Notizie dal mondo – Febbraio 2010
Da un editoriale del quotidiano del Burkina Faso Le Pays a proposito del “caso Rosarno” – Italia
“Viste dall’Africa queste immagini difficili e rivoltanti dovrebbero piuttosto far riflettere i candidati all’immigrazione irregolare sui loro obiettivi e sul prezzo da pagare per realizzare i loro sogni. La regolazione dei flussi migratori è un dibattito che va di moda tra europei e africani ma sfortunatamente si rivolge soltanto alle frange intellettuali delle popolazioni dei nostri paesi…gli analfabeti, gentili, sfruttabili all’infinito, una volta giunti in Europa, ‘angeli’ all’inizio perché si possono sfruttare, diventano da un giorno all’altro ‘demoni’, senza documenti, vulnerabili… Un migrante irregolare rimane un uomo, con i suoi diritti, incluso quello di non farsi sparare addosso come si spara a un animale, a causa della sua origine”.
Israele: bloccati i visti di lavoro agli operatori delle Ong che lavorano nei Territori palestinesi
Il quotidiano israeliano Haaretz ha reso noto che il ministero degli Interni ha deciso di bloccare la concessione dei permessi di lavoro agli operatori stranieri che lavorano per le principali organizzazioni non governative internazionali presenti nei Territori palestinesi, compresa Gerusalemme Est. Il ministero ha scelto di concedere agli operatori umanitari solo dei visti turistici, che impedirebbero loro di lavorare. Tra le Ong colpite da questa nuova decisione israeliana ci sono l’Oxfam, Save the Children, Medici senza Frontiere, Handicap International, Terre des Hommes e la Società religiosa degli amici. Il cambio di politica impone anche che i cooperanti vengano registrati presso il Coordinamento delle attività di governo (COGAT), dipendente dal ministero della Difesa. Gli operatori delle Ong auspicano che insieme al visto turistico venga emanata una nota scritta che garantisca loro di lavorare nei territori e con l’Autorità palestinesi. Oltre che ai cooperanti, il governo israeliano sta rifiutando i permessi di lavoro alla maggior parte degli stranieri che vogliono recarsi nei Territori. Tra questi molti docenti delle università palestinesi e uomini d’affari. La scelta sarebbe determinata dal fatto che Israele non riconosce l’Autorità nazionale palestinese a Gerusalemme Est e nell’area C, che racchiude il 60 percento della Cisgiordania. (peacereporter)
Sì della Russia alla riforma della Corte europea dei Diritti dell’Uomo
Il 15 gennaio la Duma si è espressa a favore per la ratifica del testo di riforma della Corte europea dei Diritti dell’Uomo. È una notizia che non giunge a sorpresa, poiché già Boris Gryzlov, presidente di Russia Unita, partito di maggioranza all’interno dell’assemblea, aveva annunciato il nulla osta del suo schieramento. La Russia, fino a ieri l’ultimo rimasto tra i 47 membri del Consiglio d’Europa a non aver ancora ratificato il testo, noto come Protocollo 14, toglie così il veto de facto alla riorganizzazione dei lavori della Corte: il protocollo, infatti, semplifica le procedure di accettazione dei ricorsi al tribunale, che potrà occuparsi dei casi presentati con più efficienza e velocità. Il voto positivo sconfessa il precedente del dicembre 2006, nel quale la Duma si espresse con un secco no alla ratifica del testo. Alla base della decisione, vi è probabilmente l’ottenimento, da parte di Mosca, di un proprio rappresentante in ogni ricorso riguardante la Russia. Il paese è, con la Turchia, il più coinvolto dalle attività della Corte. Nel 2008 sono stati 8.161 i casi esaminati dai giudici di Strasburgo, i quali si sono sempre mostrati molto critici nei confronti della politica russa, specialmente in questioni riguardanti il Caucaso e la condizione nelle carceri. (Gabriele Pippo)
Culturessud.com: un invito a scoprire la letteratura africana e non
La letteratura francofona prodotta in Africa, nelle zone caraibiche e oceaniche, così come nei paesi arabi ha il suo sito: in rete da qualche giorno è il portale Cultures Sud che offre una panoramica completa dell’attualità letteraria proveniente da quelle zone, informando i lettori sulle ultime pubblicazioni e dando loro la possibilità di interagire direttamente con gli scrittori. Una banca dati contente più di 2000 voci tra autori e opere, presentati da giornalisti e esperti di ogni paese, e vuole essere un ulteriore invito alla scoperta di una ricchezza culturale generalmente poco nota e pubblicizzata. Gli editori africani seguono da vicino e collaborano all’iniziativa multimediale finanziata dai ministeri degli Esteri e della Cultura francesi: in realtà Cultures Sud è l’erede in rete di una rivista cartacea Notre librairie in passato distribuita nelle sede consolari francesi all’estero. Oltre a favorire la conoscenza del mondo letterario africano, si tratta di stimolare la nascita di case editrici direttamente sul continente. Inoltre, ogni trimestre verrà pubblicata una rivista cartacea: il primo numero del 2010 sarà interamente dedicato ad Haiti. (misna)
Il 2009, l’anno nero della Cina per diritti umani e democrazia
Nel 2009 il governo cinese ha inasprito la repressione contro dissidenti e attivisti, con carcerazioni, gravi condanne detentive anche per semplici proteste o contro gli avvocati che difendono i diritti civili e umani, una sistematica persecuzione contro tibetani e uiguri, la mancanza di riforme legali. All’opposto, sono diminuite le proteste e le critiche della comunità internazionale. E’ il triste quadro dell’annuale Rapporto mondiale del gruppo Human Rights Watch (Hrw), pubblicato il 20 gennaio scorso. Ricordiamo solo tre casi accaduti nel mese di dicembre, ai quali si è dato rilievo attraverso i media, in occidente. Il 19 dicembre il governo cambogiano, pressato da Pechino, ha rimpatriato con la forza 20 profughi uiguri. L’Alto Commissario Onu per i rifugiati aveva espresso “preoccupazione” che i profughi, se rimpatriati, fossero soggetti a torture o arresti arbitrari. Il 25 dicembre il Tribunale di Pechino ha condannato il dissidente Liu Xiaobo a 11 anni di carcere per “incitamento alla sovversione” per avere scritto “Carta 08”, documento che chiede al governo il rispetto dei diritti umani riconosciuti nella Costituzione cinese e riforme democratiche. Liu è in carcere dall’8 dicembre 2008. Il 28 dicembre il tribunale di Xining ha condannato a 6 anni di carcere il regista tibetano Dhongdup Wangchen per “istigazione al separatismo”, per avere prodotto un film, “Leaving Fear Behind” (Lasciare la paura alle spalle), che critica la politica cinese in Tibet. Wangchen è in carcere dal marzo 2008 e il tribunale ha rifiutato l’avvocato da lui scelto sostituendolo con uno gradito dal governo. Sophie Richardson, responsabile di Hrw per l’Asia, ha definito “ironico che quest’anno il governo cinese abbia pubblicato un piano di azione nazionale per la tutela dei diritti, il vero piano sembra ridurre con decisione i diritti, non proteggerli”.
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