Nello specchio dell’altro
A specchiarsi l’una nello specchio dell’altro, quasi pavoneggiandosi della propria bellezza, sono l’Arte e la Scienza. «Certamente, parlare di bellezza nell’arte non meraviglierà nessuno», mentre «parlare di bellezza nella scienza, molto probabilmente, sorprenderà e lascerà perplesso più d’uno», introduce l’ingegner Luca Nicotra, curatore assieme alla professoressa Rosalma Salina Borello del voluminoso libro (quasi 400 pagine) intitolato Nello specchio dell’altro, riflessi della bellezza tra arte e scienza, pubblicato a fine estate per i tipi della casa editrice UniversItalia di Roma. I curatori dell’opera sono ben noti ai lettori di Controluce. Luca Nicotra è da molti anni redattore e curatore delle rubriche “Cultura” e “Società e Costume”. Rosalma Salina Borello, docente di Letterature Comparate all’Università “Tor Vergata” di Roma, ha pubblicato vari articoli culturali sulla nostra Rivista e ne è attenta e benevola osservatrice da molti anni.
Il libro (acquistabile presso la maggior parte delle librerie on-line sul Web) è il frutto di un accurato e laborioso lavoro di dieci studiosi di varia estrazione culturale, cui si aggiunge la partecipazione di un poeta (Mario Mori) e di un pittore-poeta (Michele De Luca) presenti nel libro con alcune loro poesie e le riproduzioni di alcuni quadri in tema. Gli undici saggi che compongono il libro ripropongono i contenuti sviluppati in varie giornate di studio dedicate al tema della bellezza nell’arte e nella scienza, tenutesi nei mesi di ottobre-novembre del 2010 presso l’università degli Studi Tor Vergata di Roma e presso altre sedi messe a disposizione dal Comune di Monte Compatri e dalla Pro Loco di Ciampino. «Riuscire a dimostrare come, contrariamente a quel luogo comune che vuole la bellezza prerogativa esclusiva dell’arte, non solo sia possibile ravvisare la bellezza anche nella scienza, ma, ancor di più, come essa giochi un ruolo importante nel suo sviluppo» è nelle stesse parole di Nicotra, presidente dell’Associazione “Arte e Scienza”, lo scopo primario dei saggi del libro – tutti di alto livello scientifico – che esce come numero doppio dei quaderni di Arte e Scienza. La lettura del libro, riccamente illustrato con immagini anche rare ( fra le quali una foto di Einstein e Pirandello assieme), rende sicuramente onore a tali intenti. Apre la raccolta il lungo e denso saggio di Nicotra intitolato L’ideale estetico nell’opera dello scienziato, dove viene analizzato il tema meno noto e più trascurato del gusto estetico nel ruolo di motore primo del processo inventivo nella scienza. Il saggio di Nicotra contiene in particolare un apporto originale al dibattito critico-storico sulla paternità galileiana del principio d’inerzia e del principio di relatività classica, ampiamente documentato con approfondite analisi dei testi originali di Galileo. Inoltre è impreziosito dalla presenza di un carteggio inedito fra il filosofo Carmelo Ottaviano e il matematico Salvatore Nicotra (padre dell’Autore del saggio) su originali e innovative concezioni del principio d’inerzia e delle orbite planetarie, arditamente avanzate dall’illustre filosofo siciliano. Segue il bel saggio del matematico Giordano Bruno (presidente onorario dell’Associazione “Arte e Scienza”) dal titolo accattivante Una passeggiata fra arte e matematica, «dove si incontrano sfere e bolle di sapone, poliedri e nastri infiniti, fiocchi di neve e frattali, labirinti e vie diritte impercorribili, ricami e topologia, quadrati magici e quarta dimensione, figure impossibili e l’infinito». Nel 1908 Luigi Pirandello scrisse un saggio di aperta polemica con Croce, Arte e scienza, per troppo tempo rimasto nel dimenticatoio fino alla sua “riscoperta” e ripubblicazione nel 1960 per i tipi di Mondadori. Il saggio, rivisitato da Rosalma Salina Borello, è un’affermazione delle distanze dall’estetica di Croce e dalla sua dicotomia fra arte e