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Una combinazione bilanciata di ingredienti semplici ma in armonia perfetta, ecco come si presenta uno dei cocktail preferiti in tutto lo stivale

Tra i cocktail più famosi e apprezzati di sempre c’è il Negroni. Pochi sanno però che il suo vero nome è “Americano alla moda del conte Negroni”. Fu il conte Camillo Negroni che a Firenze ormai un secolo fa, a dare indicazione al barman di fiducia per variare con l’aggiunta di gin uno degli aperitivi più apprezzati del nuovo secolo. Realizzato con gin, bitter e vermouth in parti uguali, questo cocktail dal sapore tipico che ben bilancia le note dolci e amare non risente del passare del tempo e delle mode.

Storia di un cocktail d’antan

Il conte Camillo Negroni è stato quello che oggi potremmo definire un viveur. Amante della bella vita e del lusso, è stato anche appassionato di alcolici e della loro miscelazione. I viaggi in America e in Europa lo portano di certo a contatto con la nascente filosofia della mixology, che vede nella miscelazione dei diversi distillati con altre bevande alcoliche e non, una nuova frontiera da scoprire.

È possibile che il conte si sia ispirato alla sua esperienza di bevitore e abbia tratto vantaggio dai viaggi in Inghilterra dove maggiore è il consumo di gin. La leggenda vuole, infatti, che un giorno tra il 1919 e il 1920 il conte abbia chiesto una modifica al cocktail più in voga del tempo: l’Americano.

Composto da bitter, vermouth e soda o acqua frizzante, l’Americano è ritenuto il perfetto simbolo delle città più vivaci del tempo. Infatti è noto anche con il nome di Milano-Torino, città in cui vengono prodotti rispettivamente i liquori.

Nella miscela, il gin sostituisce la soda e rende il cocktail più forte e dal sapore più deciso. Amaro e dolce si mischiano perfettamente e la fetta d’arancia esalta e sigilla i sapori rendendoli perfettamente bilanciati. È un gran successo e l’americano alla moda di Negroni diventa persino più apprezzato dell’originale. Percorre i decenni, compie un secolo e ancora oggi è tra gli aperitivi d’eccellenza negli incontri tra amici.

La ricetta del Negroni

Per realizzare un buon Negroni non serve grande attrezzatura, basta un set da cocktail per miscelare gli ingredienti ad arte. Gli ingredienti si mixano direttamente nel bicchiere usato per servire il cocktail, facendo attenzione ai dettagli. Essenziali.

3 cl di Bitter Campari

3 cl di Vermouth rosso

3 cl di Gin

Nel tumbler con ghiaccio si versano i tre ingredienti, da miscelare con cura. Quindi si aggiunge una fetta d’arancia.

La variante sbagliata

Pare che la variante con spumante non sia stata volutamente prodotta, ma sia il frutto di un errore del barman. Inesperto e giovane, il barista sostituisce il gin con le bollicine creando una versione più leggera e godibile del Negroni. Lo “Sbagliato” esce dai confini milanesi nei quali è stato originato e viene realizzato alla perfezione anche altrove.

La sua invenzione si attribuisce al Bar Basso di Milano ed è datata 1972. Identico in tutto e per tutto al progenitore fiorentino, a parte la sostituzione del gin con lo spumante brut rispettando le dosi e proporzioni.

Quindi per realizzarlo è sufficiente miscelare

3 cl di Bitter Campari

3 cl di Vermouth rosso

3 cl di spumante brut

Gli ingredienti si inseriscono da maggiore verso minore gradazione e si mischiano direttamente nel bicchiere con ghiaccio. Lo spicchio d’arancia è un must irrinunciabile.

Una versione analcolica?

Del Negroni esistono numerose varianti, con nomi eccentrici che ne richiamano le variazioni e le suggestioni che cercano di ricreare. Così il più famoso è il Negroski, con la vodka al posto del gin. Oppure il Bencini che in sostituzione aggiunge il rum bianco. E ancora, ci sono le varianti con whisky, bourbon o rye, e persino sakè.

Le nuove tendenze salutiste, però, hanno determinato la nascita di misture composte con ingredienti analcolici in grado di riprodurre lo stesso sapore del cocktail. In Inghilterra viene prodotto il Negroni, un semplice gioco di parole che si rifà alla moda delle nuove ricette “senza”. In questo caso l’azienda che lo produce, la Seedlip Drinks, insiste sul messaggio del senza alcol già nel nome.

Il prodotto lanciato sul mercato inglese già da qualche anno, pare non essere ancora disponibile in Italia. Non si sa bene se per ragioni di marketing o perché non raccoglie il necessario interesse che deve precedere un nuovo lancio.