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MORTI SUL LAVORO IN LAZIO

Gennaio 02
14:56 2024

MORTI SUL LAVORO IN LAZIO: IN ZONA ROSSA RIETI E VITERBO. ROMA È LA PROVINCIA PIÙ SICURA.

GIUNTI QUASI ALLA FINE DEL 2023 IL LAZIO CONTA 84 VITTIME.
MA RIMANE IN ZONA BIANCA, CON UN’INCIDENZA DI MORTALITÀ SUL LAVORO TRA LE MENO ELEVATE DEL PAESE.

LA REGIONE È SETTIMA IN ITALIA PER INFORTUNI MORTALI SUL LAVORO.

ALLARMANTE IL NUMERO DI DENUNCE DI INFORTUNIO SUL LAVORO FINO AI 14 ANNI: SONO 2.647, OLTRE IL 7% DEL TOTALE DEGLI INFORTUNI DEI LAVORATORI LAZIALI.

IL COMMENTO AI DATI AGGIORNATI AL MESE DI NOVEMBRE 2023
“Giunti quasi alla fine del 2023 il Lazio conta 84 vittime in 11 mesi. Ma rimane in zona bianca, con un’incidenza di mortalità sul lavoro tra le meno elevate del Paese. Da gennaio a novembre infatti fa rilevare un indice di incidenza di mortalità calcolato per milione di occupati pari a 23,3 contro una media nazionale di 32,3. Ed è questo il dato statistico più importante per noi che ci occupiamo di sicurezza sul lavoro. Perché descrive concretamente il livello di emergenza rispetto alla popolazione lavorativa. Una buona notizia, purtroppo non vera in tutte le sue province”.
È la prima riflessione di Mauro Rossato, Presidente dell’Osservatorio Vega Engineering per descrivere l’emergenza in Lazio nell’ultima indagine elaborata dal proprio team di esperti.
“Infatti, analizzando i dati pesati sulla popolazione lavorativa si scopre che alcune province del Lazio presentano un rischio di infortunio mortale sul lavoro superiore alla media nazionale. In particolare, le province a maggior rischio risultano essere Rieti e Viterbo, che si trovano in zona rossa. La provincia di Roma è invece in zona bianca, con un rischio di infortunio mortale sul lavoro molto inferiore rispetto alla media nazionale”.

IL RISCHIO DI MORTE IN LAZIO, PROVINCIA PER PROVINCIA, DA GENNAIO A NOVEMBRE 2023. DALLA ZONA ROSSA ALLA ZONA BIANCA.
Per individuare le aree più fragili dell’Italia sul fronte della sicurezza sul lavoro, l’Osservatorio mestrino elabora una mappatura del rischio rispetto all’incidenza della mortalità.
La zona bianca, quella in cui si trova il Lazio, è la zona che raggruppa le regioni con l’incidenza di mortalità sul lavoro tra le meno elevate a livello nazionale. E a fine novembre 2023, il rischio di infortunio mortale in Lazio (23,3 morti per milione di occupati) risulta ben inferiore rispetto alla media nazionale pari a 32,3.
Per quanto riguarda le incidenze, nel dettaglio, in regione si scopre che sono Rieti e Viterbo in “zona rossa” con un’incidenza rispettivamente di 71,8 e 43,6; sono seguite in zona arancione da Frosinone (35,0) e in zona gialla da Latina (28,6). Mentre in zona bianca con rischi di mortalità ben al di sotto della media regionale e nazionale c’è Roma (18,7).

INFORTUNI TOTALI (MORTALI E NON) DEI PRIMI UNDICI MESI DEL 2023 IN LAZIO
Sono 84 i decessi da gennaio a novembre 2023 (contro gli 85 del 2022): 54 quelli rilevati in occasione di lavoro (8 in meno dello scorso anno) e 30 quelli in itinere (7 in più del 2022). Ed è tristemente quarta in Italia per numero di vittime totali e settima per decessi in occasione di lavoro.

Il più elevato numero di decessi totali si è verificato in provincia di Roma (53). Seguono: Latina con 12 decessi, Frosinone (9), Viterbo (6), Rieti (4).
Roma è in cima alla graduatoria anche quando si analizzano gli infortuni mortali in occasione di lavoro con 33 vittime. Seguono: Latina e Frosinone con 6 decessi, Viterbo (5) e Rieti (4).

Sono 37.391 le denunce di infortunio complessive su un totale, in Italia, di 542.568. Vale a dire il 6,9% di quelle rilevate in Italia.

UNA BUONA NOTIZIA: ALLA FINE DI NOVEMBRE SI RILEVA UNA FLESSIONE DELLE DENUNCE DI INFORTUNIO TOTALI, MA IL DECREMENTO È PRINCIPALMENTE DOVUTO ALLA CONCLUSIONE DELL’EMERGENZA SANITARIA PER COVID.
Alla fine di novembre 2023 le denunce di infortunio totali sono diminuite del 25,8% rispetto alla fine di novembre del 2022: erano 50.397 e ora sono 37.391. Un decremento questo, è opportuno nuovamente sottolinearlo, dovuto quasi esclusivamente alla scomparsa dalle statistiche degli infortuni connessi al Covid.

SANITÀ E ASSISTENZA SOCIALE È IL SETTORE PIÙ COLPITO IN LAZIO.
Sanità e Assistenza Sociale risulta essere il settore in cima alla graduatoria delle denunce di infortunio in occasione di lavoro (3.392). Ed è seguito da: Trasporti e Magazzinaggio (2.880), Commercio (2.145) e Costruzioni (2.104).

È ROMA A FAR RILEVARE IL PIÙ ELEVATO NUMERO DI DENUNCE TOTALI
È la provincia di Roma quella con il maggior numero di denunce totali di infortunio (29.382), seguita da: Latina (3.325), Frosinone (1.874), Viterbo (1.753) e Rieti (1.057).

INFORTUNI PER GENERE, NAZIONALITÀ ED ETÀ: ECCO LE STATISTICHE
Infine, sono 14.855 le denunce di infortunio delle donne lavoratrici, delle quali 10.497 in occasione di lavoro e 22.536 quelle degli uomini, di cui 17.943 in occasione di lavoro.
Le denunce dei lavoratori stranieri sono 5.321 su 37.391 totali (oltre il 14,2%).
Le denunce di infortunio fino a 14 anni sono 2.647, oltre il 7% del totale degli infortuni dei lavoratori laziali.

COS’È L’INCIDENZA DEGLI INFORTUNI?
L’incidenza degli infortuni mortali indica il numero di lavoratori deceduti durante l’attività lavorativa in una data area (regione o provincia) ogni milione di occupati presenti nella stessa. Questo indice consente di confrontare il fenomeno infortunistico tra le diverse regioni, pur caratterizzate da una popolazione lavorativa differente.

A COSA SERVE LA ZONIZZAZIONE REALIZZATA DALL’OSSERVATORIO SICUREZZA E AMBIENTE VEGA?
La zonizzazione utilizzata dall’Osservatorio Sicurezza e Ambiente Vega Engineering dipinge il rischio infortunistico nelle regioni italiane secondo la seguente scala di colori:
Bianco: regioni con un’incidenza infortunistica inferiore al 75% dell’incidenza media nazionale.
Giallo: regioni con un’incidenza infortunistica compresa tra il 75% dell’incidenza media nazionale e il valore medio nazionale.
Arancione: regioni con un’incidenza infortunistica compresa tra il valore medio nazionale e il 125% dell’incidenza media nazionale.
Rosso: regioni con un’incidenza infortunistica superiore al 125% dell’incidenza media nazionale.

 

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