Nobel: un premio da Nobel
Il Nobel è Il premio per antonomasia. Probabilmente non esiste alcuno che non ne abbia conoscenza, sia pure approssimativa e ‘immaginifica’. È talmente radicato nell’immaginario discorsivo che viene spesso adoperato amabilmente come aggettivazione o come epiteto – ho fatto una carbonara da premio Nobel, Tizio merita il Nobel per la pazienza, è il Nobel dei vini e così via – senza peraltro intaccare l’alta considerazione di cui gode per quello che effettivamente rappresenta: un’onorificenza internazionale attribuita a chi nell’anno precedente, in importanti campi dello scibile, «più abbia contribuito al benessere dell’umanità».
Nasce dalle ultime volontà di Alfred Nobel (1833-1896), chimico, inventore e industriale svedese, comunemente ricordato come inventore della dinamite. In realtà ‘inventò’ il modo di utilizzare in maniera pratica e sicura la nitroglicerina, scoperta dallo scienziato italiano Ascanio Sobrero, combinandola con un assorbente inerte, una farina fossile silicea, che la rendeva maneggiabile. Durante la sua vita di scienziato, soprattutto con l’uso industriale dei suoi oltre 300 brevetti, accumulò un’immensa fortuna, ma fu tormentato negli ultimi anni da un grande senso di colpa per le morti causate dall’impiego in guerra delle sue invenzioni. Per questo con il testamento del 27 novembre 1895 in Parigi probabilmente pensò di ‘guarire’ la sua coscienza e la sua immagine.
Chi l’ha preso
I premi – definiti nei settori di Chimica, Fisica, Fisiologia e Medicina, Pace – sono stati assegnati per la prima volta nel 1901 e poi regolarmente negli anni successivi con alcune eccezioni, soprattutto nel periodo dei due conflitti mondiali. Dal 1969, per iniziativa della Banca di Svezia, si assegna un premio per l’economia in memoria di Alfred Nobel, per cui è invalsa la consuetudine (errata in senso stretto, tuttavia ormai accettata) di considerare che i premi Nobel siano dati per sei discipline, compresa l’economia. A oggi sono stati assegnati 567 volte, a un totale di 889 persone o organizzazioni, in rappresentanza di circa 70 Nazioni.
Naturalmente gli Stati Uniti (favoriti dall’aver accolto nel corso degli anni numerosi scienziati stranieri che poi hanno avuto la doppia cittadinanza) sono di gran lunga la Nazione con più assegnazioni (289), seguiti dal Regno Unito con 110. Per quanto riguarda il premio per la Pace si deve notare che molto presto il desiderio del fondatore, che indicava una persona, è stato forzatamente modificato, assegnando il riconoscimento a delle organizzazioni, quali ad esempio la Croce Rossa, l’Onu, Amnesty International, l’Unicef, prassi che potrà essere estesa in futuro ad altre discipline a causa del fatto che le scoperte scientifiche oggi sono spesso frutto del lavoro paritario di team di numerose persone.
Quattro scienziati hanno ricevuto due premi nel corso degli anni e in diverse occasioni lo hanno meritato i componenti della stessa famiglia, naturalmente in epoche e discipline diverse. Emblematica la famiglia Curie: cinque premi, tra la signora Marie (due volte), il marito, la figlia e il genero. Tra le organizzazioni è stata la Croce Rossa ad avere conseguito, direttamente o indirettamente, il maggior numero di riconoscimenti (5).
Le assegnazioni avvengono in ottobre e la cerimonia di premiazione si svolge a Stoccolma (a Oslo per il solo premio per la pace) il 10 dicembre, anniversario della morte di Alfred Nobel.
Critiche e curiosità
Nel corso della sua storia ultracentenaria, il Nobel ha conosciuto rifiuti per opinioni personali (Sartre nel 1964) e rifiuti ‘costretti’ da pressioni politiche (il russo Pasternak nel 1958 e più di recente il cinese Liu Xiaobo nel 2010). Molte altre assegnazioni sono state contestate, soprattutto in riferimento al premio per laPace: Kissinger, che in qualche modo aveva supportato il dittatore Pinochet, nel 1973; Arafat, Rabin e Peres nel 1994, che sembrò essere più che altro un ‘omaggio alla guerra’; Obama, che nel 2009 ha ottenuto un premio che poteva essere interpretato solo come ‘preventivo’, o di incoraggiamento, ecc.
Critiche e dissensi hanno riguardato per lo più l’assegnazione per la Pace, che giocoforza può risentire di valutazioni politiche, ma talvolta anche altri premi, quando sembra che i giurati si siano richiamati, oltre che al valore intrinseco della scoperta o dell’opera, anche a più o meno apprezzabili considerazioni geo-politiche, come nel campo dei diritti, o della promozione dello sviluppo di particolari aree. È naturale che ciò si sia verificato anche per il premio per la Letteratura (forse in dipendenza dell’indicazione così ‘indefinita’ del fondatore, «abbia prodotto il lavoro di tendenza idealistica più notevole»), perché diverse volte abbiamo assistito a premi troppo ‘leggeri’, mentre molti altri autori sono stati colpevolmente ignorati, uno per tutti Jorge Luis Borges. Per la letteratura c’è una difficoltà in più: l’enorme produzione di alto livello e il fatto che le opere siano scritte in molte lingue diverse, così che non risultano facilmente o pienamente accessibili ai giurati. Qualche premiato, tra cui il nostro Quasimodo, fu facilitato da una mirata traduzione e pubblicazione in svedese.
Si può tranquillamente affermare che esistono grandi scrittori in ogni parte del pianeta; alcuni per merito, o contingenza fortunata, sono premiati dal Nobel, altri no, senza che sia inficiato il loro valore.
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