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Mostra “Massimo Campigli e gli Etruschi. Una pagana felicità”

Mostra “Massimo Campigli e gli Etruschi. Una pagana felicità”
Maggio 18
11:17 2021

Mostra “Massimo Campigli e gli Etruschi. Una pagana felicità” a cura di Franco Calarota con la supervisione generale di Alessia Calarota.

 “Un dialogo d’arte tra gli Etruschi e il Novecento”

Luogo: ACP – Palazzo Franchetti, Venezia

 Promotore: ACP Palazzo Franchetti-SABAP-VT-EM

 

Sabato 22 maggio sarà inaugurata a Palazzo Franchetti a Venezia la mostra “Massimo Campigli e gli Etruschi: una pagana felicità”, frutto della collaborazione tra la ACP – Palazzo Franchetti e la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la provincia di Viterbo e l’Etruria Meridionale.

Le circa 35 opere di Campigli, realizzate dal 1928 al 1966, sono accostate ad antichi reperti conservati dalla Soprintendenza nei depositi dell’alto Lazio in un approfondimento specifico ed inedito, che diventa occasione per illustrare prezioso materiale archeologico ancora da valorizzare e in gran parte mai esposto al pubblico.

Nella rassegna sono presenti, assieme ad opere scoperte nel corso di scavi regolari a Vulci e Cerveteri, diverse opere provenienti da contesti manomessi di Tarquinia e Cerveteri, immesse sul mercato antiquario e recuperate dai Carabinieri Tutela del Patrimonio Culturale. Dalla lezione dell’immaginario etrusco Massimo Campigli colse soprattutto la caratterizzazione tipologica delle figure, che si allontanano dall’idea del ritratto per assumere una funzione simbolica e ideale. La figura umana, ispirata alla vita reale ma astratta da essa, diviene in quest’ottica un simbolo espressivo in sé, aperta all’interpretazione ed espressione di un linguaggio dalle forme semplici, ma dai contenuti complessi.

Il percorso ideale della visita si articola in quattro sezioni, che illustrano un dialogo per immagini tra il Maestro contemporaneo e gli antichi artigiani e artisti. Le prime due sono dedicate alle figure umane, rispettivamente femminili e maschili; la terza alle immagini di animali e ibride; la quarta ed ultima a forme e geometrie del passato, che costituirono il primo amore di Massimo Campigli e continuarono a fornire materia d’ispirazione alla sua opera anche attraverso il linguaggio dell’arte e dell’artigianato antico.

Da notare come l’esposizione sia un importante frutto dell’unificazione delle competenze nelle Soprintendenze archeologia, belle arti e paesaggio ridisegnate nella nuova configurazione voluta dal Ministero con le recenti riforme. In questo modo è infatti possibile prendere parte a iniziative trasversali come la nuova mostra veneziana, che presenta in un unico insieme armonico l’arte contemporanea e l’archeologia.

 

Come scrive la Soprintendente Margherita Eichberg: “sono stati privilegiati i volti di terracotta, dai quali l’artista trasse ispirazione per l’ideazione di un tipo di ritratto stereotipo e svincolato dalla riproduzione diretta della realtà; i bronzi e i vasi di ceramica decorati con figure umane (maschili e femminili) e animali, soggetti che compaiono – quasi citazioni – nelle opere dell’artista; i vasi di bucchero e di impasto con forme geometriche e curve che hanno ispirato le sagome femminili in alcune sue opere; infine i gioielli, una vera passione di Campigli. In aggiunta, sono state selezionate – e proposte in riproduzione nell’allestimento – immagini di ritratti dalle tombe dipinte di Tarquinia”. Una nota meritano sicuramente due preziosi sarcofagi in terracotta del Museo Civico di Viterbo: un sarcofago fittile femminile della seconda metà del III sec. a.C. e un sarcofago fittile maschile della fine del III, inizio del II sec. a.C. Attraverso il richiamo di queste formule espressive appartenenti a una gloriosa civiltà passata, l’arte di Campigli rivela una profonda originalità proprio nella coesistenza tra antichi splendori e attualità, immergendo il visitatore in una dimensione dove il tempo sembra fermarsi o scorrere tranquillo in una quiete imperturbabile.

L’esposizione ci mostra un Novecento contemporaneo alle età più antiche del Mediterraneo scrivendo così una pagina molto interessante di quello che l’archeologo Massimo Pallottino ha definito come “romanzo etrusco”, un mito che dal Rinascimento in poi continua ad esercitare una forte fascinazione di generazione in generazione.

La mostra rimarrà aperta fino al 30 settembre e costituirà un’ulteriore occasione di rilancio per il turismo culturale dopo la chiusura forzata a causa della pandemia.

Il catalogo è edito da Silvana Editoriale.

 

INFO: ACP – Palazzo Franchetti | Francesco Gattuso | presspartnerscommunication@gmail.com | mob. +39 335 6786974

A questo link: 

https://www.acp-palazzofranchetti.com/exhibitions/10-massimo-campigli-and-the-etruscans-a-pagan-happiness/overview/ è possibile registrarsi per prenotare la visita della mostra a partire dal 23 maggio, cliccando su “book your visit”. 

 

Ufficio Promozione

Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio

per la provincia di Viterbo e per l’Etruria meridionale

Palazzo Patrizi Clementi

Via Cavalletti, 2 – 00186 Roma -Tel. 06.67233002-3

email: sabap-vt-em.comunicazione@beniculturali.it

 

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