#Nonleggeteilibri – Bianciardi d’essai
“Non leggete i libri
fateveli raccontare” (Luciano Bianciardi)
Bianciardi d’essai di Irene Blundo Stampa Alternativa 2015 € 1 e-book disponibile NO isbn 9788862224635
Bianciardi d’essai – La vita agra di Luciano Bianciardi a Grosseto raccontata da Isaia Vitali, Mario Dondero, Maria Jatosti. Mitico millelire Stampalternativa trovato in una libreria orvietana indipendente che sta per chiudere i battenti (un’altra!). La vita agra continua oggi a non sembrare sterile modo di dire d’un intellettuale che amò la provincia, anche se poi emigrò a Milano, perché pensava seriamente che solo dalla provincia si potesse partire con curiosità e protervia verso la conoscenza del mondo, di se stessi quali scrittori. Il ricordo, il racconto affidati dalla giornalista Irene Blundo agli amici e sodali, alla compagna di molti anni. Si ripercorre, così, il periodo di Bianciardi e il cinematografo nel quale si rintracciano molti dei motivi dell’opera dello scrittore; gli amici dell’infanzia con cui condividere progetti, la miniera e i minatori che lo segneranno nella produzione letteraria e nell’animo e il ‘conforto culturale’ che aveva sempre pensato si potesse portare anche nei luoghi del lavoro più duri e distanti da un qualche tipo di vita borghese. Portava ai minatori il cinema e i libri della biblioteca Chelliana, di cui fu direttore, col bibliobus: «tra gli autisti anche lo scrittore Cassola, che nella biografia di Corrias ricorda che Bianciardi si inventò anche la rima: questo è il bibliobus Chelliana che viaggia una volta a settimana». ibs.it/code/9788807722943/corrias-pino/vita-agra-di-un.html. Le vicende grossetane le racconta soprattutto il cronista e amico Isaia Vitali che pare voler eternare la distanza fra Bianciardi e i clamori, le soluzioni facili: il 12 febbraio del 1950 inaugurarono il cineclub all’Odeon di via Roma e lì invitarono critici e intellettuali disposti al confronto. Nel millelire anche le foto perpetuano un’epoca in cui era possibile fare cose artigianali e vivere di grandi miti, fra le altre: il viso splendido di Hedy Lamarr, attrice di origine austriaca, la locandina de La terra trema di Luchino Visconti, e poi quelle che ricordano la miniera delle ‘spedizioni culturali’, a Ribolla, dove la tragedia arrivò al pozzo Camorra nel 1954 con l’esplosione che fece 43 morti. Ancora oggi in quelle campagne non lontane dal mare echi di vita agra…. (Serena Grizi)
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