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NINO e UGO diretti da Luigi Magni

NINO e UGO diretti da Luigi Magni
Agosto 14
09:36 2020

Una lettura in conseguenza storica dei maggiori film del maestro Luigi Magni in attesa di celebrare a fine Settembre il 40° anniversario dell’uscita nelle sale de “Arrivano i Bersaglieri” e il 30°anniversario de “ In nome del Popolo Sovrano”

NINO e UGO diretti da Luigi Magni

Il maestro Magni, ha avuto per un certo senso, una carriera fortunata,avendo potuto dirigere quelli che oggi noi consideriamo i mostri sacri della cinematografia italiana. Salvo rare eccezioni Nino Manfredi con il quale oltre che una straordinaria intesa professionale aveva una profonda e fraterna amicizia, ha dato un volto e vita ai personaggi nati dalla penna del grande autore romano. Ugo Tognazzi invece, dopo aver rivestito i panni del perfido Rivarola ne “Nell’Anno del Signore” è stato protagonista assoluto de “Arrivano i Bersaglieri” dove recitando con il figlio Richy ha interpretato Don Prospero che nonostante orami i bersaglieri stessero sfondando a Porta Pia e il Papa aveva dato ordine di non resistere difende fino all’estremo il trono e l’altare. In questo 2020, anno segnato dalla pandemia, che ha fatto saltare numerose iniziative sulle quali si lavorava da tempo, cadono alcuni anniversari che non devono e non possono passare inosservati, proprio per la conservazione della memoria tanto cara a Magni e nel rispetto dei desideri della signora Lucia che ha espressamente chiesto che tutta l’opera storico culturale del maestro non vada seppellita nell’oblio della storia. Stiamo parlando del 40° anniversario dell’uscita nelle sale de “Arrivano i Bersaglieri” (30 Ottobre 1980) che coincide con il trentennale della scomparsa del suo protagonista avvenuta a Roma il 27 Ottobre 1990 stesso giorno in cui ventitre anni dopo morirà anche il maestro Luigi Magni, altro anniversario importante sono i 30° anni dall’uscita nelle sale de “In nome del popolo sovrano” ( 21 Dicembre 1990) in questo film dove nessuno degli attori è veramente protagonista Nino Manfredi da un volto a Ciceruacchio questo ci permette di avviare le celebrazioni per il centenario della sua nascita che sarà il prossimo il 22 Marzo essendo nato il 22 Marzo del 1921. A Manfredi sarà dedicata anche l’edizione numero 12 del SamPietrino D’ORO marguttiano. Arrivano i Bersaglieri e In nome del popolo sovrano sono due capitoli del racconto degli ultimi anni del dominio temporale iniziato con Nell’Anno del Signore che racconta la storia di Targhini e Montanari e due carbonari decapitati a Piazza del Popolo dopo un processo senza prove e senza avvocati difensori, siamo nella Roma di Leone XII durante l’anno del 1825. Nella sceneggiatura Magni intreccia la storia dei due patrioti con quella del calzolaro Cornacchia e dell’ebrea Giuditta (interpretati da Nino Manfredi e Claudia Cardinale) mettendo in evidenza la condizione dei “giudii” condannati perché rei di “deicidio” a stare nel ghetto e costretti in modo coatto ad ascoltare ogni sabato prediche cattoliche tema che Magni riprenderà poi ne “ La Notte di Pasquino” dove trattando il rapimento di un bambino nel ghetto ci porta a riflettere su come la chiesa di quegli anni coattamente li battezzava. Con “ In nome del popolo sovrano” siamo nel 1849 sono gli della Repubblica Romana Pio IX è costretto a fuggire a Gaeta ospite di Re Ferdinando di Borbone mentre a Roma viene proclamata la Repubblica, nella sceneggiatura il maestro mette a confronto la fedeltà al trono della nobiltà romana attraverso la figura del marchese Arquati (interpretato da Alberto Sordi) che si trova a mal sopportare una nuora repubblicana e filo garibaldina (interpretata da Elena Sofia Ricci) mentre i francesi attaccano al Gianicolo per riconsegnare Roma al Papa che viene difesa da pochi guidati da Ciceruacchio (interpretato da Nino Manfredi). Due monologhi caratterizzano il film quello di Alberto Sordi che implora Roma di dirgli dov’è il figlio Eufemio (interpretato da Massimo Wertmuller) che pur di non perdere la sua Cristina che nel frattempo aveva una storia con Giovanni Livraghi ( interpretato da Luca Barbareschi) le perdona tutto e la segue nella battaglia per la libertà e l’altro quello pronunciato da Ciceruacchio (Nino Manfredi) prima della fucilazione massima espressione del patriottismo e dell’essere prima romano e poi italiano. Con “In nome del Papa Re” ci avviciniamo alla fine siamo a Roma nel 1867 e un alto prelato Colombo da Priverno giudice della Sacra Consulta va in crisi di coscienza dopo il massacro compiuto dagli Zuavi Pontifici a Trastevere dove ha trovato la morte Giuditta Tavani Arquati e vuole dimettersi dai suoi incarichi per tornare a fare il prete. Mentre detta la lettera di dimissioni al suo perpetuo Serafino viene interrotto dalla contessa Flaminia che lo implora di intercedere per Cesare Costa arrestato con Monti e Tognetti in seguito alla bomba alla caserma Serristori per rappresaglia contro la strage di Trastevere. Dopo una conversazione con la nobile il monsignore capisce che il ragazzo era il figlio. Con una serie di stratagemmi riesce a salvarlo. Il messaggio anche qui è uno quello della chiesa che con la Croce in mano taglia teste e non si ferma neanche davanti all’ormai prossima invasione dello stato da parte degli italiani. Con “ Arrivano i Bersaglieri” Magni ci racconta la giornata del 20 Settembre 1870, attraverso la figura di don Prospero (Ugo Tognazzi) che non vuole rendersi conto che ormai è finita e nonostante che il Papa avesse dato ordine di non resistere si ostina a difendere il trono e l’altare, mentre a Porta Pia entrano i bersaglieri e un ufficiale degli Zuavi durate la battaglia uccide Urbano (Richy Tognazzi) figlio di Don Prospero. Lo stesso ufficiale ferito viene ospitato da Don Prospero nel suo palazzo dopo l’ingresso dei bersaglieri sarà proprio lo zuavo a rivelare la verità al nobile papalino che viene colto da malore. Anche qui come ne “ In nome del Popolo Sovrano” sono evidenti i due modi di vivere e di pensare e un Italia che finalmente si univa con Roma capitale. La giornata del 20 Settembre 18970 sarà raccontata ancora da Magni ne “La Notte di Pasquino” Un capitolo a parte rivestono invece “Il Generale” e ‘O Re che raccontano invece cosa avveniva mentre Roma viveva gli ultimi giorni del potere della chiesa ovvero l’annessione delle Due Sicilie al Regno di Napoli e l’esilio forzato di Francesco II di Borbone e Maria Sofia d’Austria a Roma. Una conseguenza filologica come se Magni attraverso questi film avesse voluto scrivere un libro di storia visiva ancora tremendamente attuale.

 

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