#Nonleggeteilibri – Il giornalista
Il giornalista di Miriam Mafai – Ed. Ensemble 2016 € 5,00 isbn 9788868811112 e-book € 1,99;
Torna dopo trent’anni in libreria, con la prefazione della figlia Sara Scalia in collaborazione con ‘Associazione Miriam Mafai’ e ‘Associazione Stampa Romana’, questo agile libretto in cui la giornalista Mafai riesce a mettere, miracolosamente, parte della propria esperienza, un pezzo di storia d’Italia e l’idea stessa della vita di redazione. Dagli inizi come corrispondente da Parigi per Vie Nuove fino alle riunioni familiar-lavorative a La Repubblica di Scalfari. Il libro mutua molto dal più ampio Una vita, quasi due, Rizzoli – ma qui il focus è proprio sulla professione ed è mirabilmente riassunto nelle parole che appaiono in copertina: «Lo scrivere si impara. Ciò che non si impara, e che mi sembra soprattutto necessario, è una grande curiosità per le persone e i fatti, l’attitudine a cogliere subito gli elementi essenziali di una situazione». Chi ha fatto esperienza piena di questa tecnica di scrittura, quella giornalistica, troverà ‘casa’ fra queste righe ben sapendo quanto nessun corso di giornalismo può sostituire intuito, una vena di cinismo, faziosità, disponibilità, curiosità, attenzione, memoria come la stessa Mafai ricorda. Una sorta di innocenza che faccia apparire una questione come la si scoprisse per la prima volta, la capacità di sorprendersi; saper individuare in un comunicato stampa, o recandosi sui luoghi d’un fatto, quale sia davvero la notizia. Questa l’epifania del giornalista, cultore laico d’una ‘religione’ che impone un pezzo ogni giorno. La giornalista, qui l’incredibile attualità del testo, non nasconde la caduta libera d’una professione la cui autonomia è messa in difficoltà dallo strapotere editoriale e dalla pubblicità, problemi ‘nascenti’ in Italia nell’86, oggi ormai ‘esplosi’, con il ‘mestiere’ giornalistico passato alla fase 2.0 già intuita dalla nostra. Oggi è la tecnologia, in gran parte, a modificare i quotidiani le riviste: detta l’importanza e il peso dei ruoli nelle redazioni, le stesse già negli anni ‘80 erano sempre più popolate da impiegati che da giornalisti, invalsa ormai la ‘moda del giornalismo da camera’. Mafai segue l’evoluzione del giornalismo al femminile, il peso delle donne in redazione ricordando i difficili tempi di corrispondente e mamma. Un piccolo grande documento da tenere sempre a portata di mano perché la capacità delle belle menti è anche quella di non farsi travolgere dagli avvenimenti, di saper leggere i fatti, di uscirne, sempre, in maniera positiva. (Serena Grizi)
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