scienza. Celebre è la frase in cui si può compendiare l’ idea portante del saggio pirandelliano: «ogni opera di scienza è scienza e arte, come ogni opera d’arte è arte e scienza. Solo, come spontanea è l’arte nella scienza, così spontanea è la scienza nell’arte». Il tema dell’estetica nella scienza è ulteriormente analizzato e illustrato attraverso testimonianze eccellenti dal matematico Gian Italo Bischi, dal filologo Paolo Curcio e dal giovane ricercatore dell’ENEA Antonio Botrugno. Bischi, con grande prova di ecletticità, nel suo saggio Il gusto estetico tra letteratura e matematica: Sinisgalli e Calvino, richiama l’attenzione del lettore sulle «contaminazioni, suggestioni e ispirazioni provenienti dalla scienza e dalla tecnica, delle quali si sono occupati con grande sensibilità e competenza» quei due grandi della cultura del secolo passato. La bellezza tra favola e matematica in Giovanni Capasso, di Paolo Curcio, porta a conoscenza dei lettori la singolare figura, soltanto recentemente scoperta, di Giovanni Capasso, professore di matematica ma destinato alla celebrità per la sua eccellente produzione favolistica di stampo esopiano, giudicato dallo scrittore calabrese Mario La Cava «il maggiore scrittore di favole che abbia avuto l’Italia moderna e che è tutto ancora da scoprire». Il giovane Botrugno nel suo breve ma appassionato saggio, La bellezza nella passione dello scienziato e dell’artista, pone in evidenza come già soltanto sotto l’aspetto rappresentativo delle due discipline la «bellezza sia elemento comune nell’opera dello scienziato e dell’artista». Una originale sezione del libro, dedicata alla Bellezza nella macchina-corpo, ci proietta in una dimensione poco esplorata attraverso il saggio di Carmela Silvia Messina e di Samuele Barbaro Paparo, su Leonardo Da Vinci e le “Artes Mechanicae”, e quello di Teresa Polimei su L’arte della scherma. Messina e Paparo, rispettivamente docente di Lettere e docente universitario alla Facoltà di Medicina dell’Università “Sapienza” di Roma, attraverso la rivisitazione di numerosi disegni di Leonardo riescono felicemente a dimostrare come la sua «concezione estetica risulta mutuata dal modello della macchina». Teresa Polimei, ingegnere ma anche ex schermitrice, illustra nel suo originalissimo saggio l’intima fusione di bellezza e scienza nel gesto atletico di quella che giustamente definisce l’arte della scherma. La dimensione poetica non può certamente lasciare orfana la bellezza in qualunque sua manifestazione, e quindi anche nella scienza. Ce lo ricorda con autorevolezza Rosalma Salina Borello nel suo saggio L’universo in biblioteca, dedicato ad una recente riscoperta della vocazione scientifica di Giacomo Leopardi, che già alla sua epoca era ritenuto dall’illustre clinico Giacomo Tommasini degno di ricoprire una cattedra universitaria di scienze naturali presso l’Università di Parma. Della vocazione scientifica di Leopardi ne sono convinti molti studiosi di oggi, tanto che «se avesse orientato prevalentemente la sua attenzione alle scienze naturali o a quelle fisico-matematiche, avrebbe raggiunto l’eccellenza anche in questi campi». Rimanendo in tema astronomico, l’astrofisico Costantino Sigismondi ci fa da guida sapiente e animata da religioso fervore in un appassionato viaggio fra stelle e galassie nel suo breve ma intenso saggio La bellezza e l’astronomia: gli ammassi stellari. Un’ampia e dotta dissertazione filosofica è infine elegantemente proposta al lettore dal saggio del giovane Enrico Fiorenza Il segreto di Prometeo. Una passeggiata tra antichi e moderni miti del progresso. Chiude il libro la riproduzione dell’interessante dibattito fra Bruno de Finetti, Gillo Dorfles e Pierluigi Nervi tenutosi in occasione della Tavola rotonda su Forme estetiche e leggi fisiche organizzata dalla rivista «Civiltà delle macchine» nel lontano marzo del 1966.
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