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Messaggio per la festa Indù di Diwali: insieme per uno sviluppo umano integrale.
L’impegno comune tra indù e cristiani per uno sviluppo umano integrale è il tema scelto quest’anno dal cardinale Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo interreligioso, nel messaggio in occasione del Deepawali (o Diwali, secondo altre dizioni), la più importante festività del calendario Indù.
Nel messaggio si afferma che le feste religiose ci offrono l’opportunità di ravvivare il nostro rapporto con Dio e tra noi e che un vero sviluppo umano si realizza nel rispetto della libertà di ognuno, che comprende la volontà politica di lavorare per garantire una maggiore tutela dei diritti umani e una coesistenza pacifica.
Ci sembra significativo riportare alcuni passi del documento.
“Un autentico sviluppo umano si può raggiungere solo attraverso l’assunzione di una responsabilità condivisa gli uni per gli altri ed impegnandosi seriamente in azioni di collaborazione. Ciò scaturisce dalla nostra stessa natura di esseri umani e dalla nostra appartenenza all’unica famiglia umana”. “Nel processo dello sviluppo integrale, la protezione della vita umana ed il rispetto della dignità e dei diritti fondamentali della persona, sono responsabilità di ciascuno, sia individualmente che collettivamente”.
“Il rispetto per gli altri implica, dunque, il riconoscimento della loro libertà: libertà di coscienza, di pensiero e di religione. Quando le persone si sentono rispettate nelle loro scelte di fondo come esseri religiosi, solo allora esse sono in grado di incontrare gli altri e di cooperare per il progresso dell’umanità. Ciò forma un ordine sociale più pacifico che contribuisce allo sviluppo”.
“Lo sviluppo umano integrale richiede anche la volontà politica di lavorare per garantire una maggiore protezione dei diritti umani ed una coesistenza pacifica. Sviluppo, libertà e pace sono indissolubilmente legati e si completano reciprocamente. Una pace duratura e relazioni armoniose emergono in un’atmosfera di libertà; allo stesso modo, lo sviluppo umano integrale si realizza in un ambiente pacifico”.
“Tutti insieme – conclude il documento – come persone di buona volontà, uniamoci per dissipare ogni tenebra che nasconde una vera visione di coesistenza, l’armonia religiosa e lo sviluppo integrale per ogni singola persona. Possa essere il Deepawali un’occasione per celebrare la nostra amicizia e proclamare fermamente la vittoria del bene sul male, della luce sulle tenebre e per lavorare insieme al fine di conseguire un’era di vera libertà per tutti e di un integrale sviluppo umano di tutti“.
La festa del Deepawali (17 ottobre) celebra la vittoria delle forze del bene su quelle del male, ovvero della luce sulle tenebre, della verità sulla menzogna, della vita sulla morte, ed è nota anche come festa della luce per i lumi che vengono accesi sui tetti di tutte le case. Essa segna anche l’inizio del nuovo anno indù.
Secondo una antica leggenda il ritorno del re Rama (7000 a.c.) di Ayodhya dopo 14 anni di esilio in una foresta, fu festeggiato dal popolo della città con file (avali) di lampade (dipa) in suo onore, da qui il nome Deepawali o più semplicemente Diwali.
In questo periodo in India scuole, uffici e luoghi istituzionali restano chiusi per vari giorni. Le porte delle case rimangono aperte sia per invitare amici e vicini a partecipare della gioia della celebrazione sia per permettere al Dio Lakshmi, che rappresenta la ricchezza ed il benessere, di entrare in qualsiasi momento.
Le celebrazioni sono accompagnate da fuochi artificiali e da mortaretti che scoppiano per giorni nelle città e nei villaggi rendendo l’atmosfera gioiosa. Diwali resta un momento di pace e serenità per il quasi miliardo di Indù al di là delle vaste problematiche dell’India e delle possibili diverse tendenze religiose che comunque riconoscono come sacri i libri dei Veda.
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