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#Nonleggeteilibri – “Il mio viaggio della speranza” storia di Bay

#Nonleggeteilibri – “Il mio viaggio della speranza” storia di Bay
Marzo 23
12:44 2023

«Non leggete i libri fateveli raccontare» (Luciano Bianciardi)

(Serena Grizi) Il mio viaggio della speranza – dal Senegal all’Italia in cerca di fortuna di Bay Mademba, Giovane Africa Edizioni (suppl.to a Il Sole, giornale di cultura africana) ed. 2011 – € 8,00 isbn 9788897707011. Disponibile in IBS ‘libri vintage’ prezzi vari.

Il racconto risale al 2011, il viaggio vero e proprio si è svolto dal 2000, segno che il tempo delle migrazioni è molto diverso dal nostro: infatti non è passato un attimo dalle traversate pericolose di più di vent’anni fa e purtroppo si contano migliaia di vittime nel Mediterraneo fra donne, uomini, e bambini. Mademba è uno che la racconta, per fortuna, fortuna nella quale crede poiché è credente ma anche fatalista: ha ricevuto un’ottima educazione improntata a chiarezza ed onestà ed è devoto al più importante padre religioso del Senegal moderno Cheikh Ahmadou Bamba, fondatore della confraternita murid, del quale ama ripetere i principi. Attraversando, per le su peripezie di migrante economico, la Costa d’Avorio, la Grecia e poi l’Italia, dove diventerà scrittore e venditore di libri per una editrice specializzata in narrativa africana, si imbatte in modi molto diversi di vivere e di interagire con l’altro a tenta di conciliarli al meglio con la propria esperienza cercando di fare tesoro delle esperienze positive e negative. Mademba ci fa toccare e sentire la forza di altre culture dall’Africa, per prima la sua ma non solo, in un’epoca in cui in Italia si sente ancora dire che gli africani vivono tutti nelle capanne e hanno solo cultura orale, o altre scemenze del genere, senza conoscere quasi nulla dell’enorme continente: «Le donne del Collettivo (di Thiaroye, città storica del Senegal che negli anni duemila ha subito la perdita di molti giovani, che tentavano di emigrare a bordo di piroghe, spesso alla volta della Canarie n.d.r.), cercano in ogni modo di dissuadere i giovani a partire per l’avventura europea. Hanno impiantato delle cooperative per confezionare il cous cous precotto da esportare al nord, si impegnano a modernizzare i sistemi di pesca, lavorano a migliorare la produzione di arachidi. Cercano cioè di rinvigorire l’economia di sussistenza». L’autore elabora un racconto che in uno strano cortocircuito storico – temporale mette in relazione diversi saperi (storia, filosofia, cucina, esperienze dirette) che tramite un dialogo continuo con la gente che incontra quotidianamente per la vendita, riformula quasi una storia comune, mettendo in fila alcuni passaggi condivisi e sottolineando le diverse opportunità dei vari Paesi (per quanto anche lui non conosca l’Africa intera), e lo fa in modo convincente, regalando una riflessione interessante oltre la sua personale epopea. Racconto, per altro, densissimo, poiché in sole 60 pagine elenca esperienze che, non c’è tema di essere contraddetti, in altri Paesi basterebbero a tracciare la trama molto più stanziale di almeno una decina di esistenze differenti. Sembra che la storia/autobiografia sia stata scritta direttamente in italiano, un eventuale editing ha voluto lasciare il parlato e alcune espressioni forse abituali dell’autore. Lo sguardo di Mademba ci rimanda un’immagine della vita sociale in Italia non così allegra dopo tutto, probabilmente per  aspetti di un quotidiano che ormai, banalmente, ci sfugge, e che altri dodici o tredici anni di smartphone non devono aver migliorato molto: «Una particolarità dell’Italia è che la gente sta in casa sua, la vedi solo se va a lavorare o è festa o c’è il mercato. Da noi sempre vedi la gente. Tu ogni giorno pensi che ci sia una festa perché sempre le genti sono sulle strade. Qui la gente sta chiusa in casa e fa i cavoli sua, là, in Senegal, la casa è il mondo, le persone entrano, escono, parlano; ti parlano di niente e di tutto. Tutto tutto, fanno tutto

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2 Commenti

  1. Serena
    Serena Autore Gennaio 22, 17:17

    Consigliabilissimo, anche perché, pur nelle diversità culturali usa ‘l’arma’ dell’ironia e del ‘quasi’ parlato così vicino alla strada, alle storie d’ogni giorno

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  2. Luca
    Luca Gennaio 21, 18:26

    Dalla descrizione sembra un libro che è molto consigliabile ai ragazzi; per il rispetto delle persone di colore e che cosa hanno fatto per arrivare in Italia o grecia.il libro è anche uno sguardo sulle abitudini senegalesi

    Reply to this comment

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