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Move Week: Il 1° Giugno a Roma corri e cammina con Achilles International

Move Week: Il 1° Giugno a Roma corri e cammina con Achilles International
Giugno 02
07:04 2017

Continua la 6° edizione della Move Week: settimana di mobilitazione dedicata alla promozione dello sport per tutti e di stili di vita attivi, che si svolge ogni anno in tutta Europa. La campagna è promossa dall’ISCA – International Sport and Culture Association, con l’obiettivo di incrementare del 20% il numero di europei fisicamente attivi entro il 2020.
In Italia la campagna è coordinata dall’Uisp-Unione Italiana Sport Per tutti e gode del patrocinio del Ministero della Salute e dell’ANCI-Associazione Nazionale Comuni d’Italia.
Quasi 200 gli eventi registrati in moltissime città italiane, torna a Roma il 1 giugno presso il parco degli acquedotti alle ore 18.30, l’allenamento con Achilles International per persone con disabilità visiva che vogliono correre e camminare.
– Corri e cammina guidando persone con disabilità visiva di Achilles International, Roma, Parco degli Acquedotti, Piazza Aruleno Celio Sabino, 50. Unisciti ad Achilles, il programma che in tutto il mondo permette di correre e camminare insieme, guida e non vedente.
http://italy.moveweek.eu/events/2017/Roma/corri_e_cammina_guidando_persone_con_disabilita_visiva_di_achilles_international/1008298/
Corri e cammina per conoscere, fare esperienza, sperimentare, uscire fuori da una zona di confort ed entrare nel vortice della vita che fa sentire sensazioni ed emozioni, fa incontrare e confrontare con altri, di altri mondi, di altre culture e altre generazioni, per accettare ed essere consapevole che da una parte c’è questo e dall’altra c’è quello, non buttare niente, prendere il negativo e il positivo, serve tutto, il negativo serve per apprezzare di più il positivo, together is much better per riuscire a diventare presto autonomi, consapevoli, autoefficaci e resilienti
Per info achillesinternationalroma@gmail.com.
Una incredibile occasione per fare sport e imparare dallo sport! L’attività fisica quale benessere fisico e sociale, non solo quale sport per raggiungere prestazioni eccellenti, non solo sport come performance ma anche come promozione della salute, prevenzione e aggregazione sociale.
Di seguito alcune testimonianze di atleti non vedenti e ipovedenti che rispondono ad alcune mie domande.
In che modo lo sport ha contribuito al tuo benessere?
Sandro Mille: “Lo sport per me si è rivelato il miglior antidepressivo naturale, mi ha aiutato a distrarmi dalle preoccupazioni e ad allontanare i pensieri negativi.”
Federica Carbonin: “In passato mi ha aiutato a superare momenti difficili, a credere di nuovo in me stessa e nelle mie capacità quando, in particolare nell’equitazione e nel volteggio (due discipline del cavallo) ho raggiunto risultati importanti. In generale lo sport, anche attualmente, mi fa bene al fisico e alla mente, ne beneficio molto, ad esempio, dopo otto ore di lavoro dietro la scrivania. Se una cosa ti fa stare bene la fai con piacere e tendi (anche inconsapevolmente) a migliorare.”
Come hai scelto il tuo sport?
Federica Carbonin: “Nel corso della mia vita ho praticato molti sport e discipline: il cavallo (equitazione e volteggio) è quello che ho fatto per più anni (undici), ho fatto nuoto da piccola (l’ho ripreso ora), ginnastica, danza moderna, pilates, baseball per non vedenti, judo e spero di non averne dimenticato nessuno. La motivazione che mi ha spinto ad iniziarli è stata spesso la curiosità di provare una cosa nuova. Lo sport al quale sono affezionata di più è il cavallo, che ho smesso per gli impegni della vita in quanto i maneggi spesso sono fuori città e ci vuole tempo (ed una macchina che io non ho) per raggiungerli. Attualmente gli sport che pratico sono il nuoto e la corsa. Il nuoto l’ho incominciato perché è uno sport completo e poi volevo vedere se era realmente noioso com’ero convinta, ma anche e soprattutto perché volevo vincere una sfida contro me stessa: nuoto è uno sport che io già praticai prima di avere il tumore (prima dei cinque anni), una volta guarita, ho avuto il rifiuto di nuotare e soprattutto di andare nell’acqua dove non toccavo. La sfida l’ho vinta perché ora nuoto e vado anche nell’acqua alta, inoltre ho constatato che il nuoto non è uno sport noioso. La corsa invece l’ho incominciata perché prima di conoscere Achilles non pensavo che chi avesse problemi di vista potesse correre, quindi anche questa seconda è stata una “sfida” per vedere se riuscivo a correre.
