59° Festival di NUOVA CONSONANZA: “Musica in movimento”
Musica e Movimento, due termini che posti in relazione, aprono a una moltitudine di significati, evocazioni, suggestioni.
L’idea musicale che si pone alla base di una composizione è spesso assimilata a un gesto, a un’azione nel tempo, con le sue accelerazioni e i suoi rallentamenti. In questa accezione, il movimento nasce dall’evoluzione dell’idea originaria e dalle sue trasformazioni, un percorso che nella maggior parte della musica tonale prende la forma della narrazione.
Richiamare oggi questa idea di musica e movimento significa mettere in luce una cospicua parte della produzione strumentale odierna che deriva, per impervi sentieri e anche esiti espressivi diversi, dalla tradizione colta occidentale. Esempi significativi sono il concerto del Syntax Ensemble, con autori come Fedele, Manca, Portera, Vetrano e la giapponese Kuwabara, e il concerto dell’ensemble di percussioni Blow up, con musiche di Cage, Cerrone, Gentilucci e una prima assoluta di Andreuccetti.
Il flusso narrativo precedentemente descritto non è necessariamente legato a una partitura scritta, ma può prendere la forma dell’improvvisazione. Il workshop sull’improvvisazione Comporre dialogante tenuto da Alessandro Sbordoni indaga concretamente questi aspetti, ne fa oggetto di studio e performance stessa. Il movimento in musica, inoltre, può scaturire dal relazionarsi con altri e interconnessi ambiti artistici: con un testo letterario o in modo più evidente con il movimento del corpo in sintonia con il suono, nella danza. Il movimento e la musica rivelano, dunque, la loro relazione più esplicita nelle varie forme di spettacolo, intese come flussi, storie, intrecci di eventi.
Vanno in questa direzione i melologhi Carmina Nuptialia su versi di Catullo, con la voce di Roberto Herlitzka e gli ensemble Ars Ludi e Ready Made diretti da Enrico Marocchini con musiche in prima assoluta di Cucci, D’Amico, Guaccero, Marocchini, Sebastiani, e Amelia su testi di Amelia Rosselli, spettacolo in prima esecuzione assoluta interpretato da Elena Bucci e con la musica elettroacustica dal vivo di Luigi Ceccarelli. L‘atto unico Ego te absolvo di Roberta Vacca, per voce, danzatrice, violoncello ed elettronica sul testo di Silvia della Ciana, è un lavoro di teatro musicale sull’impossibile dialogo tra Dante e Celestino V, incentrato sull’equivoco generato dal verso del III canto dell’Inferno. La relazione tra musica e immagine costituisce un’ulteriore declinazione delle dinamiche precedentemente descritte ed emerge dalla proiezione dei video vincitori del Concorso Sounds of Silences, basati sulla sonorizzazione di film muti con un approccio sperimentale. Ma è nella danza che si esplica in modo più evidente il rapporto della musica con il movimento. Essere numero 4 è una performance di danza per due ballerine, percussione dal vivo e musica elettronica, composta dai giovanissimi Andrea Veneri e Giovanni Tancredi, espressione di un felice e fresco approccio al balletto attuale.
Il movimento può prendere la forma dello spostamento del suono nello spazio, come avviene nel concerto di Andrea Molino con l’Ensemble degli Intrigati, con musiche di Berio, Maderna, Molino, Colombo Taccani, Boccadoro e di giovani compositori: le musiche si ‘spostano’ nei poliedrici spazi della Pelanda, dando al concerto un carattere performativo, teatrale.
Il movimento attinge anche alle aree del cambiamento, della sperimentazione e della ricerca, molto ben rappresentate dai concerti acustici ed elettroacustici del Festival. Alcuni ampliano il repertorio di nuovi strumenti, come nel caso della tromba microtonale di Stefan Altoft e della fisarmonica microtonale di Fanny Vicens. Sono presenti, inoltre, concerti/performance che utilizzano oggetti sonori e/o strumenti autocostruiti o installazioni, come Tabulae, performance realizzata da Matteo Franceschini (alias Tovel), insieme ai performer Jacopo Mazzonelli e Eleonora Wegher o la versione di Tierkreis di Stockhausen, del trio Samuele Telari, Francesco Palmieri, Simone Pappalardo. Il concerto dell’ensemble Schallfeld con il duo di improvvisazione algoritmica Anemone Actiniaria, curato da Agostino Di Scipio, presenta alcune tra le voci più sperimentali della scena compositiva, che si avvale di performance improvvisative al computer con interfacce informatiche innovative.
La propensione al nuovo si esplicita inoltre nelle commissioni di nuove opere (quest’anno sono più di 40!) e nell’allestimento di eventi quali il workshop di composizione De Musica, quest’anno tenuto da Luca Francesconi in collaborazione con il Parco della musica Ensemble, il Concorso Franco Evangelisti e per la prima volta con l’esecuzione delle opere vincitrici del Premio Nazionale delle Arti, istituito dal Ministero dell’Università e della Ricerca e diretto a studentesse e studenti di Conservatori.
Il 59° Festival di Nuova Consonanza – Musica in movimento, è dunque un viaggio tra le parole narrazione, spettacolo, innovazione. Un’immagine dinamica della moltitudine del presente, delle sue varie forme di spettacolo, dai poliedrici linguaggi, spesso percorsi dalle nuove tecnologie.
Uno sguardo trasversale su cosa si muove oggi.
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