Non solo l’integrazione pure la convivenza è impossibile….
Alcuni buonisti insistono nel dire che l’integrazione, con le migliaia e migliaia di immigrati che attraccano sulle nostre coste, sarà possibile. Portano l’esempio delle popolazioni barbariche che giunsero in occidente verso la fine dell’Impero Romano e furono integrate, dopo un certo periodo di tempo, sia nella cristianità che nella cultura latina. Non sarà così invece per le invasioni odierne di africani e mediorientali intenzionati a tenersi la loro cultura anzi a far cambiare religione usi e costumi agli europei.
Lo dimostra il fatto che i musulmani immigrati, anche dopo due o tre generazioni, continuano a mantenere le loro tradizioni, continuano a costruire moschee ed a chiedere cambiamenti istituzionali per l’affermazione della loro fede. Iniziando dall’istruzione scolastica, con la richiesta di rimozione dei crocifissi e con la pretesa di introdurre nei programmi educativi l’apprendimento dell’arabo e dei principi basilari dell’islam.
La trasformazione culturale passa anche attraverso il sistema alimentare (halal) che prevede la macellazione per sgozzamento lento di armenti senza stordimento, ed a tal proposito vedasi le recenti carneficine pubbliche (eufemisticamente chiamate “festa del sacrificio”) compiute con le benedizioni dei nostri politicanti ed addirittura con la loro partecipazione (vedi il recente caso di Orlando a Palermo).
Ma la dimostrazione evidente che un’integrazione fra le culture europee (sopratutto quelle laiche) ed islamiche è impossibile sta nella storia. Durante la conquista dei Balcani da parte dei muslim gran parte delle popolazioni dell’est Europa (albanesi, croati, macedoni, ceceni, etc.) fu convertita all’islam ed ancora mantiene quella fede con le conseguenze che tutti conosciamo.
Qualcuno, fra i buonisti, insiste nel dire “se non è possibile l’integrazione almeno sarà possibile una convivenza…”, ma l’esempio della possibile convivenza la vediamo, ad esempio, in Siria dove sotto il governo laico di Assad i cristiani e le altre minoranze hanno facoltà di esistere mentre nelle zone conquistate dai “credenti” di fede sunnita la situazione è ben diversa… chi non si converte a Maometto è passato a fil di spada o deve nascondersi.
Poi c’è il fattore demografico.
Gli italiani spaventati dalla crisi economica e pervertiti dal consumismo e dalla devianze sessuali non fanno più figli mentre i musulmani, indipendentemente dalle condizioni economiche in cui si trovano, e forse avvantaggiati dall’assistenza che ricevono in Italia, continuano a figliare. Una popolazione sempre più anziana, viziata ed imbelle, facilmente soccombe ad una popolazione giovane decisa a tutto.
Aggiungo che la stragrande maggioranza dei nuovi immigrati è composta da maschi forzuti e capaci di azioni decise.
Mi viene in mente anche un altro fatto significativo, che è andato evidenziandosi sempre più in questi ultimi anni. Qui in Italia, nord o sud che sia, le persone tendono alla solitudine e per avere compagnia si “accoppiano” con cani e gatti. Molti -soprattutto le donne- tengono in casa diversi animali e spesso trattasi di cagnoni belli grossi che fungono anche da “difesa personale”. I musulmani al contrario odiano i cani, che sono considerati persino più impuri dei maiali, ma sono abituati a fare comunella fra correligionari. Non vedo mai, passeggiando per strada od ai giardini pubblici, un musulmano da solo, girano sempre in gruppo. Sapete cosa significa ciò? Il proverbio dice che l’unione fa la forza. Quindi traetene le dovute conclusioni e consideratene le conseguenze.
Paolo D’Arpini
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