Museo delle Muse, un grande laboratorio della conoscenza alla portata di tutti
A Trento uno dei primi 10 musei più visitati d’Italia con oltre 500mila visitatori l’anno
ROMA, 6 febbraio 2017 – E’ ormai sotto gli occhi di tutti: il Muse non solo è uno dei Musei Scientifici più attivi nel nostro Paese, ma sta sdoganando quell’idea radicata nel pensiero collettivo che vede la scienza relegata agli studiosi o comunque a una cerchia elitaria. Il Muse, progettato dal noto architetto Renzo Piano, è esattamente l’opposto. Qui il visitatore s’immerge nel mondo del laboratorio scientifico, lo vive come esperienza personale e ha la possibilità di apprenderne i segreti, come racconta il direttore Michele Lanzinger nell’intervista rilasciata a Labozeta: “Il nostro obiettivo era realizzare un museo che mettesse in valore l’importante esperienza in termini di ricerche scientifiche e di attività per il pubblico, nonché la professionalità del team di ricercatori e di “interpreti della scienza” che avevamo sviluppato dagli anni ’90 in poi operando nel precedente Museo Tridentino di Scienze Naturali”.
“Ritengo – continua Lanzinger – che uno degli aspetti che costituiscono l’eccellenza del nostro operare sia proprio il fatto che il museo è innanzitutto un luogo di ricerca. I laboratori hanno un ruolo fondamentale per sostenere le attività di ricerca”.
“Un primo set di laboratori è dedicato alle scienze naturali, altri più avanzati dedicati alla ricerca tassonomica e naturalistica in cui la componente molecolare è rilevante. Piace segnalare che i laboratori di ricerca fanno parte del dialogo che il museo intrattiene con i suoi visitatori. Essi fanno parte, a pieno titolo, degli spazi visitabili da parte del pubblico. Un po’ dei “ricercatori in vetrina”, dicono i miei collaboratori con un po’ di graditissima ironia: con i ricercatori al posto dei nostri esemplari imbalsamati!”
“In verità – prosegue Lanzinger – anche i nostri ricercatori sono molto contenti di poter contribuire al gradimento che il pubblico esprime per il nostro museo, dal momento che nel percorso di visita si può essere aggiornati sulle ricerche in corso e apprendere direttamente dai ricercatori come stanno dedicando il loro impegno nel gruppo tassonomico a questo o quell’ambiente naturale. Tengo a precisare che abbiamo degli orari fissi in cui i visitatori possono affacciarsi o entrare in porzioni “sicure” di laboratorio e interagire in prima persona con i ricercatori all’opera”.
“Al Muse – precisa Claudio Pancheri di Labozeta Spa – sono stati realizzati laboratori di chimica, botanica, entomologia, geologia, preistoria e zoologia. Spazi accuratamente progettati e realizzati che hanno la duplice funzione di ricerca e didattica e consentono di vivere e condividere conoscenza e competenza nella massima sicurezza. Un luogo ideale alla portata di tutti”.
Alessandro Ambrosin
ufficiostampa@labozeta.it
alessandro_ambrosin@labozeta.it
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