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#Nonleggeteilibri – Le provinciali di Simenon…  

#Nonleggeteilibri – Le provinciali di Simenon…  
Ottobre 03
19:55 2023

«Non leggete i libri fateveli raccontare» (Luciano Bianciardi)  

(Serena Grizi) Marie la strabica (titolo originale: Marie qui louche) di Georges Simenon, GEDI ed. 2023 – traduzione di Laura Frausin Guarino € 9,90 isbn 9771825668270, e-book Adelphi € 10,99. Disponibile al prestito inter bibliotecario SBCR https://sbcr.comperio.it/

Due giovanissime provinciali, Marie e Sylvie, accettano un lavoro estivo alla pensione Les Ondines pur di potersi allontanare dal paese senza destare sospetti e, finita la stagione, dirigersi verso una nuova vita a Parigi. Marie, personaggio che dà il titolo all’agile romanzo, ha un difetto agli occhi che completa una figura eccessivamente smilza e di poco interesse per gli uomini mentre è Sylvie la vera attrattiva fra le due, bella e provocante com’è. Giocando alla seduttrice induce un ragazzo del paese con qualche ritardo ad un ‘furto’ di religieuse (vera delizia francese delle feste) dalla cucina della pensione e ciò che accadrà per questo motivo condizionerà non poco lo sguardo di Marie sull’amica d’infanzia sempre più sfrontata e priva di scrupoli. La penna del grande scrittore descrive mirabilmente il rapporto fra le due ragazze, la sudditanza di Marie alla bellezza di Sylvie (è già deciso che se la seconda farà fortuna la prima diventerà la sua cameriera personale), e quella di Sylvie allo sguardo dell’amica che sa leggerla come un libro aperto. Arrivate a Parigi le due prenderanno strade da par loro: Marie farà la cameriera presso una trattoria vicino l’hotel che la ospita, benvoluta dai proprietari come una figlia, Sylvie tenterà giri più larghi fra impieghi d’ufficio e provini per il cinema, negli anni ’20 quello di fare l’attrice era un sogno diffuso fra le giovani. Simenon non dimentica mai di suggerire, se non la poca avvenenza di Marie, sicuramente l’indubbia bellezza dell’altra che suscita appetiti ovunque si presenti, cosa alla quale sembra dare nessun peso, almeno non romantico, visto l’unico obiettivo per cui ha lasciato il paese dov’è nata e dove ha dimenticato la sua famiglia: diventare ricca, costi quel che costi. Marie lascia Sylvie senza dire nulla quando capisce che i loro stili di vita sono irrimediabilmente troppo distanti. Le due si ritroveranno dopo più di vent’anni costrette a tirare una riga sotto il conto delle loro esistenze. La Parigi di Simenon, città bella e crudele, accoglie le ragazze come fa con ogni provinciale: leggendone profondamente sogni e ambizioni e distribuendo apparenze abbaglianti, doni a caro prezzo e delusioni anche oltre le possibilità di sopportazione dei nuovi arrivati. La furbizia in questa grande città non è considerata difetto ma nemmeno l’assennatezza lo è. Se nei suoi gialli protagonista il commissario Maigret Simenon imprime uno sguardo noir utile a sottolineare banalità, eppure presenza continua, del male, nei suoi romanzi indugia in ogni caso su una visione nera dell’esistenza la quale si volta spesso in nemesi abbattendosi sugli ‘eroi’ umanissimi al centro delle vicende. Questo però non sconcerta mai il pubblico dei lettori e resta ingrediente sicuro di storie che si leggono d’un fiato, correndo pagina dopo pagina al finale. Bello!      

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