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NEXT GENERATION EU: LINEE GUIDA PER I COMUNI

NEXT GENERATION EU: LINEE GUIDA  PER I  COMUNI
Ottobre 07
14:08 2020

I soldi non servono se prima non si definisce come investirli e come amministrarli. E’ un concetto sempre più diffuso e riproposto giornalmente da tutti i media. Si articola in 10 macro linee d’azione il Piano che l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani (ANCI) ha presentato nei giorni scorsi alla Commissione Bilancio del Senato, nel corso delle audizioni sul Next Generation EU (citato come Recovery Fund dai media italiani).

Il Piano punta sulle città metropolitane per assicurare la crescita dell’intero Paese, senza dimenticare però le aree interne e i Comuni minori. Si tratta di un bilanciamento che alla crescita economica in chiave green e digital, affianca il tema dell’equità sociale e territoriale, cardine – assieme alla competitività – delle linee europee per l’impiego dei fondi del Next Generation EU. Per ANCI è chiara la vision che dovrebbe guidare il Piano, almeno per quanto traspare dal Documento presentato. Niente micro-interventi di natura prettamente localistica che frammenterebbero in infiniti rivoli le risorse europee: scarica il Documento da http://www.anci.it/wp-content/uploads/doc-audizione-senato-recovery-fund-28-settembre-2020.pdf .

Di seguito le 10 azioni di sistema proposte da ANCI per il rilancio

  1. Edilizia verde, energia efficiente. Promuovere un nuovo green deal per il contrasto al cambiamento climatico che riconosca le infrastrutture verdi come essenziali per un futuro più resiliente delle città e permetta di raggiungere l’obiettivo di ridurre entro il 2030 le emissioni di gas a effetto serra del 40% rispetto al 1990, attraverso un piano di efficientamento energetico del patrimonio edilizio esistente e la transizione energetica nelle città.
  2. Mobilità sostenibile pubblica. Realizzare un ambizioso Piano per la mobilità sostenibile nelle aree urbane che garantisca a tutti l’accesso ad un servizio pubblico efficiente integrato con un sistema articolato di servizi a domanda di micro-mobilità (bici e altri mezzi non inquinanti) secondo il principio del “Mobility as a Service” allo scopo di portare lo shift modale tra mezzo proprio e altre forme di trasporto nelle aree urbane a oltre il 50%entro il 2030.
  3. Economia circolare. Intraprendere la lotta agli sprechi secondo un approccio sistemico che integri nelle funzioni urbane i principi dell’economia circolare del recupero e del riuso al fine di raggiungere l’obiettivo nel 2030 di ridurre la produzione di rifiuti al di sotto delle media europea. Bisogna dare priorità alla risorsa idrica, quale bene comune accessibile a tutti i cittadini, incrementando gli investimenti per la diminuzione delle perdite idriche portandole a un livello fisiologico del 20-25% nonché per la sistemazione della rete fognaria garantendo la depurazione di tutti i reflui e favorendo il riuso delle acque depurate a tutela dell’ambiente e dell’ecosistema marino.
  4. Città digitali e intelligenti. Potenziare le reti digitali per fare uscire dall’isolamento, ormai del tutto ingiustificabile, interi paesi e comunità. Gli enti locali sono un collettore importante di “big data” che devono imparare a gestire per rendere “intelligenti” le città attuando un piano nazionale per la diffusione e l’utilizzo dei big data pubblici come fattore determinante per la crescita economica e culturale dell’Italia e dei suoi cittadini.
  5. La scuola al centro delle città. Definire un “piano scuola” che preveda interventi per l’edilizia scolastica e un incremento della spesa nei servizi scolastici ed extrascolastici, servizi per l’infanzia allo scopo di sostenere la conciliazione vita-lavoro delle famiglie e rafforzare il ruolo della scuola come punto di riferimento per le comunità.
  6. Una casa per tutti. Attuare un piano straordinario per l’edilizia abitativa in attuazione di una politica di contrasto alle povertà e sostegno alle famiglie che metta al primo posto il diritto alla casa.
  7. Periferie creative: rigenerazione urbana e comunità. Adottare un programma per la rigenerazione urbana che, avendo come principio guida l’irriproducibilità della risorsa suolo, punti sul recupero delle periferie, intese dal punto di vista geografico e sociale, con l’obiettivo di rafforzarne il senso di comunità e di far emergere il potenziale di creatività e innovazione in esso presente, integrando il recupero degli spazi pubblici e delle aree dismesse con l’attivazione di servizi di prossimità e opportunità di lavoro, specie per i più giovani.
  8. Culturà “è” turismo. Un piano per la valorizzazione dei nostri beni culturali e ambientali investendo su nuovi servizi e modelli di gestione credibili che permettano il loro mantenimento nel tempo e che siano occasione di crescita turistica nelle città dove sono presenti. Al contempo dare impulso alla strategia nazionale per le aree interne promuovendo progetti pilota per la tutela del paesaggio e della cultura, specie nelle zone dove il patrimonio naturale e artistico è maggiormente a rischio.
  9. Patto per lo sviluppo. Rinnovare un patto per lo sviluppo delle città metropolitane quale strumento essenziale per la governance multilivello e il coordinamento territoriale nell’attuazione di una strategia di crescita economica, sociale e culturale su tematiche prioritarie di rango sovra-comunale quali mobilità e logistica di merci e persone, tutela del territorio e dei sistemi ambientali e culturali, attrazione di investimenti per incrementare l’occupazione, specie quella giovanile, attraverso la valorizzazione del sistema delle competenze e del capitale umano in sinergia con le università e con il partenariato economico e sociale.
  10. Scuola nazione di Pubblica amministrazione. Attuare un piano per il rafforzamento e il rinnovamento delle competenze nella PA con la previsione della istituzione di una City School nazionale per la formazione di una classe dirigente della PA sempre allineata alle nuove e mutevoli esigenze organizzative e gestionali degli enti locali.

Sembra recepire le Linee Guida ANCI il “Piano di Sviluppo Resiliente, Sostenibile e Inclusivo” che Roma Capitale ha inviato al Governo lo scorso 6 Ottobre, delineando una strategia di sviluppo urbano finalizzata a garantire una ripresa sociale ed economica dopo l’emergenza Covid-19. Il complesso di interventi si articola in: inclusione sociale e rigenerazione urbana, mobilità sostenibile e integrata, infrastrutture sicure ed efficienti, transizione ecologica, digitalizzazione e innovazione.
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L’appello è dunque chiaro: bisogna evitare che le risorse del Next Generation EU si disperdano nei rivoli di un improduttivo assistenzialismo ma raggiungano in modo efficace i cittadini in tutte le città italiane, dai comuni più piccoli alle grandi metropoli, dalle periferie ai distretti industriali, per fare degli investimenti a favore delle nuove generazioni. Non a caso si chiama Next Generation EU.

E’ questo il momento per le Amministrazioni di proporre la loro visione di futuro.  Il tutto nell’ottica dell’Agenda 2030, caratterizzando ogni investimento con l’accoppiamento ad uno o più Obiettivi di Sviluppo Sostenibile.

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