Nessuno è un’isola, saluto a Michela Murgia
Giovedì 10 agosto, mattina, si preannunciava una bella giornata di vacanza: oltre i vetri aperti, davanti la tazza di caffè caldo, il sole filtrava fra le chiome e i tronchi d’un bosco di querce giovani. Arrivata la notizia della morte di Michela Murgia, quella non è diventata una mattinata grigia ma è rimasta ancora splendente poiché accanto al sole del giorno nuovo brillava anche il ricordo del sorriso radioso e aperto della scrittrice Michela, della donna, mamma e figlia, amica di molti, riferimento per moltissimi. Le lacrime, poi, sono scese in maniera naturale, a reificare la consapevolezza della fine dei ‘domani’ per una giovane donna amante della vita, volitiva e capace. Ultimo libro letto God Save the Queer, nel quale un’intelligenza vivace analizza l’imprinting della fede cattolica durante l’infanzia e il divenire di questa nell’adolescenza, fra lezioni e contraddizioni: fede calata nella vita di tutti i giorni, negli ambiti delle scelte personali e familiari e ‘adocchia’, quindi, per un pubblico ampio, non solo quello dei teologi, alcune ‘cosette da aggiustare’ se si vorrà, nel prossimo futuro, vivere una Chiesa ma anche ‘solo’ una società che faccia delle posizioni degli altri bene condiviso nel ragionamento collettivo. Perché le istanze degli altri non siano né carta straccia né territorio di violenza indistinta: perché nessuno è un’isola e perché assieme, come dovrebbe accadere in democrazia, si può decidere per il meglio, per tutti. Non solo in un mondo ideale, ma in questo mondo, affinché non sia paradiso per alcuni e per altri inferno, internati nella solitudine di una qualche diversità negativa che la massa individua senza saperne il perché, solo per ignoranza o cieca indifferenza.
Le sue osservazioni vissute e sagaci riportate nella sceneggiatura del film di Paolo Virzì Tutta la vita davanti (2008), tratte dal libro Il mondo deve sapere, sono state il primo contatto con questa scrittrice, a cui poi è seguita la lettura di molti articoli interessanti sui quotidiani con i quali ha collaborato nel tempo e bastavano poche righe per ritrovare una voce senza infingimenti e retoriche, come molti oramai sanno. Ma altri scritti importanti restano da leggere di questa autrice dall’attività culturale poliedrica e multiforme, e sarà bello per molti lettori/lettrici avere ancora una riserva di pensieri e parole per incontrarla ora che non c’è più.
Perché nessuno è un’isola e Michela Murgia aveva fatto di questo pensiero, e di altri, un nuovo sistema di vita, più inclusivo. Avendone lasciato testimonianza con forza e con il sorriso in terra, ora il viaggio non potrà esserle che lieve. (Serena Grizi)
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