Sandro Mille: “Volevo intraprendere un’attività sportiva che richiedesse uno sforzo moderato ma costante e, grazie alla generosità degli atleti dell’associazione sportiva La Sbarra, ho iniziato a praticare la corsa. Essendo io un ipovedente ho grande difficoltà nel muovermi in autonomia per cui era impensabile correre per me.”
Ada Nardin: “A scuola ed in palestra all’inizio, soprattutto per migliorare la forma fisica in generale, e poi la pratica di alcune discipline sportive specifiche: Oltre alla corsa, ho sempre nuotato e pattinato ma sono anche stata velista ed da qualche anno gioco a baseball.”
Quali sono le difficoltà, i rischi, a cosa devi fare attenzione nella pratica del tuo sport?
Sandro Mille: “Nella mia condizione di ipovedente per correre ho bisogno di affidarmi al 100×100 ad un atleta guida. Ciò significa che io, prima di tutto, devo sviluppare da subito un principio di intesa col mio accompagnatore. Devo essere sempre attento alle segnalazioni che mi vengono comunicate relative a variazioni di terreno, deviazioni di percorso, ostacoli improvvisi e non. Per cui prima del fisico io ho bisogno di allenare l’affiatamento con la persona che mi guida per trovare una buona sintonia.”
Ada Nardin: “Devo certamente stare attenta a non cadere o farmi male. Dal momento che non vedo ho bisogno di non inficiare le mie altre funzionalità.
Quali sono le condizioni fisiche o ambientali che ti ostacolano nella pratica dell’attività fisica? Sandro Mille: “Non ho ancora vissuto una situazione simile, ma già so che la mia determinazione a correre può essere ostacolata solo da condizioni climatiche particolarmente avverse: freddo intenso, pioggia molto forte. Non mi preoccupa il caldo e tanto meno una lieve pioggia. Ho già corso col caldo ma devo bere tanto. Ho corso anche sotto una leggera pioggia e mi sono divertito di più. Mentre a livello fisico solo un infortunio può fermarmi, devo sentire dolore per fermarmi, finchè si tratta di fastidio o risentimento io corro sempre.”
Ada Nardin: “Quelle fisiche sono il peso eccessivo che devo diminuire, mentre quelle ambientali sono l’umidità e il vento freddo che mi crea problemi agli occhi.”
Cosa ti fa continuare a fare attività fisica, haì rischiato di mollare?
Sandro Mille: “Non ho mollato, sto continuando gli allenamenti, adoro le sensazioni che mi trasmette il mio corpo quando è in buona forma fisica.”
Federica Carbonin: “La voglia di fare sempre di più, di migliorare, senza eccedere, però.”
Ada Nardin: “Non ho mai pensato di mollare anche se l’agonismo mi spaventa abbastanza.”
Quali persone hanno contribuito al tuo benessere nello sport, alla riuscita della gara?
Sandro Mille: “Fortunatamente sono venuto a conoscenza del progetto Achilles International… Ed eccoci qua: atleti volontari dell’Associazione Sportiva. La Sbarra che aiutano atleti non vedenti e ipovedenti a correre. Sia in allenamento che in gara Atleta Guida e Atleta non vedente procedono affiancati, uniti polso a polso attraverso un cordino. Ci vuole accortezza e sensibilità e i ragazzi de La Sbarra riescono a compiere l’impresa di guidare un atleta disabile per mano fino al traguardo. E’ una cosa molto impegnativa ma sanno farla con naturalezza e delicatezza.”
