Morte di una scrittrice
Si è spenta in silenzio, lo scorso 27 luglio a Neuchâtel in Svizzera, per un male incurabile. Di carattere schivo e duro, ha lasciato capolavori della letteratura contemporanea indimenticabili per stile e contenuto. Stiamo scrivendo di Ágota Kristóf, splendida scrittrice ungherese, nata il 30 ottobre 1935 a Csikvánd e successivamente naturalizzata svizzera. Fuggita dal suo paese nel novembre del 1956, con il marito e la figlia si stabilirà in terra neutra, tra sacrifici, dolori e separazioni. Nel 1987 arriva al successo internazionale con “Il grande quaderno” (Guanda 1988). Ma è la struggente “Trilogia della città di K.” (Einaudi, 1998) a renderla famosa in tutto il mondo con oltre 30 traduzioni, sottolineandone con forza il tema dell’ “erranza” ovvero dell’esilio dai luoghi originari. Ha ottenuto riconoscimenti di grande prestigio in Italia, Francia e Germania ed Ungheria. Di prossima uscita un film ispirato alla Trilogia, del regista ungherese Janos Szasz.
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