#Nonleggeteilibri – Bruno Schulz di Permunian vive tra noi…
(Serena Grizi) Bruno Schulz di Francesco Permunian, Aragno € 12,00 isbn 9788884198815 e-book NO – NON disponibile al prestito inter bibliotecario SBCR www.consorziosbcr.net
Non che un libro debba instillare la curiosità per un autore ma è interessante che lo faccia. Prima dell’uscita di questo titolo, davanti alla sua quarta di copertina o poco più, scrissi che sarebbe stata una festa questa pubblicazione «visto che oggi il nome di Bruno Schulz risuona nelle menti, e nei cuori, di milioni di lettori in tutto il mondo»*, così è. Due racconti complementari lo compongono La plasmabilità artistica del cartone e il suo impiego nella scuola – Una relazione su Bruno Schulz – la genialità di questo piccolo grande racconto è quella di farci entrare nella quotidianità, diciamo pure nelle beghe, dell’uomo prima che dello scrittore: dal lavoro di insegnante non proprio amato, alla famiglia con difficoltà, ad una fidanzata che gli farebbe cambiare vita ma anche città, disastrosamente per Schulz a quanto pare, perché quella è la dimensione nella quale crea, il suo universo microscopico che però, come per ogni vero artista, contiene ogni universo. Ed è lì, con buona approssimazione alla certezza, che è libero finalmente, quando lo è, di scrivere e disegnare, e restare a Drohobycz come se attendesse null’altro che il tragico destino che lo aspetta. La maldicente moglie del dottore di via Wilcza – Una pubblica corrispondenza – Proprio la puntuale corrispondenza fra i due grandi autori polacchi, Gombrowicz e Schulz, che si concretizza in tre lettere, la terza missiva senza risposta da parte di Schulz, segna le differenze tra i due (anche nel confronto serrato si ammirano) ma compiacimento non c’è da parte di Schulz e se anche nell’altro non ce ne fosse traccia quello di Schulz sarebbe di meno: «Non ridere. So quello che pensi, come tieni in bassa considerazione la nostra vita. E questo mi addolora. La equipari alla vita della moglie del dottore di via Wilcza, e quest’ultima ti sembra reale, più tenacemente attaccata alla terra, mentre noi, costruendo sotto le nuvole, dediti alla chimera, sotto la pressione di centinaia di atmosfere di noia, distilliamo i nostri elaborati utili quasi a nessuno».* Questo per chi conosce i tesori della noia, per chi conosce la sofferenza di costruire sotto le nuvole (ogni volta che viene un dubbio… rileggere…). Poi brevi intensi, carteggi attorno alla sua privata relazione con J. Szelinska. Ogni nuova ’informazione’ porta nella contemporaneità, perpetua l’avvenimento, la grande decisione, con quell’aura di magia che assumono nella memoria le cose/le decisioni importanti della vita, quelle che non finiscono, come vivere la vita facendo posto alla creatività, quella che ha permesso, in questo caso ad uno scrittore ed incisore come Schulz, di inventare un mondo parallelo al mondo, ancora oggi vivo, facendo le sue scelte, rinunciando (provate a scrutare fra i segni del suo lavoro di incisore). Il libro infila un’altra perla nella bibliografia suggerita da Permunian: Bruno Schulz l’uomo complesso e semplice, forse non lungimirante, l’artista che soffre tutti i giorni la sua propria ‘morte in banca’, sembra possibile possa ancora continuare a vivere in un angolo della sua Drohobycz come Anna Frank nelle pagine di P. Roth (anche lì un caldo sentimento del possibile, del vivente, anima ogni riga), invece che essere stato barbaramente ucciso da un ufficiale della Gestapo, il suo corpo disperso in una fossa comune. I motivi per cui il suo nome continua a risuonare nel mondo, (e che mondo! quello dell’arte, delle cose belle e difficili) sono quelli che stanno dentro il suo progettare di lavorare ad una relazione sulla ‘Plasmabilità artistica del cartone’ (strano destino che ancora oggi qualche libraio poco accorto abbia ‘sistemato’ questo titolo tra i manuali scolastici); stanno nel glissare in qualche modo i motivi d’una diatriba letteraria per dire altro…e questa magheìa che si rinnova ad ogni pagina di libro, suggerendone le atmosfere per giorni, non è del tutto quella delle pubblicità che dicono quanto siano magiche le antiche città ceche o polacche; è vero che molto s’avverte camminando per i vecchi centri della mitteleuropa tra gli acciottolati, le aquile di pietra, i commoventi cimiteri ebraici zeppi di preghiere di sassi e vicino ai fiumi, pure impetuosi ma che scorrono mansueti come pecorelle fra le case della riva…ma pare di ritrovarla tutta qua, fra le righe d’un autore che ama le parole preziose. *passaggi tratti dal libro
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