Notizie in Controluce

«Non leggete i libri fateveli raccontare» (Luciano Bianciardi)

(Serena Grizi) E tu splendi di Giuseppe Catozzella, Feltrinelli ed. 2021 € 10,00 isbn 9788807894930 e-book € 3,49. Disponibile al prestito inter bibliotecario SBCR https://sbcr.comperio.it/

«I ‘destinati  a essere morti’ non hanno certo gioventù splendenti:

ed ecco che essi ti insegnano a non splendere. E tu splendi, invece, Gennariello»

P.P. Pasolini – Lettere luterane

In un paesino della Lucania contornato dai calanchi tornano i piccoli Pietro e Nina la prima estate dopo la scomparsa della madre, il padre rimasto a Milano dove sono emigrati. In paese l’atmosfera è calda e familiare ma i paesani, compresi i ‘nononni’, sono ormai da decenni delusi e depressi dalla poca armonia e dalla disoccupazione per il tiro giocatogli da un altro paesano che delittuosamente avvelenò le loro terre e divenne produttore esclusivo di tutti i beni di quel territorio (olive, noci, ortaggi) lasciando gli altri con proprietà inservibili e tanta rabbia, come il nonno dei ragazzini. A peggiorare il tutto la scoperta da parte di Pietro d’un gruppo di stranieri nascosto nella torre normanna. Lì di stranieri non se n’erano mai visti e subito vengono presi a presagio di qualche disgrazia, temuti come la misteriosa apparizione della Menzasignor che abiterebbe un antico palazzo abbandonato. La storia raccontata da Giuseppe Catozzella potrebbe svolgersi in qualsiasi borgo d’Italia circondato da campagne, nel quale riecheggiano storie di vigne e campi persi da un nonno o da uno zio per le sfortune del dopoguerra; i rapporti fra paesani sono all’apparenza cordiali ma sotto cova sempre qualche rivalsa col più ricco o il più prepotente, come zi’ Rocco di questa storia. Anche il desiderio di tornare alla terra viene da quel passato tanto vicino, e possedere terra e coltivarla attrae come una calamita almeno le generazioni nate fino agli anni ’90. Il paesaggio tracciato dall’autore con poche linee (torre antica, borgo, campagne di piccoli appezzamenti, letto del fiume in mezza secca che tende a diventare discarica) è il segno d’un territorio ancora profondamente diverso da quello della città, rifiuti a parte. Dove ci sono meno cose e meno persone, ma una gran vita di relazione, uno spazio che ‘costringe’ ad incontrare l’altro invece che a glissarlo continuamente con altre cose da fare, da vedere. Il punto di vista adottato è quello del decenne Pietro che si porta dietro tante domande, la simpatia istintiva per gli altri e un vecchio frammento di foto e, più di qualche volta, strappa un sorriso: con innocenza di bambino osserva il mondo dei grandi: in sostanza un mondo di vecchi con tanti problemi fisici e pose esagerate e farsesche; che parlano poco facendo molti cenni col capo, bestemmiano, uno dei più simpatici, zi’ Salvatore, quando sta seduto all’aperto guarda verso il muro invece che verso la via. Però, a differenza di quel piccolo capolavoro che è Non dirmi che hai paura, nel quale la storia familiare volge magistralmente nel racconto d’una terribile fuga (tragicamente ispirato ad una storia vera), qui la ‘maniera’ di ‘leggere’ ogni questione dal punto di vista d’un ragazzino non mantiene sempre la giusta efficacia. Pur con piccoli difetti, però, quello di E tu splendi è un linguaggio differente per raccontare come originale una storia ben nota, per provare a dire con la voce dei bambini cos’è che non va nel ‘vecchio’ mondo adulto, troppo pervaso da egoismi e razzismi e che le continue dure esperienze pare non riescano ancora a sgretolare…