#Nonleggeteilibri Oscar Wilde…in nero
Non leggete i libri fateveli raccontare” (Luciano Bianciardi)
Il delitto di Lord Arthur Savile (titolo originale: Lord Arthur Savile’s Crime) di Oscar Wilde Traduttore: Livio Crescenzi, Mattioli 1885 ed. 2012 € 4,80 e-book disponibile edizioni varie da € 0,49 isbn 9788862613231 disponibile al prestito interbibliotecario SBCR www.consorziosbcr.net
«Dove procurarsi un ordigno esplosivo, però, era tutta un’altra questione. La guida di Londra non gli fornì informazioni utili al riguardo, e capiva che non gli sarebbe servito molto rivolgersi per questo direttamente a Scotland Yard, dove sembrava che fossero sempre all’oscuro circa i movimenti della fazione dei dinamitardi fino a che non si verificava un’esplosione, e anche in questo caso ne sapevano sempre assai poco». Oltre all’ammirevole ironia sfociante nel beffardo, e che riporta, purtroppo, alla mente considerazioni su accadimenti recenti, commentati similmente riguardo le varie intelligence europee, è un vero piacere leggere Il delitto di Lord Arthur Savile, scritto da Wilde nel 1891. Il piacere si divide tra il ritratto del protagonista, oscillante tra una certa candida dabbenaggine che si presupponeva dovesse/potesse avere un giovane gentiluomo d’elevata classe sociale e il lucido cinismo, concessogli anche da tale posizione, con cui si risolve ad affrontare il suo ‘problema’, e il perfetto contesto del racconto. Lord Arthur riceve da un chiromante che gli legge la mano la predizione che presto compirà un delitto e da quel momento non se ne dà pace. Alla vigilia delle tanto sospirate nozze con una dama bellissima e di grande virtù, tenta di rimandarle non ritenendosene più degno e di accelerare il compiersi del destino tentando di uccidere prima una pacifica e anziana zietta e poi un anziano parente quasi altrettanto pacifico. Per farlo ordina veleni e sistemi esplosivi alla luce del sole fidando nei favori di amici e nei servizi di fedeli camerieri….Le cose si risolveranno diversamente e in modo alquanto originale, drammatico ma molto meno pericoloso per il nostro gentiluomo Arthur e si ride non poco non fosse che il sano riso, suggerito da passi come quello sopra citato, è spento dal ritratto spietato d’una società dalla carità pelosa, dal classismo imperante e infine cinica e auto-conservativa a scapito di chiunque vi capitasse fra le maglie….Un piccolo capolavoro, già dalle prime righe che trasportano il lettore nella rutilante e ricca vita di società della Londra che s’apprestava a salutare il ‘900. Con uno scritto di J. Joyce del 1909. (Serena Grizi)
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