#Nonleggeteilibri – “Il sesso che verrà” sarà tale nella complessità e non senza mistero
«Non leggete i libri fateveli raccontare» (Luciano Bianciardi)
(Serena Grizi) Il sesso che verrà – Donne e desiderio nell’era del consenso (titolo originale: Tomorrow Sex Will Be Good Again) di Katherine Angel, Blackie Edizioni ed. 2022 – traduzione di Veronica Raimo e Alice Spano € 18,00 isbn 9788831321228, e-book NO Disponibile al prestito inter bibliotecario SBCR https://sbcr.comperio.it/
Il titolo del libro prende spunto da una frase del filosofo M. Foucault risalente al 1976: “Il sesso che verrà sarà finalmente un sesso migliore”. La promessa, evidentemente disattesa, è analizzata dall’autrice Katherine Angel, dottore in Storia della psichiatria e della sessualità presso l’Università di Cambridge e autrice di studi su ‘disfunzione sessuale femminile’, psichiatria americana, sessuologia e femminismo, alla luce della prospettiva molto americana, ma non solo, di ‘regolare’ la questione sessuale tra individui, soprattutto nel sesso etero, attraverso il ‘consenso’. L’autrice ne mette in luce ogni sfaccettatura ricavando, infine, la forte sensazione che si tratti di nuove catene di genere, imposte di nuovo dalla mentalità e dalla fisiologia tutte maschili al fine di non perdere il comando ed eventualmente mettere sul banco degli imputati, in caso di violenza, la ‘solita donna incapace di controllarsi’. Il consenso di cui si è molto discusso in America, a partire dai campus universitari fino al #MeToo, dovrebbe sempre essere controllato dalla donna: da quando conoscerebbe l’eventuale partner con cui avere un incontro sessuale, mentre l’incontro avviene ed in tutte le fasi di questo. La Angel, attraverso la consultazione di molti importanti testi dedicati all’argomento e ai più recenti studi sulla sessualità, entrando anche nell’ambito di strumenti usati per la misurazione dell’effettivo desiderio (per esempio il pletismografo), anche questi a modo loro invasivi o utilizzati in contesti che possono falsare la risposta molto più di quel che si crede, racconta che: «Il desiderio femminile è potente ma imbrigliato, e l’insistenza sulla forza del ‘vero’ desiderio delle donne è, per definizione, liberatoria. La conoscenza, il sapere scientifico per quanto riguarda le donne equivale a emancipazione, in particolare se rivela una solida libido. Questa idea, però, si relaziona ad una preoccupazione più cupa e profonda. (…) è che dobbiamo conoscere la verità sul desiderio sessuale per regolare le dinamiche tesissime tra uomini e donne, (…) dinamiche che (…) abbiamo visto manifestarsi tra mutua incomprensione, rabbia e risentimento. (…). Dominare la sessualità femminile, renderne conto, diventa il modo di affrontare e risolvere la violenza sessuale». Il libro prende in considerazione molti punti di vista citando importanti testi sull’argomento ed anche l’attuale filmografia che secondo una retorica corrente mostrerebbe una ottenuta libertà sessuale o il caso, davvero non comune, di un film scaturito dal desiderio di una donna che firma per recitare, e fare sesso, con un attore hard ma poi durante la lavorazione cade in fortissime contraddizioni, oltre la decisione presa, perché ‘da donna’, è costretta a ragionare su ogni gesto che compie: «Le donne sanno che il loro desiderio sessuale può privarle di protezione e può essere usato come prova che la violenza, di fatto, non c’è stata (era lei a volerlo)». Dopo l’analisi dello strumento del consenso e gli studi sulla sessualità femminile, le posizioni femministe e l’analisi del vero protagonista del libro (il mantenimento di un potere), l’autrice crede che si dovrebbe esplorare l’ignoto più che il noto o il ‘falsamente’ noto come verrebbe da pensare una volta edotti sulle conformistiche ‘reazioni sociali’ ad una eventuale vera libertà sessuale, e ritorna al perché si sono messi in campo ragionamenti come quello sul consenso: «Ma la sessualità delle donne non dovrebbe essere immune dall’abuso perché le donne non vengano abusate. Non spetta alle donne avere una sessualità che non ammette l’abuso; dovrebbero essere gli altri a non abusare di loro», ritenendo, infine, che non è di consapevolezza che ha bisogno la sessualità, peraltro ideale non raggiungibile, ma di relazioni vere: «Perché dovremmo sapere cosa vogliamo? Perché non dovremmo aspettarci che gli uomini procedano accanto a noi nell’esplorazione?». Relazioni, scrive citando la scrittrice D. Bellamy, «tra due persone che hanno bisogno l’una dell’altra e che rischiano allo stesso modo».
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