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Nemi: Il Piano d'assetto del Parco è irricevibile

Agosto 04
19:08 2009

Al termine della seduta, la votazione della maggioranza, espressa all’unanimità, è stata per una dichiarazione “IRRICEVIBILITÀ” del Piano d’Assetto. Per l’opposizione era presente il solo Consigliere Renzo Colazza (PD) che, seppur condividendo nel merito tutte le aspre critiche mosse al piano d’assetto, ha scelto l’astensione.
Di seguito le motivazioni critiche espresse dal Consiglio nei confronti del Piano d’assetto territoriale:
In prima battuta sono stati contestati tempi e modi con cui il Parco, dopo un’inerzia che si protraeva da ben 25 anni, abbia proceduto al varo dell’assetto territoriale che va a riscrivere completamente i piani regolatori attualmente vigenti nei comuni aderenti al Parco.
Non è concepibile che un’operazione così importante e delicata, che va ad incidere profondamente su quelli che sono gli interessi dei cittadini e dei comuni e che è costata centinaia di migliaia di Euro alla collettività, venga promulgata quasi inaudita altera parte. La consulta dei sindaci è stata convocata nel periodo elettorale quando buona parte delle amministrazioni locali, tra cui Nemi, era in corsa per rinnovare i rispettivi consigli comunali e una seconda convocazione è giunta solamente per il 20 luglio scorso, dove ci si è trovati di fronte al fatto compiuto e con i sindaci di centro-sinistra che, seppure fortemente critici, prestavano il loro assenso (politico) al Piano, confidando poi nell’accoglimento da parte della Regione delle loro osservazioni critiche.
Il Piano di Assetto adottato dall’Ente Parco dei Castelli Romani, senza alcuna concertazione con i comuni interessati ed in Particolare col Comune di Nemi, si pone in aperto ed IMMOTIVATO contrasto con il Piano regolatore del nostro Comune, approvato dalla Regione Lazio il 1 aprile 2005 con delibera del 1 aprile 2005 n. 457 pubblicata sul supplemento ordinario n. 1 al BUR Lazio n. 19 del 9 luglio 2005.
Tale P.R.G., che, lo ricordiamo, prevedeva una crescita di 270 abitanti in 10 anni, ridimensionando enormemente le previsioni di quello precedente che vedeva Nemi crescere nel medesimo periodo di 2000 unità abitative, manifestava in pieno l’interesse della Amministrazione comunale alla tutela vera del Territorio ed era stato utilizzato dalla Regione

Lazio quale progetto pilota nei sistemi informativi territoriali di P.R.G. per i piccoli comuni ed esposto alla Biennale di Venezia e al Forum della Pubblica Amministrazione di Roma.
In modo del tutto IMMOTIVATO le ristrette aree di espansione, previste in assoluta coerenza con le previsione dei PTPR vigente ed adottato, vengono classificate in maniera del tutto contrastante con la realtà dei luoghi. Classificare la zona di Vigna Grande quale “area boscata”, quella di Montecagnoletto quale “area del paesaggio della viticoltura dei castelli Romani” e quella dei Corsi quale “Paesaggio agro-pastorale aperto della Valle del Vivaro”, non ha alcuna attinenza con lo stato di fatto. Le aree non sono boscate, nè vitate, nè di natura agropastorale.
La loro destinazione ad area di espansione era il frutto di una oculata scelta di natura Urbanistica che tutti gli enti, compreso lo Stesso Parco dei Castelli Romani, avevano condiviso e apprezzato. Il Parco addirittura, nell’occasione, con nota 3632 del 18.11.2002 ai sensi dell’art 28 della legge regionale del 6.10.1997 n. 29, esprimeva il nulla Osta alla Variante al Piano regolatore ritenendolo “…compatibile con il contesto ambientale e con le previsioni del Piano di Assetto del parco” (!!!)
A riprova della assoluta erroneità del Piano Adottato si rileva che le norme tecniche di attuazione dello stesso introducono limitazioni ai lotti minimi (10 ettari per le zone del paesaggio della Viticoltura e 30 ettari per le agro forestali) tali da introdurre il concetto di assoluta inedificabilità, poiché nessuno è titolare di aree così estese, incompatibili con le piccole dimensioni del Comune di Nemi.
Inoltre fa quasi sorridere il modo partigiano con cui sono state delimitate quelle aree destinate alla viticoltura, in particolare per Montecagnoletto, che ricalcano esattamente i confini del territorio di Nemi che, in pratica, si trova a devolvere tutta la sua estensione a verde pubblico e vigne mentre si lascia agli altri comuni la possibilità di trasformazione urbanistica. Nemi mette il verde, gli altri il cemento.
E ancora: la zona boscata (che boscata non è, e non lo è mai stata), di “Le Vallette” è destinata, dal P.R.G. approvato nel 2005 dal Comune di Nemi, al compatibile sviluppo necessario per realizzare una modesta edificazione concertata con le aspettative dei cittadini e del Comune e che ora vengono immotivatamente compresse con danni non solo di natura economica per chi ha pagato in questi anni ICI su aree edificabili, ma anche sociale perché impedisce il benché minimo sviluppo del Comune.
Le altre due aree (Montecanino e Corsi) erano le uniche in cui era prevista una possibile attività di edilizia convenzionata ed agevolata che così vengono escluse in aperto contrasto anche con le esigenze delle fasce più deboli .
Ancor più diffusamente il Piano non recepisce attività già consolidate, attribuendo classificazioni in contrasto con la realtà: ciò vale per l’area del cimitero comunale come in quella di importanti complessi turistico residenziali esistenti da tantissimi anni, impedendo in tal modo qualsiasi adeguamento alle mutate esigenze delle attività.
Nelle norme tecniche di attuazione, ci sono diffuse contraddizioni con le norme vigenti tali da impedire il normale uso del territorio andando a costituire un insieme di limitazioni, anziché di indicazioni di sviluppo e tutela come dovrebbe essere.

Per tale motivo dal punto di vista tecnico, grafico e normativo, si ritiene che gli elementi di contrasto, introdotti IMMOTIVATAMENTE NELLA PIANIFICAZIONE COMUNALE siano tanti e tali da non poter essere risolti con semplici osservazioni, ma con una revoca da
parte del Parco, del Piano Adottato, in cui confidiamo, per poi procedere alla redazione di un Piano condiviso e concertato con le Amministrazioni Locali.
Per tutto quanto sopra esposto il Consiglio Comunale respinge al mittente il Piano d’Assetto dichiarandolo “IRRICEVIBILE”, preannunciando che compirà tutti i passi necessari, dapprima tramite assemblee cittadine ma, se necessario anche ricorrendo alle competenti Autorità Giudiziarie, affinché si giunga ad una revisione completa del Piano che renda giustizia al Territorio di Nemi e ai suoi cittadini.

 

 

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