Nasce a Modena CUBO.M, il museo delle cucine Bompani. Settant’anni di storia italiana, cultura e design attraverso l’evoluzione degli elettrodomestici
Nasce a Modena CUBO.M, il museo delle cucine Bompani.
Settant’anni di storia italiana, cultura e design attraverso l’evoluzione degli elettrodomestici
Nel cuore dell’Emilia-Romagna inaugura il primo museo dedicato alla storia dell’elettrodomestico: CUBO.M racconta le cucine a marchio Bompani, storica azienda di Modena con stabilimento produttivo a Ostellato (FE), in un periodo che abbraccia quasi 70 anni. Un percorso espositivo che si snoda attraverso modelli originali di ogni epoca, immagini storiche, video e testimonianze: dalla nascita nel 1954 in pieno boom economico, fino alla fabbrica a energia solare di oggi, attraverso rivoluzioni culturali, sfide imprenditoriali e cucine che hanno lasciato il segno nella storia del design. Per consentire le visite anche in questo periodo, oggi viene inaugurato il museo con un percorso virtuale: il tour digitale del museo da casa propria accedendo al sito www.bompani.it/cubom-it.
Anche un elettrodomestico può essere lo specchio fedele della società che cambia. Con questo presupposto apre le porte – per ora solo virtuali – CUBO.M il museo dedicato alla storia delle cucine: la narrazione del Made in Italy, attraverso il racconto della storia di Bompani, storico marchio di elettrodomestici.
Era il 1954 quando Renzo Bompani fondò a Modena la Smalteria Metallurgica Ghirlandina che è diventata negli anni uno dei produttori italiani di riferimento nel settore delle cucine domestiche: oggi, 66 anni dopo, debutta online su www.bompani.it/cubom-it il museo CUBO.M (Cucine Bompani Modena), ospitato nella sede modenese dell’azienda, che – appena possibile – potrà essere visitata anche di persona.
Lo stop causato dall’emergenza sanitaria è stata l’opportunità e lo stimolo per dare all’intero progetto un’interpretazione in chiave digitale che permette di renderlo fruibile a tutti anche a distanza e in maniera completamente gratuita.
“Con la nascita di questo museo abbiamo realizzato un sogno che avevamo nel cuore da tempo – spiega Enrico Vento, amministratore delegato di Bompani – Volevamo raccontare l’epopea di un marchio storico italiano e ripercorrere un pezzo di storia da un punto di vista privilegiato per noi emiliani: quello della cucina. La storia del brand BOMPANI è anche quella di tanti imprenditori e operai che nel secondo dopoguerra, partendo dal nulla, hanno dato vita al più grande patrimonio della nostra economia di oggi: il Made in Italy. Il museo della cucina Bompani vuole raccontare la nostra idea di Made in Italy e di impresa, fatta di bellezza, di cultura e di una sapiente manifattura. CUBO.M è un percorso nel tempo attraverso immagini, filmati, racconti e testimonianze dirette nel quale tutti potranno un po’ riconoscersi”.
L’intero percorso museale, curato da Paolo Battaglia, include modelli originali di cucine risalenti a ogni decennio a partire dagli anni 50. “Il modello 9100 del 1971, simpaticamente battezzato “Baby” è stata per molti anni la cucina più venduta in Italia, e si è conquistata un posto nella collezione permanente del Triennale Design Museum, il primo museo del design italiano.” spiega Rebecca Michinelli, Responsabile del Museo.
Il percorso offre anche una ricca raccolta di immagini d’epoca e video con le testimonianze dei dipendenti e collaboratori: insieme raccontano la storia di una tradizione manifatturiera e di una comunità lavorativa che hanno contribuito alla storia industriale e del costume italiano; il percorso è stato trasposto in un coinvolgente tour virtuale accessibile in Italia e all’estero – il sito è in doppia lingua – dal sito dedicato www.bompani.it/cubom-it.html.
L’esposizione mostra la storia aziendale in continuo dialogo con la storia industriale italiana e più in generale con l’evoluzione della cultura materiale. Attraverso questo intreccio, il Museo guida i suoi visitatori attraverso tre percorsi tematici: la bellezza e l’evoluzione dello stile italiano attraverso l’esposizione dei prodotti storici di Bompani; la manifattura italiana che sarà il racconto dell’epopea imprenditoriale dagli anni del miracolo economico ad oggi; la cultura e in particolare l’evoluzione della vita in cucina degli italiani.
Il progetto è stato reso possibile grazie al cofinanziamento del Programma operativo del Fondo europeo di sviluppo regionale (Por Fesr) 2014-2020 della Regione Emilia-Romagna, nell’ambito del Bando per il sostegno ai progetti rivolti al miglioramento dell’attrattività turistico-culturale del territorio.
Dalla piccola smalteria degli anni ’50 al rilancio di oggi, attraverso gli anni del boom e la crisi. Bompani: epopea di un’azienda italiana
Il Museo CUBO.M ricostruisce la storia dell’azienda modenese attraverso i suoi quasi 70 anni di attività. Le sfide del mercato, gli alti e i bassi, la recente rinascita: sempre nel segno del “saper fare” tipicamente italiano.
Tutto comincia con una piccola bottega di riparazione biciclette, attività con cui Renzo Bompani muove i primi passi imprenditoriali, fino a quando non decide di investire in un forno elettrico per la smaltatura dei metalli. Gli anni Cinquanta sono il momento in cui nasce il modello economico modenese: il 1954 segna il cambio di passo con la fondazione della Smalteria Metallurgica Ghirlandina a Modena, con cui prende il via la produzione di basi e pensili in lamiera smaltata per cucine economiche cosiddette “all’americana” in grado di garantire pulizia e funzionalità.
All’inizio degli anni ‘60 l’azienda passa gradualmente dalla dimensione artigianale a quella industriale, specializzandosi nella costruzione di cucine con modelli che, nel giro di pochi anni, la portano a ritagliarsi una fetta consistente del mercato a livello nazionale. Con il boom economico c’è un aumento esponenziale dei consumi che spinge anche il marchio Bompani ad espandersi prima con la costruzione di un nuovo stabilimento modenese, poi con l’affermazione del marchio anche all’estero. È anche la stagione della controcultura giovanile, un’onda che colpisce anche la storia aziendale con la sponsorizzazione di un avventuroso viaggio in 500 di un gruppo di giovani modenesi che arrivano fino a Bali, per poi tornare a Modena.
Gli anni Settanta si aprono con uno degli eventi più significativi e ricchi di conseguenze nella storia Bompani: nel giugno 1970 inaugura lo stabilimento di produzione a Ostellato in provincia di Ferrara. Si tratta di uno stabilimento dotato di una delle più grandi smalterie d’Europa: oltre 30.000 mq in cui arrivano a essere impiegati 500 dipendenti. L’attività dell’azienda, che cambia nome trasformandosi in “Fox di Renzo Bompani” è divisa tra Modena, dove restano direzione, ricerca, progettazione, stampaggio e Ostellato, dove si concentrano smaltatura e montaggio. Questa fabbrica per le sue dimensioni aumenta esponenzialmente la capacità produttiva dell’azienda e cambia i tratti socio-economici di un intero territorio che fino a quel momento era stato essenzialmente agricolo. Sono anche gli anni in cui i primi allacciamenti al gas metano consentono di togliere il vano porta bombola e di ridurre le dimensioni d’ingombro della cucina: nel 1971 nasce così il modello 9100, la cucina che viene simpaticamente battezzata “Baby” e che è diventata nel tempo la cucina più venduta in Italia; questo modello si è conquistato un posto nella collezione permanente del Triennale Design Museum, il primo museo del design italiano.
L’ultimo ventennio del Novecento (anni ’80 e ’90) è un periodo che cambia radicalmente il modo di fare industria e anche Bompani lo attraversa con momenti di crisi e di successi. Si assiste da un lato a un grande sviluppo tecnologico e a un sempre più articolato sforzo commerciale e promozionale, mentre dall’altro, la globalizzazione impone delle sfide che le aziende di medie dimensioni non riescono a raccogliere. Per assecondare i nuovi trend del mercato, negli anni ‘90, si amplia l’offerta: alle tradizionali cucine free standing da libera installazione, si aggiunge l’incasso sia per la cottura, che per il freddo e il lavaggio. Nella stessa ottica vengono acquisite altre aziende come Gaggia, storica azienda di produzione di macchine per caffè, e la tedesca Oranier.
Il nuovo millennio si apre con un periodo di crisi: il nuovo ordine economico emergente mette a dura prova tutti i settori manifatturieri delle nazioni dell’Europa occidentale. I nemici sono la diminuzione fisiologica della domanda – nel caso degli elettrodomestici, ormai ogni consumatore possiede una cucina e quindi si può cercare di intercettare solo la domanda di sostituzione – e l’emergere di nuove nazioni produttrici che si presentano sul mercato con prezzi troppo competitivi per le aziende italiane. In questo scenario, la Bompani, al contrario di molte altre aziende storiche, riesce pur tra grandi difficoltà e sacrifici, non solo a sopravvivere ma a mantenere aperto lo stabilimento di Ostellato.
Nel 2013 l’azienda passa a una nuova proprietà: la famiglia Bompani cede il controllo all’allora direttore generale Enrico Vento. Seppur in un contesto finanziario complesso, questo passaggio mette in moto nuove energie e nuovi valori che partono da due capisaldi intrinsecamente legati: il made in Italy e proprio quello stabilimento di Ostellato, fortemente voluto da Renzo Bompani nella fase di maggiore espansione dell’azienda. In un momento in cui la tendenza prevalente del mercato è quella di ridimensionare la manifattura italiana, l’obiettivo diventa invece dare valore alle capacità creative e produttive di uno dei pochi stabilimenti italiani ancora in grado di trasformare una lastra di lamiera in una cucina.
La rinascita di Bompani diventa una sfida per riqualificare l’offerta con prodotti di elevata qualità mantenendo come valori di riferimento verità, giustizia, bellezza e amore: “Creare elettrodomestici che rappresentino lo stile di vita italiano e una cultura che produce bellezza in ogni forma, è l’obiettivo del nostro brand – sottolinea Enrico Vento, amministratore delegato di Bompani – La nostra storia ci ha insegnato a valorizzare ciò che ci rende unici: la cultura, l’arte, la gioia di vivere e la concretezza. Per questo coltiviamo la bellezza sia dentro che fuori dalle nostre fabbriche. Siamo appassionati sostenitori del Cinema Italiano. Siamo in campo con lo sport modenese. Crediamo nella sostenibilità ambientale alimentando la nostra produzione con pannelli solari e promuoviamo l’uso dell’energia pulita del gas. Questa è la Bompani di oggi, e questo museo è il nostro modo di raccontare un territorio, a chi non lo conosce e a chi ne fa parte. Grazie a CUBO.M e alla Regione Emilia-Romagna, sarà possibile vivere gli aspetti di questa terra, ogni giorno”.
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