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Morti drammatiche, morti illustri

Novembre 07
09:26 2011

«Sono io o forse sei tu la donna che ha lottato tanto perché il brillare naturale dei suoi occhi non lo scambiassero per pianto» (Ivano Fossati). Muoiono il 5 ottobre nel crollo di una palazzina a Barletta quattro giovani donne e una adolescente, figlia dei proprietari del laboratorio nel quale le ragazze lavoravano in nero per pochi spicci l’ora. Alcuni cittadini hanno recriminato che la notizia non era quella, ma il crollo della palazzina che ha lasciato senza casa diverse famiglie. È vero, sono due notizie distinte: nella palazzina crollata, non improvvisamente, ma dopo molti segnali, quella mattina non c’era nessuno dei proprietari. Si sono salvati e possono guardare al futuro con preoccupazione e un leggero senso di sollievo poiché potranno cercare di ricostruire una loro casa. Le ragazze, le cinque ragazze, non dovevano trovarsi in un seminterrato pericolante con un lavoro in nero (loro non esistevano, là sotto, per nessuno) e possiamo ancora considerarci umani se riusciamo a cogliere la differenza, per quanto le due tragedie, (il crollo e le lavoratrici morte) siano figlie della stessa mentalità. Ogni buon giorno di chi è scampato al crollo sia un fiore sulle loro tombe.

«Stay Hungry, Stay Foolish». Muore il 6 ottobre Steve Jobs l’uomo che ha costruito l’impero Apple e molto altro. Le frasi estrapolate dal suo famoso discorso alla Stanford University diventano il testamento morale nel quale considerazioni, biografia e sentimenti si mescolano lasciando grande commozione. Una vita breve la sua, vissuta intensamente, con un inizio difficile e sogni che diventano traguardi. Ha la lucidità mentale per guardare in faccia la malattia e guardare indietro per ricostruire la strada percorsa come possono fare le persone che hanno potuto scegliere molte cose, determinare il proprio destino, e che per questo hanno raccolto successo e consensi. La sua lezione ha una eco altissima nel mondo globalizzato, fra i giovani che finalmente ricevono un esempio di coraggio e creatività, di voglia di costruire, e tutto questo con un occhio al passato, alla storia: anche la frase divenuta celebre, è una citazione dall’ultimo numero cartaceo della rivista «The Whole Earth Catalog», un Google ante litteram, come lo ha quasi definito lo stesso Jobs, una rivista faro di una generazione, la sua, prima dei personal computer. Ogni generazione ha il suo faro, ognuna la propria storia, con un occhio alla storia delle generazioni passate, perché solo così si possono trovare nessi…e forse prima o poi scavalcare le ingiuste regole del mercato che tante altre morti provocano.

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