Music is my mistress»: il trio formato da Consaga, Consalvi, Saccucci omaggia Duke Ellington
Per il penultimo appuntamento della rassegna Per chi ti ha toccato il corpo con la mente la Biblioteca Comunale “F. Dionisi” di Lanuvio ha ospitato l’8 aprile l’incontro dal titolo «It don’t mean a thing»… Raccontando Duke Ellington, conferenza/concerto tenuta dal trio composto da Consaga, Consalvi e Saccucci.
Bastano cinque parole, «It don’t mean a thing», per evocare nella mente l’età aurea della storia della musica jazz e per associare all’incredibile evoluzione stilistica impressa nel genere in quegli anni il nome di Duke Ellington, irraggiungibile maestro per le successive generazioni.
Eppure il trio costituito da Francesco Consaga, Luca Consalvi e Mario Saccucci, rispettivamente sax soprano, voce, e contrabbasso, non ha di certo inverato il periodo ipotetico che provocatoriamente Ellington ha inscritto, con uno scatto metapoetico, in uno dei suoi celebri brani, appunto «It don’t mean a thing if it ain’t got that swing». Al contrario, a ritmo di fraseggi e del cosiddetto “swingare”, il terzetto dalla vocazione sperimentale è riuscito a trasportare il numeroso pubblico, accorso – domenica 8 aprile – nella Sala delle Colonne della Biblioteca Comunale “F. Dionisi” di Lanuvio, in un intenso viaggio fino al Cotton Club di New York, nel cuore di Harlem, dove ha avuto vita la straordinaria esperienza di Duke Ellington che riusciva a trasformare testi e spartiti scritti a notte fonda, dopo un’intera serata trascorsa a suonare, in classici che ancora oggi fanno vibrare corde intime dell’animo. Accanto al travolgimento della musica, impossibile da ascoltare senza provare a tenere il tempo con il battito del piede, ad avvolgere i presenti nelle spire delle innovazioni introdotte da Ellington sono stati i momenti di raccordo tra l’esecuzione dei diversi brani, in cui Luca Consalvi ha alternato la lettura di alcuni passi dell’autobiografia del grande genio americano intitolata Music is my mistress, con una significazione di musica quale padrona, quasi dittatrice e ispiratrice alla maniera dantesca del compositore che non esclude l’accezione più sensuale di “amante”, ad alcune considerazioni più comprensive del contesto musicale del tempo. Così illuminati del senso della profonda ricerca di Ellington, capace di rinvigorire l’originaria matrice del jazz – tradizionale strumento di espressione degli esclusi e dei reietti della società – con una più ampia contaminazione con la musica classica e con altri generi, i pezzi riproposti dal trio con una profonda bravura hanno restituito il senso della loro creazione, nonché del radicamento nell’attualità.
Chiudendo con l’espressione che Duke Ellington usava dire al termine delle esibizioni nel congedare il pubblico, «I love you meedly», Consalvi, Consaga e Saccucci hanno concluso la conferenza/ concerto con un analoga professione d’amore, questa volta rivolta al “Duca” che, nonostante avesse prescelto il pianoforte, riteneva l’orchestra il proprio strumento di elezione. Al termine dell’incontro un ricco aperitivo, offerto dal ristorante di Lanuvio “La Piazzetta”, ha accolto i partecipanti, in attesa dell’ultimo evento che si terrà, sempre nella biblioteca lanuvina, il 13 maggio alle ore 18.30 con Alberto Lombardi e “La chitarra fingerstyle”, racconto di Chet Atkins e Tommy Emmanuel.
Valentina Leone
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