Federica Carbonin: “Gare vere e proprie ne ho fatte solo con l’equitazione ed il volteggio, ne ho fatte diverse, regionali e nazionali, raggiungendo sempre ottimi risultati. Sicuramente il merito è stato delle mie istruttrici che hanno creduto in me e hanno saputo prepararmi al meglio. In particolare ricordo la mia prima istruttrice, Miriam, che sapeva insegnarmi con leggerezza ed insieme, quando ci voleva, con un po’ di severità, questo credo grazie anche alla sua giovane età (aveva soltanto una decina d’anni in più di me). Altre gare rilevanti non ricordo di averne fatte, ma, tra gli altri, ricordo l’ottima preparazione per il saggio di fine anno di judo per il quale avevamo addirittura affittato un teatro. A judo andavo tre volte a settimana e il maestro credeva molto in me, ero l’unica sua judoca con problemi di vista, l’ho lasciato perché, avendo una derivazione in testa, non posso fare sport di contatto.”
Qual è stata la gara della tua vita, dove hai sperimentato le emozioni più belle?
Federica Carbonin: “Ogni gara o saggio che sia mi ha dato emozioni e soddisfazioni diverse, ogni volta ho talmente tanta emozione che ho paura di sbagliare, ma in realtà tutta l’emozione sparisce al momento dell’esibizione.”
Sandro Mille: “La mia gara della vita è stata di certo la mia prima gara. Eravamo sulla pista di atletica a Terme di Caracalla per correre una staffetta molto avvincente, la 12 x 30 minuti. Una gara basata su parametri invertiti rispetto alle gare tradizionali. Quindi con tempo già stabilito dove ciò che varia è la distanza. Molto divertente. Ero emozionato per essere dentro un evento simile… E già ero proprio io, dentro una gara… Incredibile, stavo correndo in pista, in una frazione di gara ufficiale e il mio amico Matteo mi guidava e mi incoraggiava. Era esaltante, ricordo che c’erano molte persone tra gli spalti ma anche molti atleti in pista. Dopo soli 10 min ero già esausto, forse avevo corso ad un ritmo per me troppo elevato. Da dietro arrivavano periodicamente atleti più veloci che mi doppiavano. La cosa mi dava troppo fastidio, ma in quel momento pensavo solo al traguardo, con loro avrei avuto la rivincita in futuro dopo un paio di anni di allenamento. Non so bene come ho fatto ma ho corso anche i restanti 20 minuti, sarà stato il supporto di Matteo che mi incitava e mi motivava, sarà stato l’orgoglio e la tenacia ma riuscito a trovare le forze per giungere a quel benedetto traguardo. Ero stremato ma mi sentivo dentro di me un campione. Ero riuscito a centrare l’unico obiettivo che mi ero prefissato: CONCLUDERE LA GARA.”
Ada Nardin: “Forse la hope and possibility a New York, per ora la più lunga della mia vita.”
C’è un’esperienza che ti possa dare la convinzione, che ce la puoi fare nello sport o nella vita? Sandro Mille: “Essendo io un neofita della corsa, mi sto accorgendo che via via che proseguo negli allenamenti riesco a centrare sempre più i miei piccoli obbiettivi che mi prefiggo. Certo soffro negli allenamenti, ci metto impegno, sudore e testardaggine, ma poi riesco via via a sollevare, sempre più, la difficoltà dei miei personali micro target. Per analogia nella vita sto cercando di applicare la stessa costanza e cocciutaggine per raggiungere altri piccoli obbiettivi appartenenti alla quotidianità di tutti i giorni. Dallo sport alla vita il passo è breve ed io mi ritrovo rinforzato nei muscoli e nel carattere.”
Ada Nardin: “L’esperienza quotidiana della condivisione. Il programma Achilles international, per esempio, mi ha dato l’opportunità di avvicinarmi alla corsa podistica negli Stati Uniti, opportunità che ho voluto traghettare anche da questa parte dell’oceano.”
Cosa pensano i tuoi famigliari ed amici della tua attività sportiva?
Sandro Mille: “Ovviamente amici e familiari sono entusiasti della mia attività sportiva, loro tutti sono in linea col mio entusiasmo e si complimentano con me per il raggiungimento dei miei piccoli grandi traguardi.”
Ada Nardin: “I miei familiari sembrano abbastanza indifferenti mentre i miei amici praticano quasi tutti degli sport quindi comprendono il mio entusiasmo.”
Ti va di descrivere un episodio curioso o divertente della tua attività sportiva?
Sandro Mille: “Sei pronto Sandro? 1, 2, 3. VIAAAAAA….. Le gambe accelerano e sembrano andare da sole… Tutto scorre più velocemente e l’aria sul viso si fa più densa … Siamo quasi alla mia massima velocità, io e la mia guida ci stiamo proiettando come 2 bolidi in un sentiero nel parco. Adoro sfrenarmi in brevi allunghi veloci in cui posso scaricare la potenza che ho nelle gambe. E’ bellissimo per me, solo a queste velocità più elevate riesco a respirare una sensazione di completa libertà. Dimentico persino di essere affiancato da un atleta guida. Lui è così abile che in quei brevi momenti entriamo in perfetta sincronia, stessi movimenti di braccia e gambe ed io dimentico che siamo uniti al polso dal cordino. A volte mi lascio davvero prendere dall’adrenalina che poi la mia guida fatica a ricondurmi a nella giusta direzione e a reggimi più bassi. A proposito di episodi divertenti, ricordo una volta in cui io e il mio amico Raffaele procedevamo come sempre affiancati e abbiamo fatto a sportellate. Ebbene sì, perché, io distratto, non avevo capito che dovevamo deviare a sinistra e continuavo imperterrito ad andare diritto. Solo l’effetto di qualche spallata energica mi ha fatto dirottare l’andatura. Oh mio Dio che ridere, ogni volta che ci penso rido solo solo.”
Ada Nardin: “Quando sono riuscita a correre a casa base portando un punto alla mia squadra, ho provato un momento di euforia incredibile, forse perché non ero assolutamente certa di potercela fare.”
Cosa hai scoperto di te stesso nel praticare attività fisica?
Sandro Mille: “Ho scoperto che di possedere una sana e buona tenacia. Qualità che mi consente di dire a me stesso: ‘Se voglio, io posso!!!’
Ada Nardin: “Una testardaggine ed una resistenza alla fatica maggiori di quanto credessi.”
Quali sono o sono state le sensazioni che sperimenti facendo?
Sandro Mille: “PRE GRA: Agitazione, ansia, tensione. Non vedo l’ora di iniziare. IN GARA: Finalmente sono dentro l’evento, cerco di gestire le mie forze, sperando di non sbagliare. Nei primi istanti di gara soffro il confronto con gli altri atleti, molto più allenati di me e molto più veloci di me. Provo ammirazione per loro, ma mi danno una rabbia, ma poi subito ritorno a concentrarmi su me stesso e ascolto il mio corpo. DOPO GARA: Innanzitutto profonda ammirazione per me stesso stavolta. Poi una bella sensazione di benessere che proviene da un misto di rilassamento e soddisfazione.”
Ada Nardin: “Quando corro o nuoto avverto sempre una forte sensazione di libertà e di piacere.”
Ritieni utile la figura dello psicologo nel tuo sport? Per quali aspetti ed in quali fasi?
Sandro Mille: “Per ora mi sento già abbastanza motivata ma c’è stato un momento in cui uno psicologo nella nostra squadra di baseball sarebbe stato veramente d’aiuto per risolvere alcune dinamiche di gruppo distrutive.”
Ada Nardin: “Si, secondo me il sostegno psicologico durante gli allenamenti offre quella spinta in più per raggiungere l’obiettivo lontanissimo.”
Quale può essere un tuo messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarsi a questo sport?
Sandro Mille: “Citius!, Altius!, Fortius! E’ il motto olimpico che tradotto dal latino significa: ‘Più veloce! Più in alto! Più forte!’ Ragazzi lasciatevi coinvolgere da un’attività sportiva e godetevi poi le sensazioni che un corpo allenato può donarvi.”
Quale può essere un messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarsi allo sport? “Mettetevi in gioco praticando sport e non guardando sempre gli altri giocare e vincere.”

 

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