Nel Kazakhstan mancano i più elementari diritti civili e umani
L’associazione onlus Amnesty International fa sapere quale sia la reale situazione politica nel Kazakhstan, grazie alla recente pubblicazione di un suo Rapporto sull’uso regolare della tortura e dei maltrattamenti in Kazakhstan. In questo rapporto si possono leggere le storie delle proteste operaie del settore petrolifero represse nel sangue, quelle dei sindacalisti torturati e uccisi e dei giornalisti incarcerati e fatti sparire. Il Paese ex sovietico, il più grande dell’Europa come estensione territoriale, ha una popolazione turcomanna ed è classificato dall’organizzazione internazionale Freedom House come ‘non libero’. Il presidente Nazarbayev ha ottimi rapporti con Putin e con Berlusconi.
Ma anche con Romano Prodi, secondo quanto riporta il settimanale Panorama. Il Kazakhstan è in forte crescita economica ed ha avuto l’ok alla realizzazione dell’Unione Economica Euroasiatica con Russia e Bielorussia entro il 2015. L’Italia è il secondo partner commerciale di Astana, capitale del Kazakhstan. Ci sono cinque miliardi di euro l’anno di interscambio con grossi nomi: Salini-Todini, Impregilo, Italcementi, Renco, Unicredit. E soprattutto per l’Italia c’è l’affare Eni a Kashgan, con la costruzione della mega stazione petrolifera dopo anni di preparazione e diplomazia con il Kazakhstan. Un business, questo, che vale 150 miliardi di euro con 370mila barili di greggio al giorno. C’è anche, però, un’inchiesta del pm De Pasquale della procura di Milano per accertare se la Agip Kco (controllata dall’Eni) ha pagato tangenti per 20 milioni di dollari fino al 2007 al genero del dittatore Nazarbayev, quando era presidente dell’ente petrolifero statale, del fondo sovrano di Astana e membro della russa Gazprom. In questa inchiesta sono indagati anche alcuni manager dell’Eni responsabili del programma in Kazakhstan. L’ultima udienza si è tenuta il 10 luglio scorso ma il giudice non si è ancora pronunciato.
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