedeva mai
che fosse chiuso. MOLTO SU era sempre aperto e spesso cerano le Prede.
Si arrampicò piantando le unghie nella corteccia morbida. Sentire le unghie penetrare
e le zampe stendersi, far forza e contrarsi le dava molto Piacere, per cui continuò in
fretta, dimenando la coda per rendere il Piacere ancora più forte, fino ad arrivare a
MOLTO SU.
Fiutò ancora laria. Scartò il profumo delle foglie, della corteccia e dei fiori
di magnolia, che non le interessavano, e selezionò quello delle Prede.
Le giunse, pungente, chiarissimo ed il cuore iniziò a batterle forte. Puntò gli
occhi, le orecchie ed il naso per identificare la Preda, mise in tensione i muscoli e
represse il fremito che stava nascendole in gola. La Preda apparve ai suoi sensi,
perfettamente definita, ignara. Balzò in silenzio e solo quando ebbe la Preda fra i denti
lasciò sfogare il mugolio di Gioia che le premeva dentro la gola.
Scese rapidamente a GIU, senza stringere troppo i denti, inebriandosi
allOdore che le riempiva il naso quasi a contatto con la Preda. Si concentrò su
Odore, per ora, lasciò perdere Sapore che cominciava a prendere corpo. Era troppo presto
per quello. Doveva combattere coi denti che volevano stringere la Preda fino in fondo. Era
troppo presto, doveva trovare un posto sicuro dove continuare il suo gioco. LOdore
del sangue avrebbe potuto attirare altri Simili, era meglio essere prudenti.
Combattendo contro tutti i suoi istinti, decise di tornare a SU.
Anche se SU era chiuso, DAVANTI A SU era un posto sicuro, molto addentro al suo
Territorio, era difficile trovare dei Simili, lì, quando non cera il suo Odore di
Femmina a chiamarli.
Lì si stava in pace.
Quando fu a DAVANTI A SU si rilassò un poco. Si sentivano sempre i Rumori dei Caldi,
ma non ci badò, era troppo presa dalla sua Preda. Mugolando e ringhiando di Piacere,
strinse pian piano fino a bucare la pelle della Preda che ancora di agitava nella sua
bocca..
Sentì Odore, Calore e Sapore tutti assieme. E anche Rumore, nella sua forma piacevole,
gli ultimi lamenti della Preda straziata.
Quello era il culmine della frenesia e cercò di goderlo a lungo e di prolungarlo poi,
mentre Calore e Rumore si dissolvevano, masticando ed inghiottendo per esaltare al massimo
Sapore e Odore.
Infine si fermò, esausta e soddisfatta.
Che splendida Sera.
E pensare che era iniziata male, coi Caldi che facevano Rumore e Sole attorno a Cibo.
Ma ora tutto era Buono.
Iniziò a ripulirsi il muso e le zampe, leccandosi bene, agitando la coda per segnalare
Piacere. Per terra, nel DAVANTI A SU, erano rimaste la testa e le zampe della Preda, un
bel trofeo. Con orgoglio, decise di lasciarli lì, di farne un dono ai Caldi.
Era un segno di Potere, mostrava quanto era brava e forte, Padrona del suo Territorio.
I Caldi avrebbero capito.
E avrebbero continuato a darle Cibo in cambio del permesso di vivere lì, nel suo
Territorio.
Roberto Zini
il messaggio come la fune che lancio per raggiungere
che si vada ad impigliare tra i capelli di quei luoghi
oltre le colline
antonio "voci" sabato 3 giugno 1995