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Nietzsche a Capri -3

Febbraio 09
14:23 2010

La follia di Mithra, nella lettura di Nietzsche, trova corrispondenza immediata nella follia di Tiberio, al quale poi, in Al di là del bene e del male, viene attribuito un sacrificio umano compiuto – come iniziato ai misteri di Mithra – proprio nella Grotta di matrimonio. Naturalmente anche qui la follia di Tiberio – contrapposta, come appare, alla ‘follia della conoscenza’ – ha innanzitutto il significato che si può dedurre dagli orientamenti generali della filosofia di Nietzsche. Per quanto riguarda invece il fondamento storico della notizia, Tacito e Svetonio – le fonti più probabili di Nietzsche – attribuiscono a Tiberio solo ‘follie’ di tipo sessuale (i soliti eccessi attribuiti dagli storici di parte senatoriale e repubblicana a quasi tutti gli imperatori), ma non menzionano nulla del genere, e certamente se la notizia fosse stata vera non se la sarebbero fatta sfuggire. Che Tiberio – come molti imperatori – possa aver avuto simpatie per il mitraismo è comunque possibile, tanto più che tale culto era molto diffuso nell’esercito.
Veniamo ora al presunto sacrificio umano. Anche se esistono notizie di ‘sacrifici di fondazione’ in relazione ad alcuni mitrei (Vermaseren, Mithra, ce dieu mystérieux 137-8), il dato certo è che il mitraismo – come risulta anche dalle pitture del Mitreo di S. Maria Capua Vetere – prevedeva iniziazioni violente e – come ogni culto misterico – una ‘morte rituale’, che ovviamente non era una vera morte. Per quanto riguarda invece l’attribuzione del sacrificio umano a Tiberio, è probabile che qui Nietzsche sia stato tradito dalla memoria, ed abbia attribuito a Tiberio un episodio che invece la Storia Augusta (Vita Commodi 9) attribuisce a Commodo, vale a dire l’uccisione volontaria o involontaria di un adepto nel corso di una sorta di ‘sacra rappresentazione’ nella quale Commodo doveva rievocare, sotto le spoglie di Zeus, il mito dell’uccisione dei giganti anguipedi (una scena molto frequente nei riquadri laterali della tauroctonia).
Di questo episodio o di uno simile, che attribuisce a Tiberio, Nietzsche parla come del ‘più terribile di tutti gli anacronismi romani’. È difficile chiarire il senso di tale espressione. Un anacronismo è letteralmente una cosa pertinente ad un tempo passato vissuta o riproposta come se fosse attuale. Mithra era in realtà una antichissima divinità indo-iranica, di cui si parla nei Veda. Quando il culto di Mithra viene introdotto a Roma (secondo Plutarco dai pirati cilici fatti prigionieri, poi successivamente integrati da Pompeo nel tessuto economico e sociale romano [60 a.C.]) esso aveva già subito profonde trasformazioni, che lo renderanno assimilabile agli altri culti orientali diffusi nell’Impero. Rispetto alle sue origini indo-iraniche, il mitraismo romano può essere considerato un fenomeno ‘moderno’ e in questo senso anche ‘anacronistico’, così come poteva apparire anacronistico l’Impero romano rispetto agli Imperi millenari che lo avevano preceduto. Poiché in Nietzsche, come è noto, la ‘modernità’ inizia con Socrate – difficile per un professore tedesco liberarsi completamente dell’eredità hegeliana – è possibile che egli intendesse dire che per recuperare il vero senso del culto di Mithra fosse necessario tornare alle sue vere fonti, il fiero mondo degli eroi indo-ariani, il modello del superuomo, e quindi risalire indietro di parecchi millenni. Questo spiega forse perché il sorgere del sole di Mithra sembra essere deludente: esso appare un pallido riflesso del ‘vero’ sole, in grado di suscitare solo la ‘speranza’ di un ritorno dell’antica divinità in tutto il suo splendore. (Continua